giovedì 24 gennaio 2019

Dio Madre: l'accoglienza


Si sa che tra le varie aberrazioni delle religioni c'è anche quella di concepire Dio in termini maschili, un errore macroscopico, tanto più che la trascendenza è molto più simile a una Fonte, a una Madre o ad un Utero - ciò da cui tutto nasce e tutto ritorna. Non a caso, un classico cinese molto profondo, il Tao Te Ching, definisce il Tao come la "madre dell'universo". Anche certe antiche religioni parlavano della Dea Madre. Poi, con il prevalere delle qualità maschili e con l'istituzioni delle società patriarcali, Dio fu sentito come una figura maschile, come un Padre.
       Naturalmente, la trascendenza non è né padre né madre. Ma è indubbio che la mente razionale, con le sue caratteristiche di durezza e di rigidezza, sembra avere più qualità che tradizionalmente attribuiamo ai maschi, mentre l'essere di fondo appare più accogliente, più flessibile, più cedevole e dunque più "materno". Purtroppo, le donne hanno progressivamente abbandonato le loro qualità femminili, finendo per adottare il comportamento maschile. Oggi, se esaminiamo il discorso scritto di un ministro, di un imprenditore o da un operaio, non riusciamo a distinguere se sia un maschio o una femmina. Tutti hanno abbracciato la stessa logica, le stesse modalità di pensiero. E l'accoglienza, l'accettazione, nei maschi e nelle femmine, diventa sempre più difficile, i rapporti sono sempre più conflittuali o basati su bisogni soltanto fisici.
       Tutti dovrebbero sviluppare la qualità fondamentale dell'accoglienza - di sé (accettarsi così come siamo) e degli altri (accettarli così come sono). Ma questo è possibile solo a condizione che si faccia dentro di noi uno spazio sacro, un silenzio profondo, un vuoto di desideri, una consapevolezza del presente.
       Al di là del passato e del futuro, al di là dei nostri pregi e dei nostri difetti, al di là del maschile e del femminile, c'è ciò che siamo, l'essere di fondo, che non ha sesso. Questo va colto e mantenuto vivo dentro di noi.

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