martedì 19 gennaio 2010

La non-mente

Il fatto che nell’antichità e in tutto il mondo il primo culto reso alla Divinità fosse quello dei sacrifici (umani e animali) la dice lunga su quale idea gli uomini avessero di Dio: una potenza selvaggia e violenta, padrona della vita e della morte, arbitraria e feroce, che poteva essere placata con sacrifici si sangue. D’altronde questa è l’idea che abbiamo dell’uomo di potere – un uomo più violento, più forte, più implacabile degli altri.


In seguito è arrivato il restyling del “religiosamente corretto” e si è incominciato a dire che Dio è solo amore e bontà, il bene supremo. Vedi Platone e il cristianesimo.

Ma queste belle parole non nascondono la realtà. Quando ci arriva una sciagura incomprensibile, ecco che si riaffaccia l’antica idea di Dio: il Moloch che richiede sacrifici umani. E non se ne esce.

Ci sono religioni che hanno sostituito all’idea di una violenza divina il concetto di karma. Le sciagure che ci colpiscono sono dovute alla nostra stessa responsabilità, ad azioni negative compiute nelle vite precedenti.

Questa soluzione ha il vantaggio di dare un senso all’apparente arbitrarietà delle sciagure, che chi crede in un Dio buono e onnipotente non riesce a spiegare. Ma è inutile nascondersi dietro il dito della logica, che cerca di dare un significato razionale e “morale” ad ogni avvenimento.

In realtà queste soluzioni al problema del male immotivato presuppongono che la nostra logica sia la stessa che guida la mente divina. Ma è più probabile che non sia così. La trascendenza dovrebbe essere (ahimè, in base alla logica) al di là del bene e del male e di tutti i nostri concetti dualistici.

Questo per dire che non può essere la mente a spiegare l’irrazionalità della vita. Può farlo solo la non-mente. È solo la non-mente che può spiegare la non-logica.

Che cos’è la non-mente e la non-logica? Non il contrario della mente e della logica, ma il silenzio della risposta alla domanda della mente logica – silenzio che non è tanto non-pensiero, quanto meditazione dell’intero quadro – una meditazione che sviluppa una consapevolezza sempre più profonda e comprensiva, oltre la razionalità.

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