giovedì 22 luglio 2021

Ciò che si perde e ciò che rimane

 

Poiché siamo attaccatissimi al nostro corpo fisico, vogliamo sperare – nei nostri migliori sogni - che ci sopravviva, magari sotto forma di energia. Ma avete mai visto un’energia che se ne vada in giro senza una forma fisica? E poiché siamo attaccatissimi alla nostra identità psichica, vogliamo sperare – nei nostri sogni più arrischiati – che ci sopravviva, magari sotto forma di spirito. Ma avete mai visto uno spirito che se ne vada in giro senza un corpo?

Dobbiamo dunque ammettere che morirà il nostro corpo e morirà la nostra coscienza. Purtroppo ci siamo identificati con entità che spariranno. Sparirà il corpo, sparirà, la mente, sparirà la coscienza, sparirà l’io e sparirà la memoria. E allora su che cosa possiamo puntare?

Su ciò che c’era prima di tutto questo e che rimarrà anche dopo, su qualcosa che non può morire per il semplice fatto che non è mai nato, che è universale ed eterno. Si dirà però che questa realtà universale non è personale, non è individuale. E dunque perderemo noi stessi, la nostra identità!

D’accordo, ma chi perderà, se mancherà proprio il soggetto? Chi si dispererà?

Adesso ci disperiamo, proprio perché ci siamo individuati… ma dopo? Chi ci sarà a soffrire? Proprio nessuno.

Che colpa ne ha il Non-nato e il Non-morto se ci siamo illusi di essere nati e se siamo terrorizzati dal morire? Che colpa ne ha il Reale se ci siamo persi nell’irreale?

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