mercoledì 31 agosto 2022

Il gioco cosmico

 

Il gioco cosmico

Le persone vanno e vengono, entrano ed escono, e noi certo soffriamo di questo. Ma non sappiamo che farci. Sogniamo di vincere un giorno la morte o che andremo in qualche aldilà dove ci saranno quelle condizioni benefiche che qui non ci sono.

Però in realtà non sappiamo nulla. Vediamo che gli individui appaiono e poi scompaiono. In un ciclo infinito. Ma non sappiamo né da dove vengano né dove vadano. Ci inventiamo Iddii che risolvono tutto, veri deus ex machina, che placano la nostra ansia ma non la nostra sete di verità.

In realtà vediamo processi di configurazione e poi dissolvimento. Nascita e morte.

Vorremmo che qualcosa della coscienza personale, dell’io, sopravvivesse per continuare il processo. Non accettiamo il dissolvimento dell’io. Eppure è proprio quello che vediamo.

In un certo senso la Totalità produce un corpo-mente che è consapevole di sé e poi scompare.

Il problema è quello dell’io cosciente, dell’io che dice: “Io sono!”

Ma un giorno passiamo dalla ricerca esterna ad una interiore, e iniziamo quel processo che vede la soluzione nella dissoluzione dell’io. Anziché sognare il paradiso o il nirvana, capiamo che le nostre sofferenze nascono dalla pretesa della conservazione dell’io. Una volta dissolto l’io, non c’è più sofferenza. Chi potrebbe soffrire?

E quindi comprendiamo che la soluzione sta nella disidentificazione dall’io.

Quell’io di cui andiamo così orgogliosi è un’apparenza, un’illusione. E tutte le illusioni devono finire se cerchiamo la verità ultima.

Ma tanti piccoli uomini sognano ancora l’eternità, la grandezza, la gloria, la conquista. E promuovono felici le guerre, le sofferenze, la morte prematura. Per che cosa? Per un sogno del loro io. Per la loro ignoranza.

martedì 30 agosto 2022

Le leggi della natura

 

 

Le leggi della natura

I più vivono senza chiedersi niente o affidandosi alle riposte stereotipate delle religioni. Vivono come animali, come se fosse normale che la gente sparisca ad uno ad uno, per malattie, incidenti o semplicemente vecchiaia. O magari per un fulmine, come accade in questi giorni. È normale che tutti se ne vadano. Si piange un po’ e poi tutto continua come prima. Cosa possiamo farci?

È come un esercito che perde tutti i suoi componenti, ma continua la sua lotta, rimpiazzando i morti. Sono eroi o cretini?

Si potrebbe risolvere il problema una volta per tutte non mettendo più al mondo altra carne da macello. Ma gli uomini vogliono combattere nell’illusione che un giorno possano vincere o avere un’altra possibilità di vita, qui o altrove. “L’ultimo nemico a essere sconfitto” dice baldanzoso san Paolo “sarà la morte.”

Ma non risulta che ci sia riuscito.

È normale morire? Purtroppo sì, visto che muore ogni essere vivente. Sembra dunque una legge generale. Ma ci sono esseri viventi (come certi alberi) che possono vivere centinaia o migliaia di anni. E questa sarebbe già una semi-eternità.

Ma il problema della morte non l’abbiamo risolto. Soprattutto perché non sappiamo che cosa sia vivere. Accettiamo tutto e poi basta. Ubbidiamo alle leggi della natura, sperando che non siano indifferenti alla nostra sorte ultima.

lunedì 29 agosto 2022

Speranze

 

Rimane il dubbio se tutto rientri nella Forza generale che ci ha prodotti o se rimanga una parvenza di io. “L’universo mi ha creato, diceva Zhuang-zi, l’universo mi ha ripreso.” Lasciamo perdere le fantasie infantili di un aldilà fatto su misura, dove tutti ci rivedremo.

“Ascoltando non me, ma il logos - diceva Eraclito - è saggio convenire che tutto è uno.” E aggiungeva: “Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profondo è il suo logos.”

E comunque, se abbiamo perso qualche persona cara, affidiamoci alle sue parole: “Per gli uomini che son morti sono pronte cose che essi non sperano né immaginano.”

