lunedì 16 ottobre 2017

Il potere della religione

Da tempo immemorabile, il subdolo gioco delle religioni è sempre lo stesso. Esiste un Dio che stabilisce certe leggi ed esiste una classe sacerdotale che ne è l’interprete e la mediatrice. È così che nasce il potere delle religioni.
A questo punto, il gioco è fatto. Se vuoi qualcosa da Dio, devi ricorrere al sacerdote.
In India, ai tempi dei brahmani, i sacerdoti sostenevano che, senza la loro mediazione, i riti e le preghiere umane non avevano alcun valore. In Italia, la Chiesa cattolica ha inculcato le stesse convinzioni.
Ma perché Dio avrebbe bisogno di una classe di interpreti? Non è capace di esprimersi? E perché l’uomo non potrebbe rivolgersi direttamente a Dio?
O sono i sacerdoti che hanno bisogno di un tale Dio per affermare il proprio potere?
È così che nasce, fra l’altro, la società gerarchica e burocratica che noi italiani conosciamo tanto bene.
Il potere della Chiesa nasce dalla rinuncia del singolo alla propria autonomia di giudizio e dalla sfiducia nella propria capacità di comunicare con il divino. Dio è sentito lontano, come i monarchi antichi, e occorre ricorrere ai buoni uffici di tanti cortigiani e burocrati per essere ascoltati. Mettetevi in fila e dotatevi di congrue offerte per ungere le ruote.

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