Giornate della memoria, libri della memoria, viaggi della memoria, treni della memoria, commemorazioni, celebrazioni, tanti bei discorsi...che non servono a nulla, se non a qualche alto papavero per farsi vedere in televisione. Ma se non si prende coscienza che lo sterminio degli ebrei affonda le sue radici nel cristianesimo non si capisce niente.
Le persecuzioni contro gli ebrei furono inaugurate dai Padri della Chiesa che, prendendo a pretesto le parole evangeliche, concepirono un odio furioso contro un popolo che aveva il solo torto di non aver riconosciuto il Messia cristiano. L’esistenza degli ebrei era la dimostrazione vivente che un intero popolo – gli ebrei di cui lo stesso Gesù faceva parte – poteva rifiutare senza esitazione il messaggio cristiano, avendo deciso che Gesù non era affatto il Messia tanto atteso. Uno scandalo intollerabile, una sfida eterna, che doveva essere cancellata dalla faccia della terra. Iniziarono così in tutta l’Europa cristiana i pogrom e i tentativi o di conversione o di limitazione degli ebrei nei ghetti, una parola che guarda caso viene dall’Italia cattolica.
Non si capisce nulla dell’ultimo tentativo di sterminio degli ebrei se non si ricorda che solo nell’Europa cristiana questo aveva un senso, non altrove. E se non si ricorda che la Chiesa tacque di fronte alle vergognose leggi razziali volute dal fascismo, un regime con cui il papa venne subito a patti; e se non si ricorda che una parte dei gerarchi nazisti fu fatta fuggire nell’America latina (e cristiana) proprio dalle alte gerarchie del Vaticano.
E non si capisce nulla se si cede ancora oggi a quella specie di fascismo all’italiana fatto di adorazione dell’uomo forte, servilismo verso il potere, retorica patriottica e appello alle radici cristiane, che tende a sopprimere ogni senso critico e alla fine ogni democrazia.
Riflettere per capire. Studiare la storia per capire. Affrancarsi dai mass media manovrati dai servi del potere. E cambiare cultura religiosa.
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