mercoledì 18 gennaio 2023

Oltre Dio e l'io

 

La mente umana è così limitata che, quando parla di Dio, se lo immagina come un grande re che deve governare tutto nel suo regno, seguendo i fatti di ciascuno per poi giudicarlo. Ma non è così. Dio non è un personaggio, seppur infinitamente potente, che crea il cosmo e poi lo controlla. Il cosmo va avanti da solo, senza nessun intervento esterno. Tutto è interconnesso e le cause sono tutte.

Dal nostro punto di vista, Dio è piuttosto uno stato che si trova in fondo, quando la mente cessa di interferire con le sue idee duali (essere-non essere, soggetto-oggetto, bene-male, ecc.). Dio non è un concetto, ma uno stato d’animo che si presenta quando si è senza tensioni, ansie, paure e desideri.

Non può essere pensato. Se lo pensi, non lo capisci. Arrivi alle solite idee sull’Assolto, il Creatore, l’Amore, il Padre, il Giudice… tutte cose che sono prodotti della mente. La verità, la realtà, è uno stato d’animo, privo di concetti.

Quando sei stato concepito, non eri cosciente - e la coscienza (condizionata) si è formata a poco a poco. Ma devi ammettere che tu c’eri già, in un certo senso, benché non consapevole. Eri potenzialmente consapevole.

Da dove è nata questa coscienza di essere? Evidentemente dal corpo materiale – che dunque deve avere già una potenzialità di essere cosciente.

E da dove è nato quel corpo, se non da altri corpi?

Questo significa che nella materia c’è già una coscienza, uno spirito. E dunque c’eri già, magari non in forma individuale… ma c’eri già.

La coscienza nasce dall’incontro fra due cellule generative, l’una maschile e l’altra femminile. Per questo ha una natura duale. Il che vuol dire che la forza della vita, il desiderio, punta sempre alla nascita della coscienza.

Quindi la coscienza è legata alla materia, è l’espressione delle cellule generative.

Non è vero che esiste una distinzione fra materia e spirito. Ad un certo livello, sono un tutt’uno. La distinzione è puramente mentale.

Bisogna saper vedere al di là delle contrapposizioni. Quella è la realtà.

Anche la distinzione fra vita e morte è puramente mentale.

Ad ogni momento puoi essere vivo o puoi essere morto, mai nato e mai morto.

Queste sono le divisioni che fa il nostro cervello duale, che deve contrapporre per conoscere. Ma ciò che conosce è apparentemente contrastante. Soggetto-oggetto, conoscente-conosciuto, essere-non essere, spirito-materia, piacere-dolore, bene-male… e naturalmente vivo-morto.

Al di là del dualismo, prima della coscienza, c’è uno “stato” che non è mai diviso, non è duale, e quindi non ha nessun bisogno, neppure di Dio, neppure di se stesso.

Nessun commento:

Posta un commento