In fondo il nostro non-sapere, la nostra ignoranza, ci protegge dallo sconforto più totale. La nostra attuale ragione è troppo limitata per essere certi che tutto finirà nel nulla.

 

domenica 28 agosto 2022

Un consiglio

 

A chi sta morendo, e tira faticosamente gli ultimi respiri, non ci resta che dire sperando che senta: “Lasciati andare! Lasciati andare! Non resistere... È una liberazione!”

Perché, comunque vada, è una liberazione: prima dai legami con il corpo e poi dalla schiavitù della vita.

Non sappiamo dire che cosa ci sia dopo: se una nuova vita o il nulla. Ma, comunque sia, è una liberazione da questo mondo che ci ha legati a sé per tanti o pochi anni. Se c’è uno spirito, finalmente sarà libero; se non c’è, sarai comunque fuori dalle sofferenze dell’incarnazione.

Forse questo è uno stadio che si deve passare. Ora andiamo allo stadio successivo, senza il peso del corpo.

 

venerdì 26 agosto 2022

L'evoluzione infinita

 

Nella migliore delle ipotesi, ci troveremmo in un specie di evoluzione infinita, in cui lo stadio attuale sarebbe uno stato intermedio. Qualcosa di molto simile a ciò che avevano intuito in Oriente. Nessuno stadio superiore potrebbe essere capito da quello inferiore, così come la larva della farfalla non può comprendere che cosa sarà quando diventerà un insetto adulto.

In realtà anche questa è un razionalizzazione. L’unica cosa vera è che ci troviamo in un processo che non comprendiamo e di cui siamo semplici strumenti.

Ma noi tentiamo sempre di ridurre la Totalità a qualcosa di piccolo e di familiare.

Se pensiamo alla Totalità, subito la trasformiamo in un Dio, magari chiudendolo nelle chiese e in certe statue o immagini. Un personaggio umanoide.

Non cogliamo il senso della Totalità. Fanno bene gli islamici a vietare l’uso di immagini. Nelle nostre chiese, invece, è un’orgia di pitture e rappresentazioni che vorrebbero dare il senso della trascendenza, ma che sono espressioni e interpretazioni umane. Da noi addirittura Dio è considerato Padre, con un Figlio e una Madre. Siamo nell’antropomorfismo più completo.

Dio è la Totalità di un processo che è aldilà del bene e del male, che è sia dentro sia fuori e che è impersonale. Non un Dio alla stregua degli dei greco-romani, o egizi, o indù, ma la potenza del tutto.

Noi cerchiamo Dio, ma ne facciamo un idolo, perché non riusciamo a trascendere la nostra individualità. Ci sentiamo degli “io” che cercano l’immensità, e così ci separiamo dal tutto fallendo la nostra ricerca.

La comprensione-illuminazione è che l’io è solo un concetto, e non ne siamo separati.

 

 

 

lunedì 22 agosto 2022

La non mente

 

Se cercate un significato della vita e del mondo (a che cosa servono? perché sono stati creati e da chi?) siete sulla strada sbagliata. Certo la nostra logica vuole risposte precise. Per esempio, sono stati creati da Dio (e chi è?) e per puro piacere o slancio creativo. Questo direbbe il nostro intelletto. Ma Dio da dove salterebbe fuori e che cosa sarebbe? Uno spirito (ma che cos’è lo spirito?), un Essere superiore, un extraterrestre particolarmente evoluto, un’energia?

La verità è che non sappiamo rispondere e usiamo concetti di cui non conosciamo il significato. E quindi facciamo finta di conoscere qualcosa.

Ma è una finzione che è facile smascherare. Basta fare come i bambini e chiedere “che cosa è?”

Scopriamo così che non sappiamo niente. Parole, parole...

Eppure ci sono persone che hanno fondato religioni e dedicano la loro vita a queste fedi. Ci credono e basta. Non fate domande.

Dall’epoca della scommessa pascaliana non siamo progrediti. La fede è un voler credere, costi quel che costi.

Ma queste sono risposte irrazionali o troppo razionali.

In realtà l’unico atteggiamento “sano” sarebbe non rispondere e rimanere in “religioso” silenzio. Semmai dovremmo incominciare a sospettare che il mondo non sia stato fatto da un’intelligenza simile alla nostra. Una non mente.

