sabato 31 luglio 2021

Il luogo del divino

 

Vorrei che si capisse bene la differenza: un conto è un Dio che se ne sta separato in un Iperuranio o chissà dove, e un altro conto è un Dio che è presente in ogni cosa e quindi anche in ognuno di noi. Il primo non può che essere pregato, così come si pregano i potenti di questo mondo quando si vuole da essi qualche grazia o qualche protezione. Il secondo è la nostra stessa essenza che va riscoperta e liberata dalle sovrastrutture limitanti.

Per mobilitare questo secondo Dio non servono preghiere, rituali, offerte, parole, ceri, culti, rinunce o sacrifici. Serve essere consapevoli della sua presenza in noi, ponendo la mente a riposo.

L’ignorante cerca Dio al di fuori di sé, in un “luogo” esterno. Il saggio lo cerca in sé, come Sé.

venerdì 30 luglio 2021

Espandere la coscienza

 

Molti uomini credono che esista un Creatore e Signore del mondo, un Essere da adorare e a cui chiedere aiuto. Ma, se fosse così, sarebbe possibile instaurare un dialogo – basterebbe pregare perché le cose ci vadano bene o perché ci venga tolto il male. Purtroppo le cose non vanno così: spesso non arriva nessuna risposta. Ed è impossibile dialogare con questo fantomatico Interlocutore divino. Quindi ci viene il fondato dubbio che non esista.

Se però scopriamo che Dio è pura coscienza infinita e che una sua parte è la nostra stessa coscienza, il problema di pregare non si pone più. Non dobbiamo pregare questo presunto Signore cosmico, ma dobbiamo dilatare la nostra stessa coscienza in modo da avvicinarla a quella universale.

Se la coscienza infinita ha “creato” il mondo semplicemente essendone consapevole, la parte di essa che è in noi può cambiarlo. Non con una preghiera, ma espandendo se stessa.

Certo, espandere la coscienza non è facile, perché dobbiamo trascendere i limiti che ci siamo imposti, sbarazzandoci dei tanti concetti e delle tante false convinzioni (fra cui quella di essere degli individui separati) che ci hanno ristretto in una coscienza personale così piccola e impotente.

mercoledì 28 luglio 2021

I negazionisti

 

Il negazionismo non è una novità di questa epoca, ma è il fondamento del mondo. Non importa che cosa si neghi – in realtà si vuol nascondere la verità. IL negazionista è ignorante, ma, avendo paura, vuol negare la realtà stessa di ciò che lo spaventa.

In tal senso è sinonimo di ignoranza; non l’ignoranza di questo o di quello, ma quell’ignoranza metafisica che vela la verità per far nascere il mondo.

L’essere non potrebbe esistere senza questa oscurità. Sarebbe troppo luminoso per le menti umane. E allora entra in gioco l’ignoranza. La quale nasconde che il mondo è un fenomeno deteriore, il prodotto di una decadenza, di una catastrofe, di una perdita di equilibrio, di una involuzione.

Illuminarsi è vedere il potere oscurante della mente e metterlo da parte, almeno per poco. Allora appare la verità, che non ha più bisogno di orpelli, di falsità e di menzogne.

Il mondo è un sogno, un’illusione, un’apparenza. E finché ci sarà vita, ci sarà chi nega questa elementare verità; ossia ci saranno gli ignoranti. I quali negheranno anche tante altre verità. E' un istinto atavico.

lunedì 26 luglio 2021

La fine delle allucinazioni

 

Come, alla fine di un sogno notturno, subentra il riposo profondo, così quando ci si risveglia dal sonno della vita, ci si libera di idee, concetti, percezioni e rappresentazioni, e si scopre che l’Universo è una pura apparenza, senza sostanza: un gioco di luci e di ombre, uno spettacolo di ombre cinesi.

Allora, colui che vede questo scenario è il Testimone che non sproloquia più di Dio, di paradiso, di inferno, di premi, di punizioni, di religioni e di peccati, e assiste ormai distaccato all’intera tragicommedia, aspettando che sparisca il più presto possibile.

