giovedì 30 novembre 2023

Due domane "religiose"

 

Innanzitutto, mi domando perché i film di Natale siano i più cretini al mondo. Forse perché il Natale stesso è una festa cretina, con le favolette della nascita del Figlio di Dio, dell’accoppiamento verginale con lo Spirito Santo, dell’arrivo dei re Magi e del bue e l’asinello?

Festa dei bambini, certo, cui insegniamo queste storie. Ma anche delle menti infantili di adulti che pregano le statue e sognano di essere stati salvati (da che?).

Non dobbiamo essere salvati dalla morte. Ma dalla vita. È la vita che ci fa star male, non la morte.

E poi mi domando perché il Papato, che si crede fondato da Dio, sia diventato l’ostensione della fragilità umana, con questi vecchi sempre pieni di malattie, e dell’inesistenza di un Dio della salute.

Noi cerchiamo, più che la salvezza, la semplice salute. Ma quella ce la danno i medici, non gli dei.

Solitudine e isolamento

 

Si dice che l’uomo sia un animale sociale e che non possa stare solo. È vero – ma questo non è un dato positivo.

D’accordo, siamo sempre in relazione con gli altri: nasciamo da una madre che ha avuto un incontro con un maschio. E non c’è un altro modo di nascere. Si viene al mondo in compagnia.

Ma poi dobbiamo affrancarci da ogni dipendenza e affermare la nostra individualità, altrimenti resteremo per sempre persone labili, condizionate e dipendenti. Dei cloni. Delle formiche.

E allora dobbiamo prepararci a stare da soli, a non dipendere da nessuno, nemmeno dai genitori e dagli amanti.

Amare altri si può e si deve, ma accoppiarsi perché non riusciamo a stare soli è un errore clamoroso. Lo vediamo in continuazione: coppie nate dalla paura di stare soli si sfasciano presto.

Vediamo sotto la superficie dell’amore e dell’attrazione, un impulso d’odio e di separazione.

Gli indiani d’America preparavano per i loro figli una tenda in un luogo isolato e li allenavano a stare in solitudine per un certo periodo. Io sostituirei questo esercizio al servizio militare. Sarebbe un mondo migliore.

Solo così si afferma l’individuo. Abituandoci a stare soli.

Anche perché ricordiamoci che nasciamo sì in compagnia. Ma moriamo da soli. E dunque nessuno potrà sostenerci nella prova suprema.

L'illusione del controllo

 La gente crede di controllare la propria vita, ma riusciamo a controllare i nostri pensieri? Forse qualcuno, ma nella nostra mente si affollano pensieri di ogni genere e provenienza su cui non abbiamo nessun controllo. Riusciamo a controllare le emozioni? Non mi pare. O sono le emozioni che controllano noi? Riusciamo a controllare i nostri sentimenti? Magari.

E allora che cosa controlliamo veramente? Siamo noi che pensiamo e sentiamo, o sono i pensieri e le emozioni a controllare noi? Siamo padroni in casa nostra o siamo abitati?

Crediamo di essere liberi e non condizionati, ma siamo come palline da flipper che vengono sballottate dagli eventi. Crediamo di imporre la nostra volontà. Ma la nostra volontà è decisa da altri e da tutto ciò che ci circonda.

E allora che cosa decidiamo veramente?

Abbiamo deciso di nascere? Abbiamo deciso il nostro corpo, la nostra mente e il nostro carattere? Mi pare di no. Siamo stati catapultati in un mondo che non abbiamo scelto e in cui ci sentiamo spesso estranei, un mondo di violenza e di contrasti, in cui dobbiamo lottare solo per sopravvivere. E infine dovremo invecchiare e morire. Lo abbiamo deciso? Possiamo dire di no? Possiamo dire: “Aiuto, voglio scendere!”?

Siamo fantasmi di qualcosa che rimane nascosto. La nostra vera natura è un’altra, che però ci sfugge sempre. Forse la troveremo dopo la morte. Ma perché fare tanta fatica? Perché questo errore cosmico di qualcosa che ci ha divisi soltanto per essere cosciente?

