Noi crediamo che Dio sia il potere che ci ha creato,
ma siamo noi che creiamo Dio, nel senso che se non ci siamo noi, se non ci sono
la nostra coscienza, la nostra mente, il nostro pensiero e il nostro
riconoscimento… non c’è nessun Dio.
Noi crediamo che Dio debba fondare religioni e dettare
leggi e comandamenti, ma il vero Dio non parla e non scrive. L’immanifesto non
può creare niente e non parla. Non è neppure cosciente.
Ciò che è cosciente è spaccato in due. Ciò che crea il
mondo è la coscienza, che non è un Dio, ma ciò che ci permette di essere presenti
a noi stessi e quindi divisi in due. Il mondo è creato da questa coscienza, che
è anche la nostra in piccolo, ma che è destinata a scomparire.
Senza coscienza scompare il mondo, e scompare il Dio
dell’uomo.
Il mondo è così come lo pensa la nostra coscienza –
per questo è fatto così male, violento, squilibrato, approssimativo.
Ma c’è una speranza di miglioramento. Ciò che la
coscienza ha costruito (in modo illusorio), la coscienza può cambiare. Ed è un
enorme potere, che per ora sfruttano solo le scienze.
È necessario dunque sviluppare il nostro modo di
essere coscienti – e il nostro modo di essere consapevoli di essere coscienti
(meditazione). Lì è il segreto della trasformazione.
Dobbiamo addestrarci ad essere consapevoli in maniera
diversa. E non credere che basti fare sforzi di volontà per cambiare le cose. È
semmai il contrario dello sforzo.
Se devo guarire da una malattia, non basta che mi
metta lì a ripetere a me stesso: “Guarisci, guarisci, guarisci…”, ma cambiare
la mia coscienza che è all’origine di quella malattia. Aspirare, attirare,
predisporre, creare il vuoto creativo, ritornare all’origine, propiziare…
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