Non so se vi rendete conto che le
nostre migliori aziende sono state comprate da
altre nazioni, soprattutto Francia, Germania e Stati Uniti. Di italiano non c'è quasi più niente.
Industria alimentare, industria metalmeccanica, case di moda, banche,
supermercati, case automobilistiche, aziende telefoniche, aziende di
elettrodomestici, aziende aeronautiche, aziende farmaceutiche... Che cosa c'è rimasto? Fare i camerieri?
Ma quale è il vero motivo di
questa Caporetto?
A parte l'incapacità dei nostri
industriali e dei nostri governanti, che sono evidentemente miopi o in tutt'altre faccende affaccendati, c'è la concorrenza
fra aziende italiane, le piccole dimensioni, il regionalismo e il
provincialismo. (E pensare che questo branco di idioti vorrebbe introdurre l'autonomia
differenziata, che darebbe il colpo di grazia al paese. Così le nostre piccole
regioni sarebbero dominate dalle altre nazioni unitarie.)
Mentre gli altri paesi si ingrandiscono e si appropriano degli utili fatti in Italia, noi ci rimpiccioliamo e siamo sempre più poveri. Una crisi che sembra irreversibile, nonostante il buffonesco nazionalismo del ministro «dell' agricoltura, della "sovranità alimentare" e delle foreste» (Salvini), e nonostante il ministro dell'inutile Made in Italy che vorrebbe chiudere le porte quando i buoi sono già scappati (Urso).
Anzi, c' è da dire che i
governi italiani non avendo una politica industriale, favoriscono le
acquisizioni estere... per fare cassa!
Siccome non vogliono imporre
nuove tasse ai ricchi (non sia mai!), e recuperare soldi dagli evasori,
svendono i gioielli di famiglia.
E, alla fine, quando finiranno
anche i gioielli, noi andremo a elemosinare la carità dagli altri paesi che non
sono così scemi da dividersi.
È chiaro che le imprese e i
fondi di investimento esteri non comprano per farci un piacere ma per arricchirsi,
chiudere, rivendere, eliminare concorrenti, raramente per gestire.
Il risultato è il disastro
attuale, in cui si perdono posti di lavoro, si hanno salari poveri, si ricevono
bollette enormi e si pagano prezzi spropositati. Soprattutto i soldi e le
proprietà vanno all'estero. E a noi non resta che emigrare.
È la solita storia da secoli:
gli italiani si fanno la guerra e non sono capaci di unirsi (anzi si dividono
in piccole regioni), e gli stranieri spadroneggiano.
Non ci vuole l' ignorante
nazionalismo di questo governo. Non ci vuole il motto “piccolo è bello”.Ma la
lungimiranza, qualcuno che non viva giorno per giorno... e che sia
intelligente.
E qui casca l’asino, perché in
questo governo di amici, parenti, camerati e fedeli, ciò che latita è proprio l’intelligenza.
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