In realtà la coscienza non è affatto necessaria. Prima di nascere, sentivamo la necessità di essere coscienti? Stavamo male? Ci annoiavamo?

Quando dormiamo di un sonno profondo, proviamo qualche pena o qualche dolore? E quando siamo sotto narcosi per un’operazione? I dolori incominciano dopo, al risveglio. Questo dicono tutti coloro che stavano per morire e hanno trovato una grande felicità: non volevano tornare!

Siamo vittime di un moto pendolare fra essere e non-essere. Ma del non-essere nessuno si è mai lamentato. Invece tutti si lamentano prima o poi delle sofferenze della vita. Allora aveva ragione Amleto: “Essere o non-essere: questo è il problema!”

mercoledì 29 novembre 2023

Giorgia, con tanta passione

 

La nostra “Presidente” del Consiglio (ma perché non presidentessa? Perché questo maschilismo?) è sempre molto decisa e appassionata. Anche quando dice esattamente l’opposto di ciò che aveva detto prima. Per esempio, adesso loda l’euro e adora l’Europa e gli americani, ma prima aveva detto che l’euro e la Comunità europea erano la nostra rovina. Purtroppo per lei, ci sono i video di quando era all’opposizione che confermano le sue passate prese di posizione. Un po’ come i gesuiti che si allenavano a sostenere prima una tesi e poi il suo contrario.

I gesuiti, però, lo facevano freddamente, con cognizione di causa. Invece la nostra Giorgia è sempre appassionata, grida, si accalora e sembra convintissima di quel che afferma. Il dubbio non la sfiora: lei ha sempre ragione. Ora bianco, ora nero: passa da un estremo all’altro.

Probabilmente lo ha fatto anche con il compagno: prima molto appassionata a dire di sì e poi molto appassionata a cacciarlo via.

Questo è il suo carattere: non perde tempo a riflettere, a soppesare le opinioni. Vive sul momento. Va dove la porta il cuore e… l’interesse elettorale.

Come fidarsi di una persona del genere? O è dissociata o è ipocrita. Come Salvini, che prima diceva che il Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe stato uno spreco di denaro e non sarebbe stato in piedi, e che ora sembra convinto che risolverà tutti i nostri problemi.

No, il vero problema è che abbiamo a che fare con politicanti e non con politici che abbiano una vera ideologia meditata. Questi sono pronti a girarsi come foglie al vento. Improvvisano. Non hanno né convinzioni né cultura. L’importante per loro è stare al potere.

martedì 28 novembre 2023

Il ciclo eterno

 

Dicevo che il nostro pensiero è duale, le nostre emozioni sono duali, ma che anche il mondo è duale. Se abbiamo freddo è perché abbiamo anche caldo, se abbiamo buio, è perché abbiamo la luce, se ci sentiamo bene è perché ci sentiamo anche male, se abbiamo la pace è perché abbiamo la guerra, se siamo felici è perché siamo infelici. Se c’è un effetto, è perché c’è una causa, ma è vero anche il contrario: se c’è una causa, è perché c’è un effetto.

Tutto è ambiguo e contraddittorio, dentro  e fuori di noi.

Ma da dove parte il processo? Da entrambe le parti, che si sono coevolute, come l’uovo e la gallina.

Dunque, l’essere non può che venir fuori dal non-essere, il Tutto dal Nulla, la coscienza dalla non-coscienza… e viceversa, perché la legge fondamentale è quella della oscillazione. Se viene fuori la materia, deve esserci anche l’antimateria; se viene fuori una particella, deve esserci anche l’antiparticella… e così non solo per il mondo fisico ma anche per il mondo mentale, per i pensieri, per i sentimenti e per le emozioni. Se penso il bene, ecco che spunta il male; se provo amore, ecco che arriva l’odio, se mi sento bene, ecco che si affaccia il male. Se sono felice, ecco che c’è la possibilità di essere infelice. Il pendolo deve oscillare, avanti e indietro.

Avete presente il simbolo dello yang e dello yin?

