venerdì 29 maggio 2015

Il tradimento di Dio

E se anche Gesù fosse soltanto un essere umano, che cosa cambierebbe del suo messaggio? Sostanzialmente nulla.
Ma agli uomini non basta: loro vogliono deificare certe figure.
Al Buddha successe la stessa cosa: benché avesse dichiarato che era soltanto un uomo, alla fine fu considerato un essere divino e venerato come tale.
Ma, alla fin fine, tutti derivano dalla stessa fonte – e quindi sono esseri divini o semi-divini. Quando al-Hallag, e altri mistici, dichiarano: “Io sono Dio!” proclamano solo l’identità di fondo tra atman e Brahman. Una vecchia idea.
Oltretutto, forse mettere sugli altari qualcuno è un mezzo per farne un ideale irraggiungibile, qualcosa da adorare ma da non seguire. Un po’ come mettere le mani avanti, come marcare una distanza incolmabile, come stabilire un luogo sacro o una giornata del Signore. Come per dire: per un po’ mi dedico a te, ma poi me ne dimentico; tu stai lassù, ché io me ne sto quaggiù.
Si venera per tradire.
Il Buddha aveva precisato che anche gli dei, per raggiungere la liberazione finale avrebbero dovuto incarnarsi in esseri umani, perché solo in questa condizione intermedia ci si può realizzare. Gli dei, infatti, fanno una vita così beata e sono così soddisfatti che, tutti presi dalla droga dell’orgoglio e dall’ebbrezza della longevità, si dimenticano che anche il loro destino è segnato.
Anche il nostro Dio deve averlo capito. Se, alla fine, si è trasformato in un uomo.

Lui l’aveva capito e noi vorremmo essere come lui.

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