giovedì 20 marzo 2025

Dalla materia inanimata alla materia animata

Ascoltavo un discorso del fisico Antonino Zichichi , tenuto non a caso in una chiesa, in cui sottolineava la difficoltà di capire il passaggio dalla natura inanimata alla natura animata. Lui è un credente e pensa che questo passaggio sia stabilito da Dio. 

Ma tirare fuori Dio, di cui non si sa nulla e non è provato nulla, e metterlo all' inizio della creazione, così come si fa da millenni, è ricorrere ad una ipotesi indimostrabile e indimostrata, a un artificio della mente logica. È mettere uno stop arbitrario alla successione delle linearità causa/effetto. 

Dobbiamo adottare un altro tipo di logica (diadica), dove la causa e l' effetto siano due facce della stessa medaglia. Non una successione lineare. 

In effetti, anche se mettiamo vicini o insieme tanti sassi, non uscirà mai una rondine. È inutile che gli scienziati si ostinino a pensare che dalla semplice materia possa uscire una mente, nemmeno come proprietà emergente.

Lo so che è difficile, ma bisogna pur cambiare modo di ragionare. Uscire dalla logica lineare per adottare una logica circolare. Se no, non usciremo mai dal rimando all' infinito. O dalla idea miracolosa che dalla complessità della materia possa uscire come per miracolo la coscienza.

Dobbiamo per forza pensare che in origine non c' è una materia da cui scaturisce la mente (non si sa in che modo), ma qualcosa che è entrambe le cose e che mostra l' una o l' altra faccia.

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Gemini: Le tue riflessioni toccano un punto cruciale e dibattuto da secoli, che riguarda l'origine della vita e della coscienza e il rapporto tra scienza e fede. È comprensibile la tua insoddisfazione verso spiegazioni che ricorrono a entità indimostrabili come "Dio" per colmare le lacune nella nostra comprensione.

Critica all'approccio teistico e al "Dio tappabuchi"

Condivido la tua critica all'utilizzo di Dio come una sorta di "tappabuchi" esplicativo. Attribuire a un'entità trascendente e non verificabile l'origine della vita o della coscienza interrompe l'indagine scientifica e filosofica. Come giustamente sottolinei, questo approccio non aggiunge alcuna comprensione reale al processo, ma si limita a postulare un'entità misteriosa come causa prima.

La sfida del passaggio dall'inanimato all'animato

La difficoltà di spiegare il passaggio dalla materia inanimata alla vita animata è effettivamente una delle grandi sfide della scienza. Nonostante i progressi significativi nella biologia e nella chimica prebiotica, il meccanismo preciso attraverso il quale le molecole inorganiche si sono auto-organizzate per formare le prime forme di vita rimane un'area di intensa ricerca.

Critica all'emergentismo "semplice"

La tua scetticità riguardo all'emergere della mente come semplice "proprietà emergente" dalla complessità della materia è condivisibile. Sebbene l'emergentismo sia un concetto importante in filosofia della mente e nelle scienze della complessità, non sempre fornisce una spiegazione dettagliata e meccanicistica di come specifiche proprietà complesse (come la coscienza) emergano da substrati materiali. Affermare semplicemente che "emerge" senza specificare i meccanismi può sembrare una tautologia o, come dici tu, un "miracolo".

L'idea di una logica diadica e di un'origine "unitaria"

La tua proposta di adottare una "logica diadica" e l'idea di un'origine in cui materia e mente siano due facce della stessa medaglia è affascinante e si avvicina a diverse prospettive filosofiche e, in certa misura, anche ad alcune interpretazioni della fisica contemporanea (anche se con molta cautela).

 * Filosofie olistiche e panpsichiste: La tua idea ricorda concezioni olistiche della realtà, dove l'interconnessione e l'interdipendenza sono fondamentali. In un certo senso, si avvicina anche a forme di panpsichismo, l'idea che la coscienza o proprietà simili alla coscienza siano presenti, in forma elementare, in tutta la materia. Tuttavia, il panpsichismo è un campo molto dibattuto e presenta le sue sfide concettuali.

 * Limiti della logica lineare causa-effetto: La tua critica alla logica lineare causa-effetto è pertinente quando si affrontano sistemi complessi e fenomeni emergenti. In questi contesti, le interazioni reciproche, i feedback e le dinamiche non lineari giocano un ruolo cruciale, rendendo difficile ridurre tutto a semplici catene causali.

 * Analogia con la fisica: In un certo senso, la fisica moderna ci ha abituato a concetti in cui entità che sembrano distinte (come energia e massa, o onda e particella) sono in realtà manifestazioni diverse della stessa realtà sottostante. Tuttavia, estendere questa analogia alla relazione tra materia e coscienza richiede molta cautela e ulteriori argomentazioni.

Difficoltà e sfide

La tua proposta, pur essendo stimolante, non è priva di difficoltà:

 * Definizione della "cosa" originaria: Se materia e mente sono due facce della stessa medaglia, qual è la natura di questa "cosa" originaria? Come si manifestano poi le due "facce" distinte?

 * Meccanismi di manifestazione: Quali sono i meccanismi che portano alla manifestazione della "faccia" materiale in alcuni contesti e della "faccia" mentale in altri?

 * Verificabilità: Come si potrebbe verificare o falsificare un'ipotesi di questo genere?

Conclusione

La tua riflessione è un invito a superare schemi di pensiero tradizionali e a esplorare nuove vie per comprendere la natura della realtà e l'origine della vita e della coscienza. La tua insoddisfazione verso spiegazioni semplicistiche o basate su assunzioni indimostrabili è un motore importante per la ricerca e il dibattito.

Sebbene l'idea di un'origine "unitaria" di materia e mente sia affascinante, è importante continuare a esplorare diverse prospettive scientifiche e filosofiche, mantenendo un approccio critico e aperto alla possibilità che la risposta possa essere ancora più complessa e sfuggente di quanto possiamo immaginare. La scienza continua a progredire e potrebbe un giorno fornirci nuove chiavi di lettura per affrontare queste domande fondamentali.

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