mercoledì 27 gennaio 2010

La Shoah: le radici cristiane

Nella giornata della memoria, nessuno ricorda le lontane origini delle persecuzioni antiebraiche: le velenose frasi del Vangelo di Matteo: «Il suo sangue ricada su di noi e sopra i nostri figli (27,25)», «Perciò io vi dico che vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare (21,43)».


Furono queste dichiarazioni evangeliche che autorizzarono i cristiani a perseguitare gli ebrei, cercando o di distruggerli o di convertirli, e organizzando i pogrom e i ghetti.

Ciononostante, il papa parla dell’olocausto come di un evento attribuibile solo al regime nazista – un tragico errore, nato non si sa da che. Almeno il papa precedente aveva fatto qualche ammissione di colpa.

martedì 26 gennaio 2010

Un mondo magico

Trascrivo alcune frasi tratte da un video americano:


«Ogni cosa esiste in un’estesa onda di possibili localizzazioni, tutte presenti nello stesso tempo. Quando guardiamo assume all’istante una delle possibili posizioni. Il tempo può anche retrocedere.

Il mondo è un insieme di potenziali realtà tra cui scegliere. Un oggetto può essere in due o più luoghi nello stesso tempo. L’ambiente non è una cosa già esistente a prescindere da noi. Le cose non sono che i possibili movimenti dello stato cosciente, scelti momento per momento per attuare la materializzazione della nostra esperienza.

Il mondo non è indipendente dalla nostra esperienza. Gli atomi non sono cose, ma solo tendenze, tutte possibili per la coscienza. L’intero universo è praticamente vuoto. Noi pensiamo che la materia sia qualcosa di pieno, ma in essa non c’è praticamente nulla, è insostanziale. Un atomo non è una pallina; è un centro attorno a cui ruotano elettroni che appaiono e scompaiono di continuo. Ma anche il nucleo appare e scompare tanto velocemente quanto gli elettroni. La materia è pertanto più simile al pensiero, a un bit d’informazione.

Le cose non sono costituite da altre cose, ma dalle idee, dai concetti, dalle informazioni.

Anche se noi facciamo l’esperienza di essere gli osservatori, l’osservatore non c’è. L’osservatore è lo spirito che sta dentro i vari livelli corporali.

L’uomo può influenzare la realtà in cui vive. L’acqua può essere influenzata da impulsi mentali, e il nostro corpo è costituito dal 90% di acqua. Il pensiero può dunque influenzare il corpo.

La realtà è una delle possibilità che la coscienza può scegliere e decidere momento per momento...»



Tutte queste idee non sono concetti di qualche mistico buddhista, ma sono i principi della fisica quantistica. Quando cerchiamo di influire sul nostro corpo o sul mondo con i nostri stati mentali, in realtà stiamo compiendo un esperimento di fisica quantistica, il cui principio fondamentale è: il mondo è dipendente da ciò che noi pensiamo.

domenica 24 gennaio 2010

Essere se stessi

Tutti siamo qualcosa. Ma essere se stessi è difficile, oggi come ieri. Intorno a noi, infatti, tutti cercano di farci essere quello che vorrebbero loro: famiglia, scuola, religione, Stato, amici, parenti, mogli, ecc.


Essere se stessi è difficile anche perché fino a una certa età non sappiamo chi siamo. Oltretutto, in ogni epoca della vita siamo un po’ diversi, e continuiamo a cambiare di continuo. Se vivessimo mille anni come Matusalemme, forse non ci ricorderemmo neppure chi eravamo a vent’anni.

Questo discorso sembra contraddire i messaggi spirituali in cui si invita a superare il proprio ego. Ma bisogna sapere che, per liberarsi da se stessi, bisogna prima essere se stessi. Insomma, il mestiere di uomini non è facile.

sabato 23 gennaio 2010

Olocausto

Giornate della memoria, libri della memoria, viaggi della memoria, treni della memoria, commemorazioni, celebrazioni, tanti bei discorsi...che non servono a nulla, se non a qualche alto papavero per farsi vedere in televisione. Ma se non si prende coscienza che lo sterminio degli ebrei affonda le sue radici nel cristianesimo non si capisce niente.


Le persecuzioni contro gli ebrei furono inaugurate dai Padri della Chiesa che, prendendo a pretesto le parole evangeliche, concepirono un odio furioso contro un popolo che aveva il solo torto di non aver riconosciuto il Messia cristiano. L’esistenza degli ebrei era la dimostrazione vivente che un intero popolo – gli ebrei di cui lo stesso Gesù faceva parte – poteva rifiutare senza esitazione il messaggio cristiano, avendo deciso che Gesù non era affatto il Messia tanto atteso. Uno scandalo intollerabile, una sfida eterna, che doveva essere cancellata dalla faccia della terra. Iniziarono così in tutta l’Europa cristiana i pogrom e i tentativi o di conversione o di limitazione degli ebrei nei ghetti, una parola che guarda caso viene dall’Italia cattolica.

