mercoledì 25 ottobre 2017

L' "estasi filosofica"

Molti credono che la meditazione sia un’invenzione dell’Oriente. Ma non è così. Il brano che segue non è stato scritto da qualche maestro orientale, ma da un filosofo del nostro Rinascimento, il domenicano Tommaso Campanella (1568-1639), il quale cercò di conciliare religione e ragione naturale, arrivando a concepire un tipo di contemplazione che aveva lo scopo di far ritrovare all' uomo l'originario sensus abditus, quel «senso di sé» che la stessa attività mentale oscura di continuo.
        Diciamo però che solo in Oriente si è arrivati a fare di una simile meditazione non solo un insieme di tecniche ma anche la condizione indispensabile per l’illuminazione. Nel cristianesimo, invece, la meditazione non è fondamentale; per salvarsi basta credere – una religione per pigri che non porta mai a comprendere di persona le cose.

«Bisogna eleggere un luogo, nel quale non si sente strepito in alcuna maniera, all'oscuro o al barlume di un piccolo lume così dietro che non percuota negli occhi, o con occhi serrati. In un tempo quieto et quando l'uomo si senta spogliato d'ogni passione tanto del corpo quanto dell'animo. In quanto al corpo non senta né freddo né caldo, non senta in alcuna parte dolore, la testa scarica di catarro e da fumi del cibo et da qualsivoglia umore; il corpo non sia gravato di cibo, né abbia appetito né di mangiare né di bere, né di purgarsi, né di qualsivoglia cosa; stia in luogo posato nella maniera più comoda. L'animo sia spogliato d'ogni minima passione o pensiero, non sia occupato né da mestizia o dolore o allegrezza o timore o speranza, non pensieri amorosi o di cure famigliari o di cose proprie o d'altri; non di memoria di cose passate o di oggetti presenti; ma essendosi accomodato il corpo come sopra, deve mettersi là, et scacciar

dalla mente di mano in mano tutti i pensieri che gli cominciano a girar per la testa, et quando viene uno, subito scacciarlo, et quando ne viene un altro, subito anco lui scacciare insino che non ne venendo più, non si pensi a niente al tutto, e che si resti del tutto insensibile interiormente et esteriormente, et diventi immobile come se fussi una pianta o una pietra naturale.»

Oggi il cristianesimo è diventato una religione dell'azione sociale, dell'adesione fideistica e della sottomissione ad una Chiesa autoritaria. Ma non ha più niente e a che fare con meditazione e contemplazione. Il risultato è il crollo della spiritualità, ben visibile nella corruzione della Chiesa e del'intera società.

Nessun commento:

Posta un commento