La mia idea che, dopo la morte, ognuno salga al livello cui è giunta la sua consapevolezza mi viene probabilmente dalla filosofia orientale, quella che non ama gli dei e i paradisi/inferni che perpetuerebbero il dualismo.
Ma mi viene anche dall'osservazione della fisica che mette in evidenza un 'incredibile simmetria e armonia. Non vedo la vita su questa Terra come un'unica occasione, ma come parte di una ascesa o scalata forse infinita a livelli di consapevolezza superiori.
Mi viene anche osservando l'evoluzione terrestre, che, pur tra mille patimenti e sconfitte, mira comunque ad una crescita della consapevolezza. Chi ci dice che la scalata sia finita qui e non vada avanti ancora di più?
Faccio una distinzione tra coscienza - presente non eticamente in tutte le forme di vita - e consapevolezza, che è la coscienza individuale della coscienza che assume una finalità etica (superiore, cosmica).
Voglio dire che non tutti potrebbero salire. Individui come Putin o Trump, che non hanno una consapevolezza elevata, non ascenderebbero da nessuna parte o dovrebbero scendere le scale.
Anche questa è una visione duale (salire/scendere), ma non comandata da nessun essere divino - bensì un meccanismo imparziale. Ognuno avrebbe quel che si merita, ognuno salirebbe al livello della propria consapevolezza.
Perciò impieghiamola il più possibile, esercitiamoci ad essere consapevoli. Se la vita non finisce, è probabile che risponda a un meccanismo del genere. Imparziale! Non soggetto ai capricci di qualche divinità.
Di individui umorali, parziali, narcisisti, capricciosi e ingiusti ne abbiamo fin troppi!
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