venerdì 30 aprile 2021

Essere qualcuno

 

Tutti vorremmo essere importanti, essere qualcuno. Fa parte del desiderio generale, dell’esigenza di riconoscimento sociale. Pochi sono coloro che si “accontentano” di essere ciò che sono. Questo perché non sanno quale meraviglia sia la loro natura fondamentale, che non ha niente a che fare con la considerazione mondana. Sia degli altri sia nostra.

Che miopia. Essere qualcuno mentre si è tutto.

Vogliamo essere confermati da qualcun altro per essere qualcuno.

Ma tutto questo è possibile, senza risolvere il problema dell’autostima, anzi dell’identità ultima, Che non ha bisogno di approvazioni sociali.

Cerchiamo la stima degli altri per cancellare la sgradevole sensazione di essere solo degli attori, falsi.

Cerca dunque te stesso. Comprendimi.

giovedì 29 aprile 2021

Liberarsi

 

Per liberarsi veramente del potere immaginativo e proiettivo della mente, è necessario una presa di coscienza che non è alla portata di tutti. Per gli altri continuano i sogni con i paradisi-inferni e gli Iddii che non risolvono mai niente. Per loro continua il karma. La coscienza non scompare del tutto con la morte, ma lascia dei desideri e delle pulsioni che hanno la capacità di ricostituire un individuo. A meno che non ci si convinca in vita che abbiamo a che fare solo con illusioni. Questa è l'illuminazione, che è in realtà la liberazione dal potere magnetico della coscienza.
La coscienza-desiderio non ha forma, ma ha bisogno di legarsi a forme specifiche che essa stessa crea in modo allucinatorio. Noi non chiediamo di nascere; è il desiderio dei nostri genitori che ci fa nascere. Il fatto di essere buoni o cattivi, vittime o carnefici, è solo un gioco delle parti cui tutti si prestano e che rimarrà finché ci sarà il gioco della coscienza duale.
A noi spetta il compito di comprendere il meccanismo creativo e disattivarlo una volta per tutti. Meglio se tutti insieme.

Bisogna capire, non pregare.

Oltre le illusioni

 

Se gettiamo del cibo all’aperto, presto verranno fuori dei vermi. Ma lo stesso avviene per il nostro corpo morto. È inevitabile che sia così, perché tutte queste cose sono fatte di materia vivente che finisce sempre per corrompersi. Il corpo stesso è fatto di cibo e fa la stessa fine del cibo.

Anche se siamo tanto orgogliosi della nostra mente, essa non può esistere senza il corpo e quindi deve per forza scomparire con la morte del corpo. E che ne è della nostra identità? Poiché è legata ad un corpo e ad una mente, scomparirà con loro. Tutto ciò è temporaneo e destinato a finire.

Se ci identifichiamo con questo corpo e con questa mente, il nostro annullamento è certo e completo. Allora, molto meglio convincersi che la nostra identità ultima non sta né nel corpo né nella mente. Ma che ne stia al di fuori.

D’altronde, anche nella vita di tutti i giorni, la nostra coscienza va e viene tra gli stati di veglia, sonno, sogno e sonno profondo. Dunque, noi chi siamo veramente? Se ci leghiamo a un esercito che è già sconfitto, saremo presto liquidati.

Tutte queste cose non sono “noi”. La nostra vera identità non è nel corpo, non è nella mente, non è nell’io e non è nella coscienza. Queste entità sono illusioni.

La nostra identità è là dove finiscono le illusioni.

L'essenza della religione

 

Per la maggior parte delle persone, la religione si riduce a chiedere protezione a qualche presunta divinità. Poiché la vita è dolorosa (e perché mai se Dio è il Bene?), viene l’idea di rivolgersi a qualche Essere potente e magari onnipotente.

Ma la delusione è immancabile. Perché Dio è un parto della nostra mente che si sente angosciata e cerca aiuto.

