Poiché siamo attaccatissimi al nostro corpo fisico,
vogliamo sperare – nei nostri migliori sogni - che ci sopravviva, magari sotto
forma di energia. Ma avete mai visto un’energia che se ne vada in giro senza
una forma fisica? E poiché siamo attaccatissimi alla nostra identità psichica,
vogliamo sperare – nei nostri sogni più arrischiati – che ci sopravviva, magari
sotto forma di spirito. Ma avete mai visto uno spirito che se ne vada in giro
senza un corpo?
Dobbiamo dunque ammettere che morirà il nostro corpo e
morirà la nostra coscienza. Purtroppo ci siamo identificati con entità che
spariranno. Sparirà il corpo, sparirà, la mente, sparirà la coscienza, sparirà
l’io e sparirà la memoria. E allora su che cosa possiamo puntare?
Su ciò che c’era prima di tutto questo e che rimarrà
anche dopo, su qualcosa che non può morire per il semplice fatto che non è mai
nato, che è universale ed eterno. Si dirà però che questa realtà universale non
è personale, non è individuale. E dunque perderemo noi stessi, la nostra
identità!
D’accordo, ma chi
perderà, se mancherà proprio il soggetto? Chi si dispererà?
Adesso ci disperiamo, proprio perché ci siamo
individuati… ma dopo? Chi ci sarà a soffrire? Proprio nessuno.
Che colpa ne ha il Non-nato e il Non-morto se ci siamo
illusi di essere nati e se siamo terrorizzati dal morire? Che colpa ne ha il
Reale se ci siamo persi nell’irreale?
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