 

È il simbolo del dualismo dinamico universale, delle due forze fondamentali che in apparenza si contrappongono ma in realtà sono conniventi e conviventi, l’una dipende dall’altra, l’una non può esistere senza l’altra. Come la luce e le tenebre, il bene e il male, il positivo e il negativo, vuoto e il pieno, l’espirazione e l’inspirazione…. È l’equilibrio/squilibrio tra opposti, è la dimostrazione che tutto è duale per necessità, perfino il nostro cervello (due emisferi) e la nostra coscienza (soggetto/oggetto).

E quindi da una parte è il simbolo dell’armonia tra forze contrapposte e dall’altra parte è il simbolo del loro eterno contrasto – contrasto che è necessario per fare andare avanti il mondo. Il punto di colore diverso (bianco/nero) sta a indicare che l’uno dipende dall’altro, che l’uno può e deve trasformarsi nell’altro e che, se uno aumenta, l’altro deve diminuire e viceversa.

Ma che differenza c’è rispetto alla comune dialettica? Che la sintesi, la sosta o l’equilibrio, possono durare un attimo, e poi il ciclo riprende.

L’arte di vivere è la capacità di stare in equilibrio in un mondo in continuo movimento, sapendo che l’equilibrio è a sua volta sempre minacciato  continuamente perduto e continuamente riacquistato.

Il bene non vincerà mai definitivamente sul male, altrimenti finirebbe anche lui.

Alla fine saranno trascesi entrambi, sarà trasceso il linguaggio e il pensiero dualistico, perché si estingueranno il corpo, il cervello, la mente e il senso dell’io.

Che cosa può restare allora?

Ovviamente il ciclo o l’espansione ha (come controparte) la concentrazione o un anticiclo, il manifesto ha l’immanifesto, la parte o l’individuo ha il tutto, il temporaneo ha l’eterno, il finito ha l’infinito, la singolarità ha la molteplicità e l’identità dell’io ha l’identità del Sé, perché “niente si crea e niente si distrugge, ma tutto si trasforma nel suo opposto”, tutto oscilla tra essere e non-essere.

domenica 26 novembre 2023

Gli abusi di potere

 

Il ministro Francesco Lollobrigida, arrivato al governo perché marito della sorella della Meloni, scelto come ministro dell’agricoltura e della “sovranità alimentare” pur non avendo nessuna esperienza nel settore, convinto che gli italiani siano sottoposti a una “sostituzione etnica”, sostenitore secondo gli oppositori del suprematismo bianco, intenzionato a istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta “sull’uso politico della giustizia”e laureato in giurisprudenza presso l’università telematica Niccolò Cusano, ha fatto fermare il treno su cui viaggiava in ritardo per poter scendere e andare dove voleva, Un abuso di potere, che il comune cittadino, viaggiante in fetidi treni sempre in ritardo, non può permettersi.

Come deve essersi sentito potente! “Io sono io e voi non siete un c…” diceva il Marchese del Grillo.

Certamente lo ha fatto perché lui è un ministro che non può arrivare in ritardo. Gli altri cittadini invece sì.

In qualsiasi altro paese civile, si sarebbe dovuto dimettere per aver abusato del suo potere, Ma in Italia no.

Gli italiani sono un popolo di sudditi che ritengono l’abuso di potere perfettamente legittimo. Sembrano pensare: “Se non si abusa, che potere è?” Loro farebbero lo stesso.

Un paese del genere, senza dignità, pronto a diventare servile con i potenti, sarà sempre dominato da una classe di sfruttatori e imbroglioni, da politici, preti, giudici, commercianti, generali, burocrati, ecc., astuti e ipocriti, pieni di privilegi, affaristi e pronti a dire che lavorano (poco) solo per il bene della Patria. Per questo in Europa siamo sempre agli ultimi posti per onestà e civiltà.