Si affaccia allora un’altra idea di religione. Poiché noi siamo vittime della nostra stessa coscienza duale - che crea bene e male, piacere e dolore, nascita e morte, eccetera -, lavoriamo proprio su di essa per trascenderla e cambiare il nostro destino generale.

La trascendenza non è un Essere trascendente, ma la trascendenza della nostra stessa coscienza. Questa è in grado di cambiare le sorti di un mondo che essa stessa ha così mal-creato.

Non un Essere e neppure un Non-essere, non il Bene e neppure il male, ma ciò che va aldilà del dualismo. Prima e dopo.

Non chiedete a un Dio di aiutarvi, ma impegnatevi a percepire, in questa stessa vita, ciò che va al di là del corpo, della mente e della vostra coscienza.

Per far questo non c’è bisogno di ritirarsi sull’Himalaya o di scegliere una religione o un Dio. L’unico nostro tempio è proprio in noi - nella trascendenza del corpo, della mente, dell’io e della coscienza, là dove finiscono le parole e i concetti.

martedì 27 aprile 2021

Il ciclo karmico

 

Karma significa azione, e azione significa divenire: instancabile movimento e cambiamento. All’inizio, il mondo e la vita sono stati creati inseguendo il gusto del piacere. Ma, per avere piacere, bisogna avere dolore – l’uno non può esistere senza l’altro. Questo non era stato previsto.

Ed eccoci nel ciclo karmico.

Non si tratta di fantasie orientali. Ognuno di noi nasce da altri, ereditando non solo il DNA materiale ma anche le attitudini e le tendenze psicologiche. Ed ecco che ognuno di noi si porta dietro un fardello enorme.

Finché c’è vita, cioè desiderio, una qualche forma di rinascita, qui o altrove, è assicurata. E ogni volta si tratta di una persona nuova fatta di pezzi ereditati dal passato. In sostanza è assicurata una continuità, anche se non come in certe fantasie orientali e occidentali. Altre esistenze, paradisi, inferni e purgatori sono sempre compresenti, anche qui sulla Terra, e continuano ad alternarsi.

Ma siamo sicuri che sia un vantaggio? Karma è essere trascinati, è conflitto esteriore e interiore, è un’attività senza fine e senza pace, è nascita e morte.

Da noi la rinascita è vista come qualcosa di positivo. Ma i più avvertiti capiscono che si tratta comunque di sofferenza. E incominciano ad aspirare ad uscire dal ciclo karmico. Basta con le nascite, basta con la crescita, basta con l’invecchiamento, basta con i conflitti, basta con le malattie, basta con le morti.

lunedì 26 aprile 2021

La Persona e i personaggi

 

Siamo tutti personaggi – vestiti, truccati, tesi ad apparire e a dare determinate impressioni. Sostanzialmente falsi e portati a recitare. Siamo ipocriti, melodrammatici, arroganti, pieni di noi stessi, del nostro ego: io, io, io…

Se ti rendi conto di questo, proprio in quel momento, puoi avvertire la Persona che sta sotto e in fondo a quel pupazzo agitato. La Persona è distaccata, silenziosa, spaziosa, calma, serena, pacata, soddisfatta.

Disidentificati dal personaggetto che reciti e che recita e percepisci la Persona.

Mentre la Persona è unica e reale, i personaggetti sono “uno, nessuno e centomila”.

La dotta ignoranza

 

La Bibbia, i Vangeli, il Corano, la Bhagavad Gita, i Veda, le Upanishad, il Tao Te Ching e tante altre “scitture sacre”: leggile pure per farti una cultura e per capire che cosa gli uomini hanno immaginato e creduto sulla trascendenza. Ma poi renditi conto che sono semplici elucubrazioni umane.

Se vuoi conoscere la verità attraverso le parole, sappi che non può essere la Realtà Ultima.

Il primo passo è conoscere ciò che è stato detto e pensato nei secoli. Il secondo è trascendere queste conoscenze comprendendo che sono frutti dell’ignoranza. Il terzo è affidarsi alla propria esperienza.