Il marchio della vita

 

Come volete che sia un Universo nato da una catastrofe, da un parossismo? Esattamente quello che ci risulta: selvaggio, violento, feroce, pieno di contrasti - anzi basato sui contrasti. Anche la Terra è fatta così: si passa da regioni a meno 70 gradi ad altre in cui ce ne sono più 50: caldo asfissiante, gelo, terremoti, vulcani, uragani, siccità, fenomeni estremi. Quanto agli altri pianeti, alle stelle, alle galassie e ai buchi neri, situazioni mostruose e invivibili, a stento descrivibili.

Leggo due definizioni di parossismo, che vanno bene entrambe:

-       La fase esasperata di una situazione, contrassegnata dall’abbandono del controllo

-       In medicina, l’acme di un processo morboso.

Proprio di un processo morboso si tratta. Una malattia dell’essere.

Ed anche la nostra anima risulta fatta in questo modo: piena di ogni genere di contrasto. Per fortuna si tratta tutto di un’illusione, di un sogno, di un incubo… che finisce in fretta, lasciando il posto all’equilibrio iniziale.

sabato 24 luglio 2021

Le cose accadono

 

Noi siamo convinti di essere gli autori dei nostri pensieri, delle nostre sensazioni, delle nostre emozioni, delle nostre decisioni e quindi della nostra azioni. Diciamo infatti: “Io penso… io sento… io faccio…io decido, ecc.” Ma la verità è che tutte queste azioni avvengono senza il nostro intervento – i pensieri, le sensazioni, le emozioni, ecc. non sono decise da noi. Noi le subiamo. Le cose accadono non perché siamo stati noi a volerle, ma perché sono all’interno di un divenire incessante. È un po’ come essere in un grande tavolo da biliardo in cui un colpo ha messo in movimento tutto: da quel momento le cose accadono perché tutte le palline interagiscono fra loro.

Certo possiamo decidere di dare anche noi un colpo che deve seguire determinate traiettorie. Ma, in un tavolo immenso, non saremmo in grado di seguire e prevedere tutte le traiettorie. Dunque le varie azioni accadono non per la nostra specifica volontà, ma per la volontà di chi ha fatto partire tutto.

Anche noi, in quanto individui, siamo il prodotto di questo grande gioco. In tal senso, se la nostra individualità, con tutte le sue facoltà e la volontà individuale, è predeterminata, il nostro spazio di manovra è infimo, trascurabile. Ci sembra di decidere, ma troppe cose sono pre-decise.

Ecco perché il Buddha poteva dire: “Gli eventi accadono, le azioni vengono compiute, ma non c’è alcun individuo che agisce”.

Lottare contro il nostro destino è praticamente impossibile…. Che si lotti o no, che si decida o no, sarà comunque opera del destino.

venerdì 23 luglio 2021

I sacri investimenti

 

Premi, castighi, sconti, investimenti, condanne, profitti, interessi, guadagni, perdite… Dio come il Supremo Banchiere, il Supremo Giudice, il Supremo Amministratore… anche il cielo in mano ad astuti affaristi! La mente che ha creato il mondo ha creato anche l’inferno, il paradiso, il purgatorio, Dio e la suprema Partita Doppia!

Com’è ovvio, niente di tutto questo è reale. Di là finisce tutto, anche gli investimenti in opere di bene.

La santa economia

 

Il mondo è strano. In questi tempi di pandemia, ci sono certi uomini politici che preferiscono far sopravvivere l’economia anziché far sopravvivere la popolazione. In effetti fanno gli interessi dei ricchi che si salvano comunque con i loro medici e le loro ville faraoniche.

L’economia, i soldi, sono la cosa più importante in questo mondo, perché la ricchezza ti fa ottenere qualunque cosa tu possa desiderare (tranne la verità). In tal senso sono il Dio di questo mondo: Gesù che lo aveva capito diceva che non si possono servire due padroni, Dio e Mammona (i soldi), perché se si serve l’uno si perde l’altro. Ma non aveva ancora conosciuto la Chiesa che avrebbe preso indebitamente il suo nome e che, pur parlando di Dio, insegue sempre la ricchezza attraverso oculati investimenti in immobili, banche, ecc.