 

domenica 21 agosto 2022

I morti non parlano

 

Qualcuno si immagina che, dopo la morte, continueremo a trovarci e a vederci riuniti in qualche posto non ben definito e proseguiremo la nostra vita magari sotto forma di puri spiriti o di angeli, o addirittura riprendendo una forma fisica. Inutile chiedere come faranno i neonati, i deformi o quelli che hanno avuto più amori (dovranno scegliere?). Insomma la fantasia è bella e consolante ed è chiaramente basata su una negazione della morte. Si muore, sì, ma poi si rinasce, qui o altrove. La morte sarebbe quasi uno scherzo, come cambiare d’abito.

Purtroppo i morti non parlano. Siamo noi che parliamo loro. Ma loro non rispondono. E quindi rimaniamo con tutti i nostri dubbi.

Ci sembra che ci sfugga l’essenza della morte, che non è uno scherzo. Ma qualcosa di terribilmente serio. E doloroso.

 

venerdì 19 agosto 2022

Il mistero dell'aldilà

 

Qualcuno dice che il cristianesimo è ottimista. E sembra vero dato che promette una nuova vita dopo la morte. Peccato che non sia promessa a tutti (c’è anche l’inferno...eterno?) e che che non esista ancora ma che si debba aspettare la fine dei tempi e il ritorno del Cristo. E peccato che non esista uno straccio di prova, Dunque, una fede.

Altre religioni, invece, promettono l’immortalità subito per i credenti (e gli altri?) e altre ancora (per esempio, il buddhismo) parlano di uno stato (il nirvana) che è al di là tanto della vita quanto della morte,

Dunque, se cercate di ragionare non arriverete a nessuna conclusione certa, e che cosa ci sia dopo la morte resta un enigma. Oggi, come tremila anni fa non sappiamo niente.

Ma il fatto che il mistero perduri ci dice che è ben custodito, per ragioni che ci sfuggono.

Se sapessimo che cosa ci aspetta dopo la morte, anche vivere sarebbe più semplice. Sapremmo che cosa fare e perché. Ma evidentemente la Totalità non vuole che si sappia o che si sappia che non c’è niente,

Accontentatevi di vivere. Il mondo non è fatto per essere capito, ma per essere vissuto.

Capire è solo un nostro modo limitato di essere, quando

non riusciamo più ad essere in modo pieno e ci mettiamo a pensare ciò che evidentemente non è pensabile,

Dunque, pensate come volete, Sarà sempre insufficiente.

 

 

sabato 13 agosto 2022

Non attaccarci

 

Noi non ci facciamo caso. Lo diamo per scontato e nello stesso tempo vorremmo che le cose restassero sempre uguali. Se ci pensiamo, è una pretesa assurda. Qualunque cosa cambia, e cambiamo anche noi.

Di conseguenza, ciò che abbiamo e ciò che siamo cambia di continuo e non è mai lo stesso. E questo ci produce ansia, stress e sofferenza. Non solo non abbiamo l’immortalità, ma non abbiamo neppure la stabilità e il controllo.

Pur sapendolo dentro di noi (o forse proprio perché lo sappiamo), ci attacchiamo a tutto e vorremmo conservarlo immutato.

Già da questa premessa, è chiaro che vivere è stressante e porta a desideri impossibili e a una sicura sconfitta.

Vorremmo fermare tutto, ma non possiamo fermare niente, e lo stesso accade per noi stessi.

Insomma ci predisponiamo a perdere tutto in modo tragico, Ci predisponiamo all’illusione.

Dovremmo non attaccarci alle cose, alle persone e a noi stessi... Già, ma chi ne è veramente capace?

Tuttavia, esserne consapevoli ci mitiga l’amarezza. Siamo su una giostra impazzita e dobbiamo correre.

 

mercoledì 10 agosto 2022

Osservare il mondo

 

Per eaminare la situazione, occorre liberare la mente dai pregiudizi. Non è sicuro che esistano Dio e l’anima, Se osserviamo il mondo, ci accorgiamo che è stato fatto secondo leggi feroci. La sopravvivenza non è assicurata e tutti devono lottare contro tutti, in una lotta continua.