Esamina la tua sensazione di esistere, concentrati sulla tua consapevolezza, smetti di usare parole e concetti. La verità non può essere detta, ma solo esperita direttamente.

sabato 24 aprile 2021

Male e malattia

 

Come indica la parola, la malattia non è che una delle innumerevoli forme del male. E tutti gli organismi, invecchiando, vengono sempre più colpiti dalle malattie. Andate in un ospizio per vecchi per rendervi conto di come finisca la vita – non in modo piacevole né misericordioso.

Ma questo significa che il male trionfa sempre. Difficile dunque essere ottimisti.

Le forze che creano la vita alla fine fanno vincere il male.

La gente non vuol sentirsi dire queste verità e preferisce vivere nelle illusioni di qualche rinascita, pur non avendone la minima prova.

Se volete essere letti non scrivete cose del genere e ricorrete a quel vacuo ottimismo di maniera (tutto andrà bene, risorgeremo, c’è un’altra vita, c’è un Dio che ci salva, ritroveremo i nostri cari, non bisogna cedere mai, bisogna lottare sempre, bisogna essere positivi, ecc.) che è pura alienazione.

Difficile guardare in faccia la realtà.

Eppure, è evidente che tutto si degrada e si corrompe – è anche un principio della fisica: si chiama entropia.

Il problema è che la parola vita ha assunto un significato positivo, e non si vede che è invece già una degenerazione.

Non vi augurate quindi di avere un’altra vita, ma di uscire definitivamente dal perverso gioco della vita e della morte.


venerdì 23 aprile 2021

E le stelle stanno a guardare...

 

Sappiamo come funziona il tempo: oggi piove e domani c’è siccità, oggi è caldo bollente e domani è freddo glaciale, oggi c’è l’uragano e domani non si muove foglia, oggi c’è l’alluvione e domani c’è la desertificazione, oggi ci sono gli incendi e domani piove a dirotto, oggi la terra si spacca e domani è sommersa dalle acque, oggi il clima si surriscalda e domani c'è la glaciazione, eccetera, eccetera. Ma vi pare che il tempo si preoccupi di chi sta sotto? Vi pare che il cielo abbia la minima cura di chi subisce i suoi squilibri?

Ebbene, così è Dio.

Ed è per questo che noi cerchiamo sempre un protettore celeste. Forse, invece di pregare gli dei, sarebbe meglio concludere che siamo soli e che dobbiamo cavarcela con le nostre forze.

L'origine della vita

 

L’unica alternativa all’autocreazione o all’incidente cosmico è che l’uomo sia una macchina biologica creata da un Dio sadico o da un apprendista stregone.

Vista la ferocia con cui è stato creato il mondo, speriamo che un Dio del genere non esista – o sarebbe un brutto tipo.

In realtà, siamo noi che creiamo Dio con l’immaginazione, e non viceversa. E il modo in cui lo immaginiamo, ci dice come siamo. Diceva Goethe che “come uno è, così è il suo Dio”.

Stato vegetativo

 

Ci sono persone che, indottrinate dalla religione, credono che sia un dovere tenere in vita artificialmente un loro congiunto il cui cervello è ormai distrutto. Così possono far respirare con macchine un corpo che è vivo solo apparentemente.

Può darsi che in alcuni casi un comportamento del genere venga sorretto dalla speranza che il congiunto possa svegliarsi. Ma, dopo tanti anni, si tratta solo di egoismo e della paura di prendersi la responsabilità di una morte che in realtà è già avvenuta.

Bisognerebbe spiegare a queste persone che la morte è la vera liberazione e che tenere in attività un cadavere è impedire al deceduto di liberarsi definitivamente da una condizione penosa. Credono di difendere la vita, ma imprigionano le anime.

mercoledì 21 aprile 2021

L'ultimo dolore

 

La vita incomincia male e finisce peggio. Sempre dolori, sempre pianti, sempre atrocità. L’ultima di queste atrocità è rappresentata dalla morte di uno dei coniugi prima dell’altro. Dopo una vita passata insieme, ecco che l’uno deve perdere l’altro e rimanere solo. Non so se avete presente l’immagine della regina Elisabetta al funerale del marito. Disperata, sola. Che cosa deve pensare, che cosa deve provare? E questo succede praticamente a tutti, non importa se ricchi o poveri, se potenti o gente comune. L’ultima delle atrocità.

