mercoledì 24 maggio 2017

Sulla fortuna

In Oriente esiste una storia che è molto istruttiva. C’è un contadino cinese a cui è scappato il cavallo. I vicini vanno da lui per confortarlo e gli dicono che la perdita di quel cavallo è una grave sfortuna. “Forse” risponde il contadino. Il giorno dopo il cavallo torna portandosi dietro altri sette cavalli selvaggi. I vicini tornano dall’uomo e gli dicono che gli è capitata una gran fortuna. “Forse” lui risponde. Il giorno dopo il figlio del contadino si mette a domare uno dei cavalli selvaggi, cade a terra e si rompe una gamba. “Che sfortuna!” gli dicono i vicini. “Forse” lui risponde.
Il giorno dopo arrivano i militari a reclutare nuovi soldati per partecipare alla guerra. E lasciano a casa il ragazzo con la gamba rotta. “Che fortuna!” dicono i vicini. “Forse” risponde il saggio contadino…e così via.
Questa storia ci dice che le nostre idee sulla fortuna e sulla sfortuna, sul guadagno e sulla perdita, sul vantaggio e sullo svantaggio, sono semplici opinioni, giudizi soggettivi che nulla hanno a che fare con la realtà. E, soprattutto, che nulla ha un valore assoluto e stabile. Ogni fortuna o sfortuna può rapidamente trasformarsi nel suo contrario.

Il racconto ci insegna a non giudicare, a non attaccare etichette ai fatti, a sospendere le nostre opinioni, a non guardare gli avvenimenti in maniera soggettiva, a non credere alla stabilità delle cose, a diffidare del nostro stesso pensiero e ad osservare tutto con distacco e imparzialità.

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