D’altronde, le religioni hanno sempre inseguito il potere e la ricchezza, perché hanno sempre capito che senza queste due cose non di fa niente su questa Terra. Ma la mentalità economico-finanziaria è l’essenza stessa delle religioni, che vorrebbero applicare anche all’aldilà i concetti di profitti e perdite, guadagni, interessi, ecc. Secondo loro Dio è proprio una specie di Grande Banchiere che presta la vita e i talenti e poi li rivuole indietro con gli interessi. E, se non investi bene, sono guai dopo. Leggete la parabola evangelica dei talenti e vedrete ch si conclude con il manifesto del capitalismo: “A chi ha sarà dato e vivrà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha…”

No, il mondo non è strano: è esattamente il prodotto di un pensiero economico che permea ogni cosa e ogni individuo. E che naturalmente non ha niente a che fare con la verità. Uomini con questa mentalità non solo non possono salvare il mondo, ma neanche se stessi.

 

giovedì 22 luglio 2021

Ciò che si perde e ciò che rimane

 

Poiché siamo attaccatissimi al nostro corpo fisico, vogliamo sperare – nei nostri migliori sogni - che ci sopravviva, magari sotto forma di energia. Ma avete mai visto un’energia che se ne vada in giro senza una forma fisica? E poiché siamo attaccatissimi alla nostra identità psichica, vogliamo sperare – nei nostri sogni più arrischiati – che ci sopravviva, magari sotto forma di spirito. Ma avete mai visto uno spirito che se ne vada in giro senza un corpo?

Dobbiamo dunque ammettere che morirà il nostro corpo e morirà la nostra coscienza. Purtroppo ci siamo identificati con entità che spariranno. Sparirà il corpo, sparirà, la mente, sparirà la coscienza, sparirà l’io e sparirà la memoria. E allora su che cosa possiamo puntare?

Su ciò che c’era prima di tutto questo e che rimarrà anche dopo, su qualcosa che non può morire per il semplice fatto che non è mai nato, che è universale ed eterno. Si dirà però che questa realtà universale non è personale, non è individuale. E dunque perderemo noi stessi, la nostra identità!

D’accordo, ma chi perderà, se mancherà proprio il soggetto? Chi si dispererà?

Adesso ci disperiamo, proprio perché ci siamo individuati… ma dopo? Chi ci sarà a soffrire? Proprio nessuno.

Che colpa ne ha il Non-nato e il Non-morto se ci siamo illusi di essere nati e se siamo terrorizzati dal morire? Che colpa ne ha il Reale se ci siamo persi nell’irreale?

martedì 20 luglio 2021

Vita eterna

 

Molti credono in vite precedenti o in vite successive. Ma finché c’è vita, c’è morte – con tutte le negatività relative (vecchiaia, malattia…) – e dunque sofferenza.

Solo la fine dell’intero ciclo vita-morte può portare alla fine della sofferenza.

Alcuni s’immaginano, dopo la morte, di vivere in eterno in compagnia di Dio e dei loro cari. Ma che significa vita eterna? C’è il tempo o non c’è? Se c’è il tempo, quella vita non può essere eterna. E se non c’è il tempo, è un’eterna immobilità.

La verità è che non si ragiona mai seriamente su queste cose e ci si affida a un generico ottimismo senza fondamento.

lunedì 19 luglio 2021

Io sono la via

 

“Io sono la via” dice il Cristo. “Io sono colui che indica la via” afferma il Buddha. “Ma ognuno deve cercarla da solo”.

Così tutti cercano la via, e indagano dappertutto. La cercano nelle chiese. La cercano presso qualcuno. La cercano lontano, davanti e dietro di sé. Scrutano l’orizzonte… Dove sta mai questa via?

Non lontano, non davanti, non a destra, non a sinistra, non in alto, non in basso… È proprio là dove siamo.

Però anziché cercare un percorso, un sentiero, un strada, dobbiamo trovare la via da cui siamo venuti. Certo siamo venuti dall’utero di nostra madre e dalle ghiandole di nostro padre, Ma, prima ancora, dove eravamo? Nei loro predecessori. D’accordo. Ma prima ancora?

Compiendo il percorso a ritroso, ritorniamo all’origine, là da cui tutto era partito. La coscienza, la sensazione “io sono”…

Questa è meditazione – chiedersi “chi sono io?” cercando di percepirlo, di sentirlo.

