lunedì 26 giugno 2017

I palloncini gonfiati

Se studiate un po’ di filosofia cinese, vi accorgerete che ad un certo punto, qualche secolo prima della nascita di Cristo, sorse una discussione sulla natura dell’uomo. Qualcuno sosteneva che la natura dell’uomo è fondamentalmente buona; altri che è fondamentalmente malvagia mentre la bontà è qualcosa di artificiale.
Noi oggi sappiamo che è entrambe le cose. E che molto dipende dalle circostanze, dai tempi, dalla cultura prevalente, dalla società, dalle conoscenze, dalla scelta dei leader e da mille altri fattori.
Alcuni di questi fattori sono individuali - legati al carattere e alla genetica - ed altri sociali. Ma esiste anche qualcosa di più ampio, di cui di solito teniamo poco conto: il clima, l’ambiente, l’evoluzione naturale. Se siamo su questa Terra è perché l’ambiente ci è stato favorevole.
L’ambiente è come il tempo, qualcosa che ci trascina indipendentemente dalla nostra volontà. Qualcosa di troppo forte per essere dominato, il segno di una trascendenza che ci supera tutti, nel bene e nel male.
Resta il fatto che, mentre ci consideriamo piccole enclave, chiuse e separate, la separazione è solo temporanea. E, prima o poi, cederà, lasciando crollare ogni difesa e facendoci ritornare alla natura. Siamo come l’aria contenuta per un po’ in un palloncino. La tensione delle pareti divisorie farà scoppiare il palloncino e l’aria tornerà a mischiarsi con la vasta atmosfera circostante.
Ma c’è un limite anche qui, perché, al di fuori di questo piccolo pianeta, che stiamo consumando voracemente e incoscientemente, non c’è altra aria: ci sono, per distanze siderali, spazi, pianeti e stelle prive di ossigeno, a dimostrazione che la comparsa sulla Terra è un evento raro e fortunato. E che la coscienza umana deve assolutamente diventare consapevole della propri fragilità e della propria responsabilità nei confronti dell’ambiente.


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