Non solo, la vita è comunque assicurata per un breve periodo di tempo, dpodiché iniziano implacabilmente vecchiaia, malattie e morte. Insomma non un bel posto. Chiunque di noi saprebbe concepire un mondo migliore.

Inoltre ai conflitti esterni si accompagnano conflitti interni, perché l’animo umano e l’universo stesso sono ambigui, ambivalenti, contraddittori e duali. Se c’è il bene, ci dev’essere il male, se c’è l’alto ci dev’essere il basso, se c’è l’amore ci dev’essere l’odio, se c’è il giusto ci dev’essere l’ingiusto, e così via.

Difficile che un mondo del genere sia stato creato da un Dio buono e mite. Semmai da una forza selvaggia e al di là del bene e del male.

Quindi, se si esamina il mondo, bisogna lasciar perdere miti e pregiudizi. E guardarlo per quel che è.

Bisogna perciò mettersi in una posizione di distaccata osservazione, pronti ad accettare conclusioni ben diverse da quelle che ci propinano i centri di potere politco-religiosi, sempre disposti ad avallare l’idea che il mondo abbia un padrone e che esiga padroni terrestri.

 

 

 

 

 

martedì 9 agosto 2022

Quando la vita ci fa male

 

Quando la vita ci fa male

Di solito gli organi del corpo umano funzionano automaticamente e svolgono egregiamente il loro lavoro senza che ce ne accorgiamo. Ma quando qualcosa non va subito ne preendiamo coscienza. Per esempio, se il fegato fa male, tutta la nostra attenzione viene convogliata verso quell’organo. Analogamente per la vita; di solito non ci pensiamo tanto, viviamo e basta. Ma quando le cose incominciano a farci male, iniziamo a pensarci.

Questo vuol dire che anche a noi le cose vanno male, altrimenti non ci penseremmo tanto.

Il problema è che prima o poi le cose vanno male e siamo costretti a prenderne atto. Perchè tutte le vite fiscono male, con la vecchiaia e la morte. Di conseguenza dobbiamo porci certe domande.

Certo è molto più facile vivere come animali, senza chiederci nulla. E molti lo fanno.

Ma poi arriva il momento della riflessione e non possiamo più sfuggire. Dobbiamo chiederci da dove veniamo e il senso di questo soggiorno.

Se non siamo preparati ci affidiamo alle solite risposte religiose. Ma queste risposte lasciano aperti molti dubbi, ed è meglio approfondire ora, finché abbiamo tempo e lucidità

lunedì 8 agosto 2022

Guardarsi dentro

 

Guardarsi dentro

Meditare dovrebbe essere una forma di introspezione, un osservarsi dentro, un cogliere con attenzione tutti i fenomeni che vengono da fuori e dall’interno per rendersi conto di quanto siano aleatori e variabili. Sorgono e svaniscono in continuazione,

Ci sediamo o ci stendiamo e diventiamo consapevoli di tutto ciò che si manifesta.

Nelle parole di Kee Nanayon, dovrebbe essere un “conoscere non coinvolto e stabilmente rivolto all’interno.” Ma se questo è facile in una caverna o in una foresta, lo è molto meno nella nostra vita attuale, che è continuamente bersagliata da stimoli di ogni tipo. Inoltre, se la cosa è piuttosto facile per le sensazioni (suoni, visioni, odori, ecc.) diventa difficile per le nostre stesse costruzioni mentali (rabbia, odio, stress, paura, ecc.)

Eppure è proprio questo che è importante. Osservare i nostri stessi stati d’animo per renderci conto che sono altrettanto instabili e mutevoli degli stimoli esterni.

Se io soffro d’angoscia, per esempio, mi riesce difficile prenderne coscienza per distaccarmene, per rendermi conto che è un fenomeno temporaneo. Dovrei essere in grado di vederlo oggettivamente, come se non appartenesse a me.

Ma è diffcile e ci vorrebbero ore di introspezione che non abbiamo a disposizione.

Qui fallisce la nostra meditazione che dovrebbe concentrsrsi sul dissolversi.

Alla fine bisogna essere consapevoli che i fenomeni sorgono, permangono per un po’ e si dissolvono.

mercoledì 3 agosto 2022

Tutto crolla

 

Avete visto cosa succede alle Dolomiti? Crollano. E pensare che una volta erano in fondo al mare. Fra qualche secolo saranno colline e poi più niente.

E sono montagne. Pensate a noi che viviamo 80 o 90 anni. Anche noi caschiamo a pezzi. Prima un organo, poi un altro…La medicina ci aiuta. Ma ci attende tutti uno stesso destino: la distruzione.

Sì, perché nell’universo niente dura, tutto si trasforma. E la trasformazione ultima è quella della morte, dove anche il nostro corpo e la nostra mente diventeranno nulla.

Gli uomini non accettano di morire. E s’inventano altre vite in paradisi o attraverso rinascite. Ma tutti devono morire… anche quelli che si dicono “risorti”.

Finora non è stato possibile dimostrare l’esistenza di un’anima, cioè di qualcosa che ci sopravviva (in quale forma?). Ed è logico pensare che in realtà ci attenda l’annientamento.

L’idea dell’annientamento non ci piace. Però, pensiamo che sarà una vera liberazione dai limiti e dai dolori che ci affliggono. Peccato che non ci sarà una coscienza a testimoniarlo… O è una fortuna, dato che la coscienza è l’inizio di ogni dualismo e di ogni sofferenza.

lunedì 1 agosto 2022

Oltre il dualismo

 

Se ci fate caso, gli unici momenti in cui siete in pace (ma veramente in pace) sono quelli in cui dormite di un sonno profondo, quando non avete neppure i sogni. Lì siete veramente fuori dallo stress della vita. Peccato che non ne siate coscienti, perché in quei momenti viene a mancare proprio la coscienza.

Il fatto è che la coscienza si porta dietro il dualismo degli stati d’animo, e con lei non potrete mai raggiungere lo stato veramente beato. Con la coscienza potrete cercare la felicità, ma sarebbe la felicità che dura poco e che volge in breve tempo nel suo opposto.

Invece nel sonno profondo non c’è dualità e quindi non può esserci né felicità né infelicità. C’è uno stato trascendente che non è al di sopra d’ogni dualismo.

Non c’è felicità, perché non c’è neppure il suo contrario. Quindi non si può definirlo eppure come beatitudine. È quel nulla da cui hanno origine tutte le cose e tutti gli stati d’animo.

Quando si muore, non c’è un’anima che sopravvive, ma si viene per così dire resettati – cioè portati alle condizioni di fabbrica.

Chi sogna paradisi (e inferni) o reincarnazioni è ancora dentro il sogno della vita, con le sue illusioni e il suo dualismo di vita-morte. Quindi non si libera.

Dentro il gioco

 

La mente è duale – non ci sono dubbi. Lo aveva capito Lao-tzu, il quale aveva detto che quando pensi alla bellezza, eccoti la bruttezza, e quando pensi al male, eccoti il bene, e viceversa. Ma non si tratta solo della mente. È proprio il funzionamento dell’universo che si basa su polarità opposte, perché è divenire continuo. Quando c’è la nascita, eccoti la morte; quando c’è l’inizio, eccoti la fine. Non si scappa. Noi siamo stritolati da questo conflitto continuo, che in realtà svela una complicità di fondo.

Se si guarda bene, ogni polarità sfuma nell’altra e dunque la evoca. Ciò significa che la nostra mente non è in grado di percepire la profonda unità delle polarità. Deve dividerle e contrapporle. E non vede i tutto. Non ha uno sguardo completo.

Questo si vede perfino nelle teorie scientifiche, che frammentano il reale. Una particella è una particella o un’onda? O qualcosa d’altro?

Tutto è il prodotto di un’unica energia che pulsa e si presenta sotto varie forme, in apparenza contrastanti. Ma il tutto è uno, e l’uno è il tutto.

Non basta però capirlo intellettualmente. Noi siamo parte di quel tutto pulsante e, quando siamo immersi in quella realtà, non possiamo fare a meno di gioire e soffrire, non vedendo che sono due aspetti della stessa realtà.

Possiamo contemplare il gioco con distacco, ma ne siamo dentro.

Solo quando saremo morti, ne saremo fuori. Ma allora non ci sarà coscienza.