Quanto alle religioni, con i loro rituali, le loro preghiere, i loro sacrifici, le loro genuflessioni, le loro prostazioni… sono lontane mille miglia dalla via.

venerdì 16 luglio 2021

La natura della vita

 

Quando nel caos cosmico generale, nella grande lotteria universale, si creano le condizioni per la vita (giusta temperatura, acqua, ecc,), ecco che la vita fiorisce. Ma tutti gli esseri viventi sono dominati da una volontà di potere che li porta a riprodursi e a mangiare senza limiti. Dal semplice virus all’essere umano, tutti vogliono moltiplicarsi all’infinito finendo per distruggere il pianeta in cui vivono. “Crescete e moltiplicatevi!” ingiunge il Dio biblico. E così abbiamo fatto… in preda a un impulso cieco.

Se fosse per noi, ci accoppieremmo senza fine e mangeremmo senza fine. Il che significa che dovremmo divorare tutti gli altri esseri viventi, in una lotta perenne di tutti contro tutti. Perché, per vivere, c’è un unico mezzo: divorare gli altri esseri.

Qualcuno, che non è certo un Dio benefico, ha istituito questa legge, da cui non si può prescindere.

Il pianeta è dunque in preda a una guerra continua e implacabile, sia tra le varie specie sia dentro le singole specie. Ognuno cerca la vita-potere e dunque la distruzione degli altri. Per esempio, anche il virus che ci devasta attualmente vuole fare la stessa cosa, uccidendo (noi) per moltiplicarsi.

Noi naturalmente cerchiamo di reagire, uccidendo (il virus) per moltiplicare noi stessi. Ma è sempre una guerra per la supremazia.

Questa è la vera natura della vita, non importa se di un virus, di una pianta, di un animale o dell’uomo. La muffa che attacca la mela vuole moltiplicarsi, incurante del fatto che alla fine ucciderà la mela e se stessa.

Per vivere senza distruggere tutto, avremmo la coscienza. Ma la coscienza è una piccola isola in mezzo a un oceano di inconsapevole volontà di dominazione e replicazione.

L’unica salvezza consisterebbe nello sviluppare la consapevolezza in modo sistematico (meditazione). Peccato che le grandi religioni invitino alla fede in una specie di Super-Volontà di potenza e non alla presa di coscienza.

Se siamo vicini all’apocalisse, ci vuole ora una filosofia dell’apocalisse.

giovedì 15 luglio 2021

La nascita della sessualità

 

Ma perché anche i maschi hanno le tette? A cosa servono loro?

In effetti dalla quarta alla settima settimana di gestazione i sessi sono indistinguibili e la loro differenziazione si completerà solo alla dodicesima settimana. Ciò significa che all’origine il modello è unico – ecco perché i maschi hanno le tette e le femmine hanno un piccolo pene.

Per un certo periodo, maschi e femmine sono indifferenziati, il che vuol dire che siamo tutti potenzialmente bisessuali e che possiamo sviluppare più o mano le qualità della mascolinità e della femminilità. Sono solo le convenienze, la cultura, la tradizione, la religione, la società… che ci dice cosa accentuare.

Lo stesso Freud aveva sostenuto che il bambino è un “perverso polimorfo” perché cerca il piacere senza alcuna finalità riproduttiva e con qualunque zona erogena.

Dunque, tentativo di irreggimentare il comportamento sessuale, oltre che fallimentare e repressivo, si accompagna sempre a quelle ideologie che vogliono mortificare la libertà individuale. Ancora oggi.


mercoledì 14 luglio 2021

Chi ha creato il nondo?

 

Ma, se Dio non c’è, chi ha creato il mondo? Ecco il grande pregiudizio. Che le cose, per essere, debbano essere create da qualcuno.

Eppure nessuno ha esperienza di qualcosa che viene creata. Noi vediamo solo cose che nascono da altre cose, che si trasformano, che cambiano. Ma nessuna creazione.

Niente si crea e niente si distrugge, ma tutto si trasforma – questa è a nostra esperienza.

Dunque, le cose sono perché sono, non perché siano state create.

Di Dio non c’è nessun bisogno, se non per “consolarci dell’esser nati”.