E, a proposito di questa povera Patria, mi vengono in mente le parole di una canzone di Battiato, che dicono:

 

“Povera Patria

schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame che non sa cos’è il pudore…

Tra i governanti,

quanti perfetti e inutili buffoni…”

 

sabato 25 novembre 2023

All''origine dell'ignoranza italiota

 

Ci lamentiamo tanto della mentalità patriarcale e dell’ignoranza degli italiani, ma poi continuiamo a introdurre nella scuola migliaia di insegnanti di religione che diffonderanno nelle menti dei giovani una fede arcaica e rozza, nemica di ogni senso critico e di ogni modernità. Così si insegneranno ai ragazzi le solite menzogne che vanno avanti da duemila anni e che hanno tarpato le ali alla cultura italiana.

Si insegnerà che il Figlio di Dio è giunto su questa terra per salvarci, che è morto crocifisso e che è risorto. Sembra che il poverino si sia sacrificato per il nostro bene, senza che sia possibile verificare alcunché. Anzi, non risulta niente di nuovo.

Si riempiranno le menti dei giovani con l’idea della Vergine Maria, una povera palestinese bullizzata da Dio, con l’idea che la Chiesa è voluta da Dio, con l’idea che l’amore trionferà, con l’idea della sottomissione delle donne agli uomini, con l’idea del peccato originale e con l’idea che far sesso senza sposarsi sia un peccato.

Poi ci lamenteremo del fatto che la Chiesa è piena di pedofili e di trafficanti e che le donne che si emancipano vengano uccise perché fanno ombra agli uomini, così come succede nell’Islam.

Davvero vogliamo inculcare queste menzogne arcaiche nella mente dei giovani?

Dovremmo introdurre nelle scuole migliaia di psicologi e di assistenti sociali, non di catechisti voluti dal vescovo ma pagati da tutti noi per diffondere idee superate che creeranno nei giovani ancora più confusione.

Fuori dalla scuola le superstizioni religiose che hanno fatto tanto male ai giovani.

Come è fatto il mondo

 

Secondo la fisica, l’universo è nato 13,8 miliardi di anni fa da un punto (singolarità) infinitamente piccolo e denso che in un istante ha iniziato a espandersi generando tutta la materia, l’antimateria, l’energia e lo spazio-tempo che vediamo oggi. Il movimento è stato di tipo esplosivo e divisivo, dando origine a coppie di particelle contrapposte.

Vorrei aggiungere che questo movimento divisorio ha dato origine anche alla coscienza che è insita in ogni ente e fenomeno. Sapevate per esempio che anche l’erba e le piante emettono suoni, ossia vibrazioni, quando vengono ferite o maltrattate? E come sarebbe possibile se non avessero una forma di coscienza?

Il fatto è che anche loro nascono da fiori e semi che contengono una parte maschile e una parte femminile: il due in uno. Questa origine duale dà origine alla coscienza, più o meno consapevole. È vero che esiste anche una riproduzione asessuata o

agamica, ma in questi casi anche la coscienza è unica. Deve comunque esserci una divisione dell’individuo. È l’operazione di divisione/unione che dà origine alla coscienza.

La coscienza è una scissione dell’essere stesso che dà origine a qualcosa di simile a due specchi posti l’uno di fronte all’altro. Chi dei due riflette l’altro?

Si dice che il tre sia il numero perfetto, ma in realtà è il due. È la comparsa del due, dall’uno, che dà origine a tutto. Non a caso, noi abbiamo tutto duplice: gli occhi, le gambe, le braccia, i polmoni, i reni, le orecchie… e naturalmente il cervello. Perché il nostro cervello è diviso in due emisferi? Perché in questo modo l’uno controlla l’altro, dando origine alla coscienza.

Nessuno si immaginerebbe di avere un’espirazione senza l’inspirazione, e viceversa. O l’ombra senza la luce. Perché sa i due movimenti fanno parte di un unico processo: se vuoi l’uno, devi avere anche l’altro.

Quando però parliamo di amore/odio o di bene/male, all’improvviso pensiamo che l’uno escluda l’altro. Ma è lo stesso: l’uno include l’altro. I due sono correlati come le due gambe o i due emisferi cerebrali. Perché due e non tre o uno? Perché tre sarebbe troppo e uno sarebbe poco (altra antinomia). E invece la natura non spreca nulla, non sbaglia e punta sicuramente sul due.