Chissà perché la gente ama tanto la vita. Andrebbe intervistata a quella età, per verificare se la ama tanto.

Forse tanti vecchi perdono la memoria proprio per non pensare più.

lunedì 19 aprile 2021

Segni rivelatori

 

Mi domando sempre perché le povere donne debbano provare nausee e vomiti quando sono incinte, perché debbano gridare quando partoriscono e perché i bambini, uscendo dalla vagina, debbano per prima cosa mettersi a piangere. Non mi sembra che la vita si annunci con segni propizi. Non mi sembra che Dio favorisca la vita.

Lampi di luce

 

La vita va avanti a lampi.

Prima c’è il lampo della creazione. Poi c’è il lampo del concepimento. Poi c’è il lampo dell’innamoramento. Poi c’è il lampo della nascita. Poi c’è il lampo dell’apparizione della coscienza. E infine c’è il lampo della morte. E, tra l'uno e l'altro, scossoni a non finire.

Sì, la vita ha un carattere esplosivo. Il che non è rassicurante.

Non viviamo in un mondo pacifico; la violenza è costitutiva.

Risorgere?

 

Diciamo la verità: questa storia del morire per poi rinascere (chissà quando, chissà come, chissà dove) ci sembra un meccanismo farraginoso e anche poco affidabile. Per non dire che potrebbe essere una truffa perfetta, dato che nessuno ritorna a dirci come è andata.

Magari sarebbe meglio vivere due o tre esistenze di seguito per poi dire basta e sparire definitivamente. In fondo la vita è noiosa e ripetitiva. Che cosa potrebbe esserci di nuovo dopo due o tre esistenze? Non ne avreste abbastanza di questa tragicommedia?

domenica 18 aprile 2021

Vita e amore

 

Si dice che il senso della vita sia l’amore. Ed è vero. Ma che cos’è l’amore se non un abbaglio? Scambi qualcuno o qualcosa per un altro (idealizzazione, illusione…). Ciò che cerchi non lo trovi mai – perfetto così come te lo immaginavi.

Ed è così anche per la vita. Scambi per reale ciò che è irreale… Il mondo, la tua vita, il tuo io… sogni, apparizioni…

Abbagli del cuore e della mente...

sabato 17 aprile 2021

Et fiat lux!

 

Secondo la nostra mentalità, l’emergere della coscienza viene paragonato alla comparsa della luce in un mondo buio – e dunque sarebbe qualcosa di completamente positivo. Ma si può assumere un altro punto di vita: che l’emergere della luce-coscienza sia l’inizio della disgregazione e della degradazione di un tutto unico, completo e autosufficiente – e dunque la comparsa del dualismo, dell’illusione, della mancanza e del desiderio implacabile.

Basta poco a capovolgere i luoghi comuni. Il mondo insomma appare sotto una falsa luce, secondo un dualismo che sarà l’inizio della nostra sofferenza.

Se assumessimo questo secondo punto di vista, dovremmo riconoscere che il mondo è un prodotto degradato e che ciò che c’era prima della luce-coscienza ( e che ci sarà dopo) è molto meglio.

Il peccato originale è esattamente questa scissione.

giovedì 15 aprile 2021

La protezione divina

 

In India si celebra il Kumbh Mela, dove milioni di indù si immergeranno nel Gange per chiedere grazie e protezione ai loro dei. Peccato che questi dei non riusciranno nemmeno a proteggerli dall’inevitabile contagio del covid, che così mieterà altre vittime.

martedì 13 aprile 2021

L'amore astratto

 

In provincia di Perugia, un prete (evidentemente non ipocrita) ha detto ai suoi fedeli: “Mi sono innamorato, perciò lascio il sacerdozio”. Un’assurdità.