Da dove vengono allora? Da altre cose o dal nulla. Ecco, il nulla è il più grande candidato ad esser Dio. Ma sarebbe pur sempre un nulla. Il che è come dire che non c’è (in quanto creatore), e che le cose nascono spontaneamente, da sole.

lunedì 12 luglio 2021

Il segreto della trasformazione

 

Noi crediamo che Dio sia il potere che ci ha creato, ma siamo noi che creiamo Dio, nel senso che se non ci siamo noi, se non ci sono la nostra coscienza, la nostra mente, il nostro pensiero e il nostro riconoscimento… non c’è nessun Dio.

Noi crediamo che Dio debba fondare religioni e dettare leggi e comandamenti, ma il vero Dio non parla e non scrive. L’immanifesto non può creare niente e non parla. Non è neppure cosciente.

Ciò che è cosciente è spaccato in due. Ciò che crea il mondo è la coscienza, che non è un Dio, ma ciò che ci permette di essere presenti a noi stessi e quindi divisi in due. Il mondo è creato da questa coscienza, che è anche la nostra in piccolo, ma che è destinata a scomparire.

Senza coscienza scompare il mondo, e scompare il Dio dell’uomo.

Il mondo è così come lo pensa la nostra coscienza – per questo è fatto così male, violento, squilibrato, approssimativo.

Ma c’è una speranza di miglioramento. Ciò che la coscienza ha costruito (in modo illusorio), la coscienza può cambiare. Ed è un enorme potere, che per ora sfruttano solo le scienze.

È necessario dunque sviluppare il nostro modo di essere coscienti – e il nostro modo di essere consapevoli di essere coscienti (meditazione). Lì è il segreto della trasformazione.

Dobbiamo addestrarci ad essere consapevoli in maniera diversa. E non credere che basti fare sforzi di volontà per cambiare le cose. È semmai il contrario dello sforzo.

Se devo guarire da una malattia, non basta che mi metta lì a ripetere a me stesso: “Guarisci, guarisci, guarisci…”, ma cambiare la mia coscienza che è all’origine di quella malattia. Aspirare, attirare, predisporre, creare il vuoto creativo, ritornare all’origine, propiziare

 

 

domenica 11 luglio 2021

L'esistenza come negatività

 

La coscienza individuale è destinata comunque a svanire. Noi invece faremmo qualunque cosa per preservarla e speriamo di avere altre vite o esistenze ultraterrene. Tutto sbagliato. Abbiamo scambiato la nostra coscienza, che è una spaccatura, una divisione, per il vertice e lo scopo della nostra vita. Invece è il contrario. La nostra vera realtà c’era prima, prima della spaccatura, e in effetti c’è sempre, anche adesso.

La spaccatura non porta altro che infelicità. Perché essere così attaccati ad essa?

Se fossimo intelligenti dovremmo far di tutto per abbandonare i falsi attaccamenti e le false identificazioni individuali.

L’esistenza non ci aggiunge assolutamente nulla: è come un barocchismo inutile, distruttivo della pura forma originale. Non dobbiamo acquisire nulla. Abbiamo già tutto,siamo già il tutto.

La coscienza non è che la sensazione della presenza a se stessi. Ma questa sensazione, aggiungendo qualcosa di irreale, cancella l’unità. Perché il nostro Sé originale non ne ha bisogno.

La preghiera del cuore

 

È la preghiera più nota del cristianesimo che ci invita a ripetere continuamente è: “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbia pietà di me, peccatore!”

È quanto di peggio ci sia. Insegna due cose profondamente negative: prima, che noi siamo peccatori per definizione, e secondo che dobbiamo chiedere pietà a Dio.

Ma perché dobbiamo ridurci a sottometterci a una volontà divina che, dopo averci creati, richiede che invochiamo pietà? Che razza di Dio veneriamo? Che razza di mondo è questo?

sabato 10 luglio 2021

All'insegna della catastrofe

 

L’universo non ha avuto origine da una creazione calma, serena e ordinata, così come è raccontato dalla Bibbia: “Il primo giorno Dio creò… il secondo giorno Dio creò… il terzo giorno Dio creò… e così via”.

No, ha avuto origine da un’esplosione apocalittica, da una catastrofe la cui espansione non è ancora finita.

È di questo di cui bisogna tener sempre conto, per non illuderci che a noi non capiti mai. Il mondo passa da una catastrofe all’altra, da una crisi all’altra, da un terremoto all’altro, sia a livello generale sia a livello individuale.

