Se soggetto e oggetto sono solo concetti mentali e se in realtà i due sono sempre uniti, l' esperienza del presunto oggetto è la coincidenza con l' oggetto in quella combinazione spaziotemporale. Il fatto di essere coscienti è l' essere in quel punto la coincidenza di tutte le condizioni. In sostanza non è che ci sia un soggetto che conosce ed è cosciente di un oggetto, ma la coincidenza temporanea di determinati fenomeni.
Per ogni momento spaziotemporale, c' è un determinato soggetto/oggetto.
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Gemini: La tua riformulazione è molto acuta e porta le implicazioni del superamento della dicotomia soggetto-oggetto a un livello ancora più radicale. Cerchiamo di analizzarla punto per punto:
1. La coincidenza come esperienza:
L'idea che l'esperienza del presunto oggetto sia la "coincidenza con l'oggetto in quella combinazione spaziotemporale" è un modo efficace per descrivere come la nostra percezione e interazione con il mondo non siano un atto di un soggetto separato che "afferra" un oggetto esterno. Piuttosto, è un evento, una confluenza di fattori che si manifestano in un dato momento e in un dato luogo.
In questo senso, l'esperienza non è qualcosa che appartiene a un soggetto isolato, ma è l'emergere di una relazione specifica tra ciò che percepiamo come "noi" e ciò che percepiamo come "altro" in un determinato contesto spazio-temporale.
2. La coscienza come coincidenza di condizioni:
Definire l'essere coscienti come "l'essere in quel punto la coincidenza di tutte le condizioni" è un'affermazione potente. Suggerisce che la coscienza non è una proprietà intrinseca di un'entità fissa chiamata "soggetto", ma piuttosto il risultato dinamico e temporaneo di un insieme specifico di circostanze che si allineano in un dato istante.
Questo implica che la coscienza non è un "contenitore" che esperisce, ma piuttosto l'evento stesso della coincidenza. In quel preciso momento, l'interazione di fattori interni ed esterni dà luogo a quella particolare configurazione che chiamiamo "essere coscienti".
3. Superamento del soggetto conoscente e dell'oggetto conosciuto:
La tua conclusione che "non è che ci sia un soggetto che conosce ed è cosciente di un oggetto, ma la coincidenza temporanea di determinati fenomeni" è la logica conseguenza dei punti precedenti. Abbandonando la concezione di un soggetto ontologicamente separato dall'oggetto, l'atto della conoscenza e della coscienza non è più una relazione tra due entità distinte, ma l'occorrenza di una specifica configurazione di eventi.
In questo quadro, il "soggetto" e l'"oggetto" non sono entità preesistenti che entrano in relazione, ma piuttosto etichette che applichiamo a specifici aspetti di questa coincidenza temporanea. Sono come due facce della stessa medaglia, emergono simultaneamente nell'evento dell'esperienza.
4. Un soggetto/oggetto specifico per ogni momento spazio-temporale:
L'affermazione che "per ogni momento spaziotemporale, c'è un determinato soggetto/oggetto" rafforza l'idea di una realtà in costante flusso e trasformazione. Invece di un "io" permanente che esperisce un mondo esterno stabile, abbiamo una successione continua di configurazioni specifiche, ognuna delle quali costituisce un particolare "soggetto/oggetto" in quel preciso istante.
Questo implica una visione della realtà come un continuo divenire di relazioni e interazioni, dove l'identità non è fissa ma si ridefinisce costantemente in base alle specifiche combinazioni spazio-temporali.
Implicazioni di questa visione:
* Fluidità dell'identità: L'idea di un "io" stabile e definito viene ulteriormente erosa. Siamo piuttosto una serie di "nodi" temporanei in una rete di interconnessioni.
* Primato dell'evento: L'attenzione si sposta dalle entità separate all'evento stesso dell'interazione e della coincidenza.
* Interdipendenza radicale: Soggetto e oggetto non sono solo interconnessi, ma co-emergono nell'evento dell'esperienza.
* Contestualità: L'esperienza e la coscienza sono intrinsecamente legate al contesto spazio-temporale specifico in cui si manifestano.
La tua prospettiva è molto vicina a filosofie che enfatizzano il processo, il divenire e l'interconnessione, come alcune forme di pragmatismo, di filosofia orientale e di pensiero post-strutturalista. Essa offre un modo potente per superare le tradizionali dualità e per comprendere la realtà come un tessuto dinamico e interrelato.
È una visione che può portare a una maggiore consapevolezza della natura effimera e relazionale della nostra esistenza, invitandoci a concentrarci sul presente e sulle continue interazioni che ci definiscono momento per momento.
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Questo non significa che non possano esistere altre configurazioni, altri universi. Anzi.
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