I cattolici che parlano tanto di amore non accettano un prete che si sia innamorato davvero. Sarebbe più sensato fare il contrario: fare sacerdoti solo quelli che amano davvero qualcuno. Almeno avremmo la prova che sanno ciò di cui parlano.

Questa idea che ci sia un conflitto tra l’amore terreno ( e dunque concreto) e l’amore divino (astratto) è la più stupida che ci sia. E nega la psicologia umana.

Non si può forse conciliare l’amore per una madre con quello con una sposa? È esattamente il contrario. Evidentemente la Chiesa preferisce avere preti ipocriti o aridi o repressi. Preferisce che vivano contro natura.

Il valore della contemplazione

 

Come può esserci la verità in un mondo d’illusioni? All’interno di un mondo illusorio, di un sogno, niente può essere vero. È tutto falso per definizione.

Ma questo può dirlo solo chi guardi quel mondo dall’esterno.

Dunque, dobbiamo e possiamo contemplare il mondo ponendoci fuori.

La prova dell'esperienza

 

Perfino con la logica umana riusciamo a comprendere che cosa sia la trascendenza. Per esempio, capiamo che una Realtà eterna non può avere né una nascita né una fine e che ciò che ha una nascita e una fine è la nostra realtà temporanea e provvisoria.

Dunque, se c’è in noi qualcosa di eterno, non può né nascere né morire.

Questo lo comprendiamo. Ma esperirlo no.

Eppure dovrebbe essere qualcosa di nostro, anzi la nostra vera identità.

Tra capire ed esperire c’è un baratro. Ci manca sempre la prova dell’esperienza. Ecco perché non possiamo fidarci di certe vette di pensiero. È inutile andare tanto avanti se poi non possiamo provare nulla.

Un briciolo di esperienza vale più di mille idee.

Nello stesso tempo, ciò che comprendiamo intellettualmente ci dice che tante idee sono false, sono fantasie di menti infantili.

lunedì 12 aprile 2021

Satori

 

Molti pensano che lo scopo della meditazione sia quello di ottenere esperienze grandi o piccole di illuminazione o di satori. Ma questo è solo uno scopo. Praticare la  meditazione con questa mentalità finalistica non è sufficiente.

Il secondo scopo della meditazione è stare tranquilli nell’attimo presente, anziché farci travolgere da pensieri negativi e da attività dispersive. È solo in tal modo, tenendo a bada i pensieri sul passato e sul futuro che possiamo assaporare e valutare la vera natura della vita e di noi stessi, senza drammi e senza esaltazioni.

Se otteniamo intuizioni conoscitive ma restiamo tormentati, ci serve a poco. E se otteniamo la tranquillità ma restiamo confusi, è sempre poco.

Stare sereni

 

Il passato non c’è (più), il futuro non c’è (ancora) e il presente è un attimo in bilico tra questi due buchi neri. In effetti, una situazione poco piacevole. Che fare?

Assaporare il più possibile l’attimo presente, che può regalarci momentanee esperienze, positive o negative. Questa è l’arte (eroica) della serenità.

Se ricordiamo il passato e questo è piacevole, soffriamo perché lo abbiamo perso. Se ricordiamo il passato e questo è spiacevole, soffriamo perché lo rievochiamo. Quanto al futuro, tutto dipende da come ce lo immaginiamo

Il problema è che noi viviamo per lo più pensando al passato e al futuro, e ben poco nel presente. Quindi è molto meglio lasciare da parte queste due prospettive mentali, che non sono del tutto reali in quanto interpretate dalla mente.

Questa è l’arte della saggezza.

Concentrarsi sull’attimo fuggente cercando di rimanere sereni senza perdersi nei pensieri sul passato e sul futuro e senza darsi ad attività evasive, questa è l’arte della meditazione.

sabato 10 aprile 2021

Rallentare il mondo

 

In questo universo che si è auto-manifestato, tutto si tiene e ogni cosa dipende dalle altre, seguendo una logica che non è affatto qualla umana.