La parola “catastrofe” deriva da un termine greco che significa capovolgimento, ribaltamento, stravolgimento.

Dunque, c’è poco da stare tranquilli. Lo ricordo perché non ci si affidi a qualche Provvidenza,  all’aiuto di qualche Dio immaginario. Dobbiamo essere preparati al tutto, non dormire come stiamo facendo, sognando paradisi.

È inutile pregare gli dei. Gli dei non esistono che nella nostra mente.

È da una catastrofe che siamo stati catapultati su questo pianeta, non da un soffio gentile.

venerdì 9 luglio 2021

Il grande Orgasmo

 

Secondo il mito platonico – ripreso da Aristofane – un tempo c’erano esseri umani androgini (maschili e femminili insieme) che erano molto potenti e suscitavano l’invidia e il timore degli dei, i quali un giorno li divisero a metà; e così da quel momento le due metà si cercarono a vicenda per riunirsi. “Dunque al desiderio e alla ricerca dell’intero si dà il nome amore” (Platone, Simposio).

Quello che è evidente è che nella ricerca d’amore c’è un tentativo di fusione. I due si riuniscono sessualmente per dar vita alla completezza. In effetti, al culmine dell’unione sessuale, ci si dimentica del proprio io e si trova questa fusione, che però può avvenire solo per pochi istanti. Finito l’atto, i due ritornano divisi.

Dopo essere usciti dall’utero materno, maschi e femmine cercano di ritornarvi, e questo avviene attraverso il massimo del piacere, l’orgasmo.

C’è da dire che nell’orgasmo si trascende per un istante la dualità e l’individualità, e non ci si trova tanto male. Anzi, c’è il massimo del godimento.

L’individualità, pur essendo una grande conquista, è anche un grande peso, tant’è vero che tutti cercano di liberarsene.

Ora, questi sono i due movimenti basilari dell’essere umano: l’acquisizione dell’individualità e il tentativo continuo di superamento e di fusione. E quest’ultimo si presenta come il massimo dei piaceri.

Resta il fatto che alla fine, con la perdita dell’individualità dovuta alla morte, si dovrebbe tornare nel grande alveo, il grande vuoto che è in realtà l’origine e il fine della vita. Il grande Orgasmo.

C’è dunque speranza nella morte.

E lasciamo perdere gli dei, che sono sempre i nostri nemici.

giovedì 8 luglio 2021

L' oscena preghiera

 

Pochi si rendono conto come pregare sia un atto indegno – come quello di chi sotto la tortura prega il carnefice e tradisce tutti e la propria dignità. Pregare è un atto di viltà, una vergognosa sottomissione al potere, un cedimento del carattere.

Stimate forse il leccapiedi che si sottomette senza pudore al padrone per ottenere grazie favori?

Il tempo del non-essere

 

Quando dormi profondamente senza neppure sognare, ti senti forse male? Mi pare di no.

Perdere l’individualità non è un dramma, ma la liberazione da un’ingessatura.

Sei stato già morto molto più che vivo. Stavi male? Mi pare di no.

C’è un tempo per tutto: per essere e per non-essere. Ma, per soffrire, c’è solo il tempo dell’essere.

Essere positivi

 

“Essere positivi”… un tempo questa frase era un’affermazione di ottimismo. Oggi, in tempi di pandemia, ci terrorizza.

Meglio essere negativi.

Perdite insanabili

 

Quando ci muore una persona cara, ci mettiamo a piangere perché ci viene a mancare un supporto. Ma è chiaro che piangiamo su di noi che restiamo sempre più soli.

Quanto a colui che è morto, dovremmo esserne felici, dato che si è liberato di un peso enorme.

E che mondo è quello che condanna a morte tutti lasciando vivi i superstiti a soffrire? Sadismo?

Conosco una donna novantenne cui è morto prima un figlio, poi il secondo, e infine il marito. È rimasta sola con un gatto, che sta morendo anche lui. Quanto deve soffrire ancora?

C'è un limite alla sofferenza?

La spinta riproduttiva

 

Tutte queste persone che vorrebbero riprodursi per conservare in un certo senso la propri identità, per moltiplicare tanti piccoli se stessi… non hanno evidentemente consapevolezza della proprio piccolezza, della propria mediocrità, della propria non-unicità, non-originalità. Che farci? Sono pochi coloro che sono consapevoli. Il mondo conta sulla non-consapevolezza per andare avanti.