Non si capisce nulla dell’ultimo tentativo di sterminio degli ebrei se non si ricorda che solo nell’Europa cristiana questo aveva un senso, non altrove. E se non si ricorda che la Chiesa tacque di fronte alle vergognose leggi razziali volute dal fascismo, un regime con cui il papa venne subito a patti; e se non si ricorda che una parte dei gerarchi nazisti fu fatta fuggire nell’America latina (e cristiana) proprio dalle alte gerarchie del Vaticano.

E non si capisce nulla se si cede ancora oggi a quella specie di fascismo all’italiana fatto di adorazione dell’uomo forte, servilismo verso il potere, retorica patriottica e appello alle radici cristiane, che tende a sopprimere ogni senso critico e alla fine ogni democrazia.

Riflettere per capire. Studiare la storia per capire. Affrancarsi dai mass media manovrati dai servi del potere. E cambiare cultura religiosa.

martedì 19 gennaio 2010

La non-mente

Il fatto che nell’antichità e in tutto il mondo il primo culto reso alla Divinità fosse quello dei sacrifici (umani e animali) la dice lunga su quale idea gli uomini avessero di Dio: una potenza selvaggia e violenta, padrona della vita e della morte, arbitraria e feroce, che poteva essere placata con sacrifici si sangue. D’altronde questa è l’idea che abbiamo dell’uomo di potere – un uomo più violento, più forte, più implacabile degli altri.


In seguito è arrivato il restyling del “religiosamente corretto” e si è incominciato a dire che Dio è solo amore e bontà, il bene supremo. Vedi Platone e il cristianesimo.

Ma queste belle parole non nascondono la realtà. Quando ci arriva una sciagura incomprensibile, ecco che si riaffaccia l’antica idea di Dio: il Moloch che richiede sacrifici umani. E non se ne esce.

Ci sono religioni che hanno sostituito all’idea di una violenza divina il concetto di karma. Le sciagure che ci colpiscono sono dovute alla nostra stessa responsabilità, ad azioni negative compiute nelle vite precedenti.

Questa soluzione ha il vantaggio di dare un senso all’apparente arbitrarietà delle sciagure, che chi crede in un Dio buono e onnipotente non riesce a spiegare. Ma è inutile nascondersi dietro il dito della logica, che cerca di dare un significato razionale e “morale” ad ogni avvenimento.

In realtà queste soluzioni al problema del male immotivato presuppongono che la nostra logica sia la stessa che guida la mente divina. Ma è più probabile che non sia così. La trascendenza dovrebbe essere (ahimè, in base alla logica) al di là del bene e del male e di tutti i nostri concetti dualistici.

Questo per dire che non può essere la mente a spiegare l’irrazionalità della vita. Può farlo solo la non-mente. È solo la non-mente che può spiegare la non-logica.

Che cos’è la non-mente e la non-logica? Non il contrario della mente e della logica, ma il silenzio della risposta alla domanda della mente logica – silenzio che non è tanto non-pensiero, quanto meditazione dell’intero quadro – una meditazione che sviluppa una consapevolezza sempre più profonda e comprensiva, oltre la razionalità.

domenica 17 gennaio 2010

Le ragioni della fede

In caso di disastri immani, la gente invoca Dio – non si sa se per benedirlo o per maledirlo...o semplicemente perché non sa cos’altro fare. Per esempio, nel caso del terremoto di Haiti, che ha distrutto anche le chiese (a dimostrazione che Dio lì proprio non c’è), i sopravvissuti si aggirano tra i cadaveri, già pronti a ricostruire gli stessi edifici e a invocare la stessa protezione divina. Insomma, non si impara mai nulla.


Anche gli ebrei non hanno imparato nulla dalla storia. Dopo i milioni di morti provocati dal nazifascismo, chiunque altro avrebbe concluso che la sua fede in un Dio protettore era infondata. Ma loro no: hanno ripreso a credere nelle stesse cose di prima, a credere di essere il “popolo eletto”.

E, quel che è peggio, parte degli ebrei italiani non ha ancora capito che il loro sterminio fu voluto in ultima analisi dai cristiani, che hanno sempre voluto o convertirli o annientarli, in quanto popolo che non aveva riconosciuto il loro Messia (un ebreo).