Prendiamo il caso della sovrappopolazione e dei problemi che ha scatenato. Noi sappiamo che ha provocato effetti devastanti e studiamo come ridurre la crescita degli inquinanti e del surriscaldamento. Ma ecco scoppiare una pandemia che riduce brutalmente la popolazione mondiale. Un caso?

No, così procede la logica disumana del mondo. Non in base a procedimenti delicati e compassionevoli, ma in base a leggi feroci.

Che cosa dovremmo fare, allora? Prima di tutto metterci in una posizione di osservazione e poi non lasciarci coinvolgere dalle dinamiche disumane del mondo, distaccandoci e fermandoci il più possibile. Se ci lasciamo coinvolgere, non avremo futuro.

Dobbiamo lasciar perdere l’illusione di vincere l’eccesso di attività con altra attività. Il fare si vince col non-fare.

venerdì 9 aprile 2021

Il Dio del sesso

 

Se per concepire un figlio, basta accoppiarsi una sola volta o poche volte, perché creare questo continuo bisogno di sessualità... per poi vietarla o condannarla se non rientra in certi canoni? In alcune specie c’è soltanto un periodo dedicato agli accoppiamenti. Ma non per altre specie e per l‘uomo. È un po’ come la storia della mela nel Paradiso terrestre. Perché creare una curiosità e un desiderio per poi vietarli? Il tutto sembra concepito proprio per il sadico piacere di condannare.

Resta il fatto che questo è un dio pansessuale che vuole moltiplicare ogni occasione di riproduzione, in modo da riempire il suo mondo di esseri viventi. IL messaggio che viene da lui è moltiplicatevi, moltiplicatevi, moltiplicatevi… cioè fate sesso il più spesso possibile.

I condizionamenti, le limitazioni e le condanne non hanno dunque niente  a che  fare con il dio della natura, ma con le caste sacerdotali, che cercano di creare conflitti all’interno degli uomini per farli soffrire e dominarli meglio. Ma è un comportamento contronatura!

giovedì 8 aprile 2021

La condizione ottimale

 

Quando ci svegliamo la mattina, subito ci ricordiamo chi siamo, la nostra identità corrente – e tutto ricomincia come prima, in un vertiginoso alternarsi di bene e di male.

Per un po’ ce ne eravamo dimenticati. Ed eravamo usciti dalla dialettica piacere-dolore. Nel sonno profondo, quello senza sogni, il nostro io si era eclissato e non ne sentivamo il bisogno. Nessuno sentiva questa esigenza, dunque non c’era dolore.

Eravamo al di là della coscienza stessa.

Questa sarebbe la condizione ottimale, ma la otterremo solo dopo morti. Nel frattempo, data l’onnipresenza della sofferenza, non c‘è una condizione ottimale - esiste solo il meno peggio.

mercoledì 7 aprile 2021

Il trionfo della morte

 

Leggo un articolo sul Corriere della Sera, scritto da Guido Tonelli, intitolato: “Pasqua, mai come oggi la vita trionfa sulla morte”. A me sembra il contrario. Questione di punti di vista?

Certo, noi, a primavera, vediamo rifiorire tante piante; ma una buona percentuale non ce l’ha fatta e non rifiorirà più. Lo stesso per la pandemia. Molti ce la faranno, ma una buona percentuale non ce l’ha fatta e non ce la farà.

Se vogliamo essere ottimisti, possiamo affermare che la vita ha una notevole forza e si riprende anche dopo tanti cataclismi. Però, su questa strada, le perdite sono enormi – e alla fine sono totali. E questo è un fatto: la vita non è assicurata a nessuno e, anzi, dobbiamo concludere che, alla fine, trionferà proprio la morte.

Questo vale sia nella vita individuale sia in quella universale. Alla fine trionferà la morte.

E, in ogni caso, questo meccanismo della vita è fondato sulla morte (sacrificio?) degli individui. È inutile quindi essere ottimisti. L’unica certezza è che moriremo tutti.