Se gli uomini e le donne fanno figli solo perché hanno bisogno di accoppiarsi e di sfogarsi, quale infima origine hanno tanti bambini! Su questo conta la natura, che non si preoccupa della qualità.

lunedì 5 luglio 2021

Un mondo feroce

 

Di solito sottolineo la particolare ferocia della vita e l’indifferenza verso le sorti individuali per mettere in evidenza l’infondatezza dei credenti che il cosmo corrisponda a un disegno intelligente e compassionevole. Non è così – abbiamo spesso l’impressione che tutto accada casualmente e grossolanamente, con violenza. Vediamo in azione leggi troppo spietate per pensare a un Creatore amorevole.

Non solo negli uomini ma in tutta la natura assistiamo a una continua lotta tra predatori e predati, tra carnefici e vittime. Anche il desiderio di dominare e di essere superiori è presente sia nella società umana sia in quella animale e vegetale. Forse anche tra pianeti, stelle, galassie e buchi neri esiste questa competizione. Tutti lottano per sopravvivere e per primeggiare, tutti combattono per sconfiggere gli altri esseri viventi e divorare gli avversari: I forti e i violenti prosperano e i deboli vengono sacrificati.

Se ci fosse un Creatore, sarebbe una specie di guerrafondaio, il macellaio cosmico.

Ecco perché dobbiamo scartare l’ipotesi del Dio caritatevole. Più che altro sarebbe un Dio della guerra e del conflitto in tutte le sue forme.

Ma allora da dove vien fuori questo universo?

Viene non da un progetto “razionale”, da una causa trascendente e benevola, ma da un caos magmatico che ha avuto anche la capacità di produrre autoconsapevolezza… E qui la situazione cambia.

È davvero reale tutto ciò che vediamo o il frutto di illazioni, ragionamenti e idee non verificabili? L’universo che ci sembra di sperimentare non è un dato di fatto, ma una specie di sogno, di enorme illusione cosmica, di gioco. Tutto dipende dalla nostra stessa consapevolezza.

Di niente siamo sicuri, nemmeno di essere vivi. Forse non siamo veramente nati né quindi moriremo. Siamo vittime di un colossale abbaglio. Sogniamo, fantastichiamo e, avendo poca immaginazione, proiettiamo questo orribile mondo. Solo una mente come la nostra può concepire un sogno così brutto.

 

Una Sede poco santa

 

Certo è che nella Santa Sede c’è poco di santo. Sono venuti fuori scandali che farebbero vergognare  qualunque istituzione, figuriamoci una che si dice istituita da Dio. Tutti hanno presenti gli scandali dei preti pedofili (a proposito, dove sono finiti, li hanno spostati da un luogo all’altro?) Ma adesso saltano fuori le stragi fatte dalle suore di bambini appartenenti a etnie “inferiori” e le truffe di alti prelati che utilizzavano i soldi dell’Obolo di san Pietro per effettuare lucrosi investimenti su immobili e per distribuire soldi a parenti e amici.

Coloro che indagano parlano di un sistema “predatorio e lucrativo”. Ma non è sempre stato così? Le enormi ricchezze del Vaticano da dove sono venute? Perché la Chiesa è la più grande proprietaria di immobili in Italia, su cui non paga nemmeno le tasse?

Dunque queste notizie non ci meravigliano più. In fondo le religioni, con il loro Dio Padrone e Amministratore, sono istituzioni non solo predatorie e lucrative, ma vere e proprie truffe organizzate dai pochi sui molti con la scusa di salvarli.

La volontà di potenza e di prepotenza è più che evidente.


sabato 3 luglio 2021

La perduta Divinità

 

In estrema sintesi, tutto è Uno e Uno è tutti, e tu stesso lo sei. Dunque non sei soltanto né il corpo né la mente. Ma quel tutto, che è il tuo Sé.

Tuttavia gli uomini, per paura di non assumersi responsabilità, hanno voltato le spalle a questa semplice Realtà. E, invece di cercare quel Sé in sé, lo cercano al di fuori, magari in qualche Dio.

È così che si sono alienati e hanno perso l’occasione di trovarsi. Pregano un immaginario Padrone del cosmo, sprecando tempo ed energie e convincendosi di essere separati.