Non hanno imparato nulla, al punto che oggi alcuni di loro accolgono a braccia aperte un papa che non solo ha fatto parte della gioventù hitleriana, ma che vuole anche far santo un altro papa che è stato completamente zitto di fronte alle leggi razziali italiane e alle camere a gas naziste: un vero eroe dell’opportunismo e del segreto desiderio che qualcun altro finisse il lavoro sporco che la Chiesa cristiana aveva incominciato da secoli. Ma come non capire che Hitler fu solo l’ultimo anello della volontà distruttiva dei cristiani? La storia è lì a dimostrarlo: chi furono i primi a perseguitare gli ebrei e a costruire i ghetti?

Irrazionalità delle fedi – per non dire di peggio. Ma questa idea che qualcuno ci protegga dall’alto è la più dura a morire. In un istante una scossa di terremoto può distruggere noi e le nostre chiese, dove ci illudiamo di poter racchiudere la potenza selvaggia e a-razionale di Dio; e in un istante può arrivare una cometa o esplodere una stella che cancellerà per sempre il pianeta Terra. Nell’indifferenza cosmica. Dove sarà allora il Dio della protezione?

giovedì 14 gennaio 2010

Dio e trascendenza

Sono d’accordo con Pascal quando dice: trovo incredibile che la maggioranza degli uomini non si ponga il problema di Dio e viva occupandosi di una quantità enorme di cose fasulle. Ma aggiungerei: trovo incredibile che la maggioranza della gente, dopo aver deciso (o scelto) che Dio esiste o non esiste, ritenga risolto il problema.


Dio è una magra spiegazione, è qualcosa che non spiega niente; e, per di più, impedisce di cercare più a fondo o in altre direzioni. Trovo incredibile che la ricerca teologica si sia fermata a quelle due o tre religioni che dominano il mondo con la loro volontà di potenza. Lo stesso Pascal, che era un genio, fu bloccato dalla sua fede.

In realtà, il problema religioso, ossia il problema del nostro destino, non è riducibile soltanto all’esistenza o all’inesistenza di Dio. Ci sono religioni, per esempio il buddhismo, che fanno completamente a meno del concetto di Dio. Dio potrebbe non esistere, ma la nostra anima sì; Dio potrebbe esistere, ma la nostra anima no. Chi ha stabilito che i due problemi siano connessi?

Trovo che l’umanità abbia in questo un limite enorme; riesce a concepire oggetti complicatissimi, ma in campo teologico è ancora a livello delle scimmie. Il fatto è che il nostro pensiero segue schemi sempre uguali ed è incapace di concepire qualcosa al di là. Ma proprio questo al di là è la trascendenza.

In sostanza il problema religioso è il problema della struttura della nostra mente. Se non si esamina prima questa, tutto ciò che si pensa su Dio rischia di essere un balbettio scimmiesco. Ma come si può esaminare la propria mente se non utilizzando qualche forma di meditazione che escluda almeno temporaneamente le solite categorie conoscitive?

mercoledì 13 gennaio 2010

Le maschere di Dio

Dietro il Dio della vita si nasconde il Dio della morte, dietro il Dio dell’amore si nasconde il Dio dell’odio. Insomma, dietro Dio si nasconde sempre Satana. Ed è inevitabile se si applicano a Dio le categorie dualistiche del pensiero umano. D’altronde, gli uomini non vogliono semplicemente un Dio trascendente, ma un Dio del bene e del male, del paradiso e dell’inferno, della punizione e del premio. E, finché sarà così, (il concetto di) Dio entrerà sempre nelle nostre contese e sarà tirato da una parte o dall’altra, secondo le convenienze.

lunedì 11 gennaio 2010

Crociate moderne

Il papa si lamenta perché in Europa riscontra una crescente avversione verso la religione. Il motivo è semplice: ci si accorge sempre di più del potere fanatizzante della religione – potere cui non si può certo rimediare con il crescente integralismo religioso, anche nel cristianesimo. Cosa può esserci di peggio che scatenare il fanatismo di una religione per contrastare il fanatismo di un’altra religione?

La fede che uccide

Com’è possibile che un musulmano cresciuto in Europa, colto e benestante, solo perché è entrato in contatto con qualche cattivo maestro, sia disposto a uccidersi per uccidere? Secoli di senso critico vanno di colpo a farsi benedire – evaporati, distrutti dalla convinzione di poter approdare a un paradiso. E, d’altra parte, se non ci fosse quella fede in un paradiso, chi sarebbe disposto a morire per uccidere un presunto nemico?