Dunque sceglie anche la coscienza (in realtà due soggetti in uno) e il tempo (in realtà l’oscillazione fra passato e futuro).

Non possiamo quindi pensare e avere l’amore senza l’odio, la pace senza la guerra, il bene senza il male, il caldo senza il freddo, la vita senza la morte, l’unione senza la separazione, la sinistra senza la destra, la memoria senza l’oblio, l’intero senza le parti, il peccatore senza il santo, l’assoluto senza il relativo, il positivo senza il negativo, dio senza il diavolo, il paradiso senza l’inferno, la libertà senza la schiavitù, eccetera.

Il nostro pensiero è duale, le nostre emozioni sono duali, ma anche il mondo è duale. Se abbiamo freddo è perché abbiamo anche caldo, se abbiamo buio, è perché abbiamo la luce, se ci sentiamo bene è perché ci sentiamo anche male, se abbiamo la pace è perché abbiamo la guerra, se siamo felici è perché siamo infelici. Tutto è ambiguo e contraddittorio, dentro  e fuori di noi.

Tutti vorremmo essere solo e sempre felici. Ma, per esserlo, dobbiamo accogliere anche l’infelicità e la sofferenza. Dobbiamo prenderci tutto il pacchetto, non solo la metà che ci fa comodo. Se mi innamoro di una persona, so benissimo che mi sentirò felice. Ma so anche benissimo che questo mi provocherà tanta infelicità.

Perciò facciamo i nostri conti e non abbandoniamoci all’illusione che la realtà possa darci solo il bene. Ci darà anche il male nel momento stesso che ci darà il bene.

Perché il mondo è stato fatto, o si è fatto, così? Per essere, per divenire. Se no, sarebbe fermo e statico, cioè morto.

E questo ci spiega anche perché l’essere ha bisogno del non essere, perché il pieno non possa che nascere dal vuoto.

 

giovedì 23 novembre 2023

Patriarcato

 Come volete che non sia patriarcale un popolo che immagina che siano maschi sia il Dio-Padre (perché non Madre?) sia il Dio-Figlio (perché non poteva essere una Figlia?). Poteva questa cultura arcaica e primitiva immaginarsi un Dio Donna, un Utero universale, e un Figlio femmina?

No, non poteva, perché credeva - e crede ancora - nella superiorità del maschio.

E la Chiesa cattolica? Preti, vescovi, cardinali, papi… tutti maschi.

E le donne? Fanno le serve agli uomini!Ce n'è ancora di cammino da fare.


Il moto del pendolo universale

 

Proprio in virtù della legge delle oscillazioni, che è poi una legge del controbilanciamento, non bisogna mai disperare, perché, al fondo di ogni angoscia, si trova un attimo di gioia. Kierkegaard diceva: “Quando tutto ti sembra finito, è allora che incominci a vivere”.

Il terribile si accompagna al meraviglioso. Come nella vecchiaia, quando ti avvicini alla fine, ma vedi finalmente con chiarezza il percorso della vita, che chi muore giovane non può sapere. Come quando in certe giornate fredde, puoi assaporare il caldo della tua casa. Come quando alla fine dei tuoi giorni, sai che perderai tutto, compresi amori, amicizie, corpo, mente, senso dell’essere e io, ma capisci anche che è una liberazione da tutti i condizionamenti di questo mondo. Come quando stai perdendo un amore, ma sai che stai per entrare in un nuovo periodo di cambiamento. Come quando smarrisci ogni libido sessuale, ma puoi capire il gioco dei sessi, ormai fuori da ogni coazione a ripetere. Come quando nasci e sei spaventato, ma vedi che qualcuno si prende cura di te e ti accompagnerà a crescere.

Sì, la legge dell’oscillazione non ti permette di goderti a lungo i beni della vita, ma ti impedisce di soffrire a lungo e ininterrottamente. Il male lascerà il posto al bene, come un’onda che passa e s’infrange.