Avrebbero tutto a portata di mano, ma lo cercano lontano. Passano e ripassano sul luogo dove, proprio sotto i loro piedi, è sepolto il tesoro.

Si sono venduti la divinità per un piatto di lenticchie, cioè l’individualità.

venerdì 2 luglio 2021

Libertà per che cosa?

 

È sconsolante pensare che tutti i sacrifici affrontati e tutte le vittime morte a causa del covid, siano approdate alla possibilità di svolgere partite di calcio e di permettere ai giovani di ballare nelle discoteche. Eppure sono proprio queste attività che si sono permesse per prime, come se fossero un segno di liberazione. L’idiozia come liberazione. È difficile che un’umanità del genere possa salvarsi.

La libertà, la liberazione, devono servire a sviluppare maggior consapevolezza e a uscire dalle tante inutili attività.

Un cosmo senza scopo

 

La teoria prevalente sull’origine dell’universo è quella del Big Bang, cioè l’inizio in un dato momento e poi l’espansione. Ma questa teoria assomiglia troppo ad una specie di creazione biblica, con Dio che dice: “E sia la luce, e la luce fu”. E poi come pensare a un inizio nel tempo se prima il tempo non c’era? Potremmo anche chiederci: per quanto tempo il tempo non è esistito? C’è stato un tempo in cui il tempo non c’era?

Allora esiste l’altra teoria: quella dell’espansione infinita – l’universo sarebbe esistito da sempre e da sempre si espanderebbe. Ma anche qui c’è il problema del tempo – da dove salta fuori questo tempo? E che senso ha parlare di “sempre”? Non corrisponde a nessuna nostra esperienza.

Il fatto è che parlare di inizio, di fine o di sempre è un semplice schema logico-linguistico. Per noi non esiste altra alternativa. O un inizio o nessun inizio. Ma si tratta di paradossi.

Questi paradossi nascono dal semplice fatto che il nostro pensiero è duale. E quindi o l’una o l’altra alternativa. Tertium non datur. E invece il tertium è possibile in un altro tipo di pensiero, dove non ci sia né il tempo né il senso di scopo. Perché noi continuiamo a chiederci quale sia lo scopo di tutto questo, cioè non posiamo concepire niente che non sia soggetto al rapporto di causa-effetto.

Dunque, dobbiamo sforzarci di “pensare” a un altro pensiero, senza dualismo e senza senso di scopo o di causa-effetto. Per esempio: bene e male (e tutti gli altri contrari) sono in realtà unitari e non c’è nessuno scopo nelle cose. Non è poi così difficile da pensare.

L’Origine è proprio questa e prescinde dalla nostra categorie di mentali e logiche. Perché c’è stato un “tempo” in cui la mente non esisteva - né l’io.

giovedì 1 luglio 2021

Il gran silenzio

 

Ad una certa età, scopri con raccapriccio che, di tutte le persone che hai conosciuto, sono più le morte che le vive. Allora ti rendi conto di che cos’è la vita: esistenze che appaiono e scompaiono l’una dietro l’altra, senza interruzione e senza eccezioni. Gioie e sofferenze, successi e fallimenti, nascite e morti… tutto viene vissuto, consumato ed è pronto per sparire. Per resistere a questa consapevolezza, ci raccontiamo favole su Iddii protettori, anime immortali e altre vite, chissà dove, chissà quando. Ma la realtà semplice è chiara: ogni cosa nasce per sopravvivere un determinato tempo, senza regole, senza certezze e senza sicurezze, e poi se ne va.

Che rimane di tutte queste esistenze? Ricordi nei vivi e poi più nulla. Anche quelli che hanno parlato di immortalità non ci sono più. La verità è che la vita è fatta proprio per durare un più o meno breve lasso di tempo e poi ritornare nella grande fornace.

Tutto sommato, l’unica cosa che sembra eterna è proprio questa fornace che prima forgia e poi brucia ogni cosa: il bene e il male, il bello e il brutto, gli amori e gli odi, le guerre e la pace, le vittorie e le sconfitte... Ciò che rimane è come un campo di battaglia dopo una guerra: dopo tanto strepito, un gran silenzio.

Che cos’è dunque la morte? Il gran riposo del divenire.