Paradossalmente, è la fede nell’aldilà che sta alla base di simili atti fanatici. Riflettano tutte le religioni...Tutto sommato, dà più valore alla vita chi non crede che chi crede.

Con questo non voglio dire che non si debba credere o che sia meglio non credere. Ciò di cui parlo sono le religioni istituzionali, che offrono un'immagine prefabbricata e politicizzata di Dio.

domenica 10 gennaio 2010

Felicità e infelicità

Tutti questi libri sulla felicità non devono far dimenticare il fatto che non si può bandire l’infelicità dalle nostre esistenze. Tutti devono nascere, crescere, ammalarsi, invecchiare e morire.


Dobbiamo ricordarci che gli opposti sono complementari e che l’esistenza della felicità comporta l’esistenza dell’infelicità. Naturalmente c’è chi sarà più felice e chi meno, ma nessuno potrà evitare l’infelicità, la sofferenza, il dolore.

Perciò, tutta la nostra saggezza deve sì servirci a ridurre i danni, ma deve anche prepararci ad assorbire gli inevitabili colpi della sofferenza. Non illudiamoci però di poterli scansare per sempre. Prima o poi ne saremo investiti, e quindi un buon manuale sulla felicità deve saperci addestrare ad elaborare l’infelicità.

venerdì 8 gennaio 2010

False speranze

Fateci caso: spesso si parla di speranza perché non si vuole far nulla di concreto per migliorare la situazione; e si parla di ottimismo perché si vuole impedire l’uso del senso critico.


Lasciamo perdere speranze e ottimismi, e guardiamo in faccia la realtà.

giovedì 7 gennaio 2010

La messa è servita

Quando Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto: in altri termini, poiché gli italiani non vanno più a messa, la messa va dagli italiani – attraverso la televisione. Ecco perché, non si sa in base a quale legge non scritta, tutte le sere, i vari telegiornali riferiscono le esternazioni del papa, non diverse per qualità da quelle di un qualunque parroco di campagna. Anzi, si ha l’impressione che il papa parli proprio in funzione delle riprese televisive. Insomma,cercasi, disperatamente, un canale laico che non ci ammannisca tutte le sere le banali omelie papali.


Non si sa quale sia l’effetto di questa predicazione, ma evidentemente si pensa che serva a qualcosa, se non altro a introdurre nella psiche quella melassa di concetti religiosi in base ai quali si possa dire che gli italiani si sentono cattolici. Gesù Bambino, la Madonna, il perdono, l’amore di Dio, i re magi, il magistero della Chiesa, la sacra sindone, la croce, i miracoli, i santi, l’eroismo dei papi, la confessione...tutte le sere i telespettatori, volenti o nolenti, devono ingurgitare, oltre ai loro pastoni culinari, anche quelli religiosi.

Una volta si diceva che la religione è l’oppio dei popoli; oggi è tutt’al più una valeriana, da prendere durante i pasti.

Ascetismo metropolitano

Ma quando mai la spiritualità è consistita in certezze? La religiosità esibita è uno dei comportamenti meno religiosi che ci siano. Anche la religione ridotta a parole e a discorsi.


Orsù, un po’ di ascetismo, un po’ di silenzio, un po’ di sobrietà!

sabato 2 gennaio 2010

"Non nominare il nome di Dio invano"

Mai comandamento è stato più violato di questo. Per esempio, oggi in Iran, gli ayatollah che vogliono imporre la loro dittatura accusano gli oppositori di essere “nemici di Dio.” Ed è sempre stato così, anche dalle nostre parti.


In realtà, nessuno resiste alla tentazione di tirare Dio dalla propria parte. E quindi si nomina spesso a sproposito il nome di Dio. Ma non invano – perché qualcuno ci crede.

Omelie

Il papa critica le omelie dei preti. E noi siamo d’accordo: sono noiose e non dicono nulla di nuovo.


Se però crede che le sue siano meno banali, si illude. A noi fanno lo stesso effetto: ripetizione di luoghi comuni e di formule scontate.

Et fiat lux

Il fatto che si festeggi il Capodanno tirando razzi, bombe e botti la dice lunga sulla natura umana, che evidentemente ha la violenza nel suo DNA.


D’altronde, come potrebbe essere diversamente visto che, secondo gli scienziati, l’universo avrebbe avuto origine da un’immensa esplosione – il big bang?

Siamo tutti figli di un Dio bombarolo – un Dio che non riesce a contenersi e che ogni tanto esce fuori di sè con un’esplosione. Insomma, dà di matto. Come noi.