martedì 27 aprile 2021

Il ciclo karmico

 

Karma significa azione, e azione significa divenire: instancabile movimento e cambiamento. All’inizio, il mondo e la vita sono stati creati inseguendo il gusto del piacere. Ma, per avere piacere, bisogna avere dolore – l’uno non può esistere senza l’altro. Questo non era stato previsto.

Ed eccoci nel ciclo karmico.

Non si tratta di fantasie orientali. Ognuno di noi nasce da altri, ereditando non solo il DNA materiale ma anche le attitudini e le tendenze psicologiche. Ed ecco che ognuno di noi si porta dietro un fardello enorme.

Finché c’è vita, cioè desiderio, una qualche forma di rinascita, qui o altrove, è assicurata. E ogni volta si tratta di una persona nuova fatta di pezzi ereditati dal passato. In sostanza è assicurata una continuità, anche se non come in certe fantasie orientali e occidentali. Altre esistenze, paradisi, inferni e purgatori sono sempre compresenti, anche qui sulla Terra, e continuano ad alternarsi.

Ma siamo sicuri che sia un vantaggio? Karma è essere trascinati, è conflitto esteriore e interiore, è un’attività senza fine e senza pace, è nascita e morte.

Da noi la rinascita è vista come qualcosa di positivo. Ma i più avvertiti capiscono che si tratta comunque di sofferenza. E incominciano ad aspirare ad uscire dal ciclo karmico. Basta con le nascite, basta con la crescita, basta con l’invecchiamento, basta con i conflitti, basta con le malattie, basta con le morti.

Nessun commento:

Posta un commento