domenica 1 ottobre 2017

La natura della coscienza

Pensiamo alla condizione paradossale dell’uomo. Da una parte definisce se stesso l’essere che è dotato di coscienza. Ma dall’altra parte non sa che cosa sia la coscienza. È qualcosa che… non sa cosa sia. Sa di non sapere, ma non sa che cosa sia.
Ogni essere in realtà è cosciente, pur se a livelli diversi. Non esiste insomma un’unica coscienza, ma tante coscienze, ad altezze differenti. E nulla fa pensare che l’uomo sia al massimo; è possibile che qualche altro essere, che non conosciamo, sia più cosciente di lui, magari su qualche altro pianeta o in qualche altra dimensione.
Ora, l’essenza del processo di meditazione è ricercare che cosa sia questo “essere cosciente” e domandarsi senza tregua “chi sono ?”, “che cos’è la coscienza?”.
Però la risposta non può venire da una definizione concettuale, ma da un’esperienza che sarebbe una specie di salto.
È come trovarsi sull’orlo di un burrone e vedere poco più in là l’altro ciglio. Se vogliamo andare al di là, dobbiamo spiccare un salto. Ma non sappiamo se abbiamo abbastanza coraggio e abbastanza energia e se ce la faremo. Potremmo anche precipitare in basso e schiantarci.

Sì, la condizione umana è paradossale. E pericolosa.

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