La fortuna di certe religioni si basa proprio sulla negazione della morte. Non moriremo - o, per meglio dire, moriremo, ma risorgeremo tutti! Affermazione del tutto infondata. E auto contraddittoria. Perché ogni vita è collegata alla morte.

E, quindi, anche se dovessimo rivivere mille volte, dovremmo morire mille volte.

Forse, è il caso di ragionare non su una vita eterna, ma su ciò che c’è oltre la vita-morte. L’unica via d’uscita è andare al di là del ciclo del nascere e del morire, non per assicurarsi per sempre un’individualità, bensì per non averne più bisogno.

 

lunedì 5 aprile 2021

Oltre il confine

 

Prima di nascere, prima di svilupparci, non avevamo la sensazione di essere. Poi, un giorno, è apparsa questa informazione: “Io sono!”

Senza questa informazione non saremmo stati che un pezzo di materia.

Ecco il punto: non siamo che informazioni, legate temporaneamente a un pezzo di materia. La nostra natura attuale è proprio questa.

E infatti quando quel pezzo di materia si dissolverà, si dissolverà anche l’informazione, l’idea, il concetto, la sensazione, l’atto della coscienza. E che cosa resterà?

Resterà la nostra natura ultima, che non ha bisogno “per essere” né di informazioni né di coscienza…

La coscienza è dunque la vera creatrice del mondo e del modo in cui viviamo. È il nostro piccolo confine.

Ma, se avvertiamo questo confine, già lo varchiamo.

domenica 4 aprile 2021

La colomba della pace

 

Se credete che qualcuno abbia il potere di far vincere il bene sulla terra e che sia stato incaricato da un Dio e da un Salvatore di fondare una religione e di procedere in tal senso, guardatevi le immagine della fine che hanno fatto le colombe liberate a Pasqua dal Papa – divorate da uccelli rapaci.

Nessuno ha il potere di liberarci dal gioco del bene e del male, della pace e della guerra, perché il mondo si basa proprio su quell’equilibrio. Ci vorrebbe un Dio. Ma quello – come si vede – non c’è. E, se ci fosse, sarebbe feroce, perché avrebbe costruito il mondo sulla contesa mortale.



giovedì 1 aprile 2021

Uomini di fede

 

Diceva Enrico Vaime, l’autore televisivo, che “per essere cretini bisogna crederci fino in fondo”. Ecco la perfetta descrizione di certi uomini di fede.

Il bello è che anche la verità non esiste. È una fede infondata, come tutte le altre. Qualcosa di mentale che non ha niente a che fare con la realtà.

Vivere d'illusioni

 

La gente s’illude che tra poche settimane usciremo dalla pandemia e torneremo a vivere come prima. Ma finché non sarà stato vaccinato l’ultimo uomo sulla Terra, la minaccia continuerà.  Dimostrazione che siamo tutt’uno, che siamo tante facce della stessa medaglia, uniti fin dall’origine.

L’illusione è quella che siamo individui separati.

Il peggio dell'Italia

 

La solita propaganda di regime, veicolata dalle televisioni, ci dipinge un’Italia eroica, tutta dedita a soccorrere gli altri in questa pandemia. Ma noi che conosciamo gli italioti, abbiamo dei dubbi. E così scopriamo l’assessore siciliano che “spalmava” i morti per non far finire la propria regione in zona rossa, aumentando i contagi e i morti; i furbetti che fanno di tutto per farsi vaccinare per primi, facendo morire tanti vecchi; e i medici e infermieri che non si fanno vaccinare e che quindi contagiano i poveri pazienti.

L’Italia dei truffatori, degli ignoranti e degli arroganti non poteva non venir fuori. E così l’Italia degli incapaci (per esempio in Lombardia) che fanno morire gli altri per la loro inefficienza.

D’altronde, ciò che non si è detto ma che aleggia in molti, è che è meglio che muoiano i vecchi e che siano vaccinati i giovani.

L’Italia degli ipocriti, degli egoisti e dei prepotenti (“io sono io e voi non siete che un c…!) non poteva essere sparita di colpo.