La campana, il pendolo, deve andare avanti e indietro, nel bene e nel male, come la respirazione o il battito del cuore che non possono fermarsi.

Tutto va e viene, come la vita, come la morte. E il pendolo non si ferma mai. Sempre uguale, sempre nuovo.

mercoledì 22 novembre 2023

La vera meditazione

 

L’universo è un’incredibile quantità di processi che si muovono, oscillano, vibrano, si spostano, pulsano, si influenzano a vicenda, cambiano e si trasformano da uno stato all’altro – e non stanno mai fermi. Tutto muta in continuazione. La prima legge fondamentale e che niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma. Uno spettacolo di luci, colori, forme e suoni che assomiglia a giganteschi fuochi artificiali.

Ogni essere vivente è un insieme prodigioso di questi processi che ci fanno rotolare nella vita, e poi nella morte, e poi in un’altra vita… cambiando in continuazione.

C’è una forza che ci trascina in continuazione, c’è un’energia, c’è una luce che ci illumina.

Possiamo percepirla dalla sua azione in noi, ma non possiamo vederla perché è invisibile. È invisibile, ma possiamo sentirla chiaramente, come l’aria che ci entra nei polmoni.

Questa energia o forza invisibile è senza dubbio ciò che ci anima, la nostra vera natura, che non è né il corpo né il concetto che ne abbiamo. Ma è esattamente ciò che dà forma ai corpi e alle menti.

Non possiamo definirla a parole, ma possiamo avvertirla o assaporarla mentre si muove in noi, come un bambino nella pancia della madre. Basta trovare un momento di silenzio e di concentrazione.

Questa è la vera meditazione: sentire il nostro essere.

martedì 21 novembre 2023

Il gioco dell'oscillazione

 

Come dicevo e come è evidente, vivere significa oscillare continuamente fra due opposti, tanto che anche il nostro linguaggio è pieno di antinomie. Gli opposti in apparenza si contraddicono, ma in realtà si sostengono a vicenda. Al punto che sarebbe necessario inventare nuove parole (e quindi nuovi concetti) per indicare questi processi unitari ma oscillanti. È come un pendolo che, se prima si sposta da una parte, poi deve spostarsi dall’altra opposta. E ho fatto l’esempio della respirazione, dove il moto oscillatorio (inspirazione/espirazione) non può fare a meno dei due poli.

In fondo la vita è una continua oscillazione fra due poli opposti: tristezza/allegria, successo/insuccesso, malattia/salute, amore/odio, fame/sazietà, positivo/negativo, sì/no, eterno/temporaneo, terribile/meraviglioso, assoluto/relativo, inizio/fine, caldo/freddo, benessere/malessere, veglia/sonno, inspirazione/espirazione, introverso/estroverso, aperto/chiuso, vuoto/pieno, nascita/morte, acquisizione/perdita, attrazione/repulsione, forza/debolezza, caso/necessità (o destino), indifferenza/interesse, spirito/materia, alto/basso, maschio/femmina, bene/male, soggetto/oggetto, felicità/infelicità, piacere/dolore, tutto/niente, divisione/unione, pradiso/inferno, cielo/terra, yang/yin,  materia/antimateria, eccetera, eccetera. Se ne potrebbero citare migliaia.

Un altro esempio, il maschile non potrebbe esistere senza il femminile, e viceversa. Ma il modello iniziale è unico, tant’è vero che i due sessi sono l’uno il rovescio dell’altro e che anche gli uomini hanno i seni.

La mia idea è stata avvalorata dalla scoperta che anche nella fisica si parla di oscillazione, in quanto tutto ciò che vediamo è stato prodotto da una coppia di particelle che sono l’una il contrario esatto dell’altra (come l’elettrone e il positrone) le quali si annichilano in lampo di luce che è energia pura (fotone). Insomma l’oscillazione è un fenomeno creativo presente dappertutto.

Lo spazio vuoto non è affatto vuoto ma pullula di particelle e antiparticelle, che sono create da fenomeni di  oscillazione (oscillatore armonico). Ecco la definizione di Wikipedia: “In meccanica quantistica, l'oscillatore armonico quantistico è la trattazione di un sistema caratterizzato da un potenziale armonico. Si tratta di uno dei problemi più importanti nella fisica teorica, dal momento che ogni potenziale può essere approssimato ad un potenziale armonico nell'intorno di un punto di equilibrio.

 

Insomma, il tutto che noi vediamo è collegato inevitabilmente al vuoto quantistico – altra antinomia. Il pieno non può che nascere da un vuoto, e viceversa.

Dunque, il processo di oscillazione riguarda tanto la materia quanto le nostre sensazioni e gli stati d’animo – quindi tutta la realtà. E questa è una scoperta fondamentale. Niente è fisso, niente è permanente, tutto è legato al suo contrario.

Se non ci fosse questa oscillazione, non sarebbe possibile il divenire.

Per esempio, non abbiamo la parola (e il concetto) per definire l’oscillazione amore/odio, ma vediamo tutti che sotto l’uno c’è l’altro e che può oscillare in ogni momento. Può oscillare perché i due opposti fanno parte di un unico processo che non sappiamo definire, ma che esiste.

E questo spiega anche due realtà fondamentali: la coscienza e il tempo. Il tempo è già diviso fra due opposti antinomici: passato e futuro (se non ci fosse questa oscillazione, non potrebbe scorrere e tutto sarebbe immobile). E la coscienza (collegata in realtà al tempo) nasce da un’oscillazione fra due soggetti (l’io e il Sé). Se non ci fosse questo dualismo, questa scissione, questo gioco dei contrari dentro di noi, non ci sarebbe coscienza.

Abbiamo perciò la legge del divenire, dove niente può essere fermo, immobile, se stesso. Ma tutto è cangiante, mutevole e il contrario di se stesso. Contrariamente a quel che sosteneva la logica aristotelica, A esiste  perché è anche non-A.

Non può esistere felicità duratura. Se oggi sei felice, domani o dopodomani o fra qualche ora sarai infelice. D’altronde, se non ci fosse l’infelicità, come potrebbe darsi la felicità?

L’oscillazione è un ciclo, qualcosa che gira instancabilmente e deve rovesciarsi nel suo contrario.

Perché l’universo è stato creato o si è creato così? Proprio perché si è creato. Se no, sarebbe rimasto un nulla assoluto. Ma il nulla assoluto – ci insegna la fisica - non può esistere… da solo. Ha bisogno del suo contrario, che è energia viva.

 

lunedì 20 novembre 2023

La guerra fra i sessi

 

Come si vede in questi giorni, il rapporto fra i sessi si basa su una vera e propria guerra, con morti e feriti. Gli uomini uccidono le donne e le donne uccidono gli uomini, fisicamente o psicologicamente. Le madri a volte uccidono i bambini, i mariti le mogli, le mogli i mariti, i fidanzati le fidanzate, gli amanti le amate

C’è sempre competizione fra maschi e femmine. C’è una lotta di potere. Chi comanda? Chi è il leader della coppia? Chi si sottomette all’altro? Chi si adatta e cede? Grattate un po’ e sotto la superficie dell’amore trovate l’odio. Dopo il primo innamoramento, certe caratteristiche dell’altro non le sopportiamo: ci mandano in bestia. Anche sotto la superficie dell’odio trovate l’amore: pensate più a chi vi odia che a chi vi odia.

Ma questa guerra, questo contrasto è dappertutto, in ogni cosa. Si chiama vita: perché la vita, per poter essere e divenire, deve essere oscillante. Perfino il tempo e la coscienza sono duali. Il tempo perché oscilla tra passato e futuro (altrimenti come potrebbe scorrere?). Il presente è solo un ipotetico punto di equilibrio, come la pausa nella respirazione. E la coscienza perché dev’essere divisa fra io e Sé, fra conscio e inconscio, fra impulsi opposti e contraddittori. Altrimenti non potrebbe esistere.

Quando il leone sbrana la gazzella, la ama, non può fare a meno di lei, la assimila per nutrirsi. È odio o amore? E l’amore non è uno stato di follia?

Che cosa volete? Un comportamento razionale? Ma se l’amore vi manda “fuori di testa”…?

È così che i sessi si amano e si odiano.

 

 


domenica 19 novembre 2023

La logica del capitalista

 

Ascoltavo lo psicoanalista Massimo Recalcati che parlava del mito del nuovo e lo equiparava alla logica del capitalista che, per vendere, deve per forza contare su una obsolescenza programmata dei prodotti: l’automobile, il frigorifero o il computer sono fatti per durare un tot di mesi o di anni e poi devono essere sostituiti. E si lamentava che questa logica spietata fosse applicata anche ai nostri amori e che tutto fosse ridotto a merce, deperibile e rinnovabile. Scaduto o finito un amore, ecco che deve essere sostituito da uno nuovo, che dovrebbe rinnovare la vita.

Evidentemente anche Dio deve essere un capitalista, perché ci ha programmati per durare un tot di anni e poi essere sostituiti dal nuovo… come una merce.

Siamo tutti a scadenza.

Quanto poi ai sentimenti, dipende dalla nostra profondità o meno. E non c’è niente di più labile, perché, come tutto, sono guidati dalla legge universale dell’oscillazione. E poi quale amore dovrebbe essere eterno? Il primo, il secondo, il terzo…? Certo, alcune persone si ricordano tutta la vita. Ma a che serve quando muoiono?  

Quando vediamo due vecchietti che si tengono per mano, non sappiamo se rallegrarci o compatirli. Sono riusciti a rinnovarsi nello stesso rapporto o si sono sclerotizzati e chiusi alla vita che, lo ricordo ancora, spinge tutti al nuovo?

Purtroppo, anche l’eterno è in una oscillazione continua con il temporaneo.

La legge dell'oscillazione

 

Penso, dunque sono, diceva il buon vecchio Cartesio. In realtà, non è il pensare, ma l’essere consapevoli.

Sono cosciente, dunque so di essere (e con me tutto il mondo).

In effetti, per affermare che il mondo esiste (e io con lui, in lui…), ci dev’essere qualcuno che lo testimoni. Dunque, io affermo me stesso e il mondo nello stesso tempo. Se non ci fosse questa testimonianza, nessuno potrebbe sapere se il mondo esiste e non esiste. Anche il non esistere ha bisogno di un osservatore.

Questo significa che il testimone (o l’osservatore) è parte integrante del mondo, del suo esistere o non esistere.

Una qualunque cosa non può esistere se non c’è un testimone che la convalidi. Altrimenti, chi stabilirebbe se è o non è? Se non ci fosse qualcosa di consapevole, non ci sarebbe niente.

La coscienza non può essere separata dal mondo. Senza una coscienza, semplicemente il mondo non potrebbe esistere. Noi, invece, pensiamo che, anche senza essere coscienti, il mondo esisterebbe là fuori, come un palcoscenico inanimato. Non è così: il mondo prende forma quando si accende la coscienza. Infatti, tutti gli esseri viventi sono dotati di una maggiore o minore coscienza, anche le piante.

Allora il mondo e la coscienza, il soggetto e l’oggetto, non possono essere separati. Ma sono interdipendenti. L’uno non potrebbe esistere senza l’altro.

Noi però ci domandiamo: che ne era dell’universo prima che nascesse la coscienza?

Evidentemente anche le più piccole particelle sono dotate di coscienza. Altrimenti, come saprebbero come comportarsi? Conoscono forse le leggi della fisica? Sono andate a scuola?

Questo vuol dire che i due presunti poli, lo spirito e la materia, il soggetto e l’oggetto, la coscienza e il mondo, seguono la legge dell’oscillazione di tutti i poli e non sono affatto separati, ma si sostengono e si giustificano a vicenda, Fanno parte di un unico processo.

Se questo è  vero, vuol dire che i due si influenzano a vicenda e che lo spirito-coscienza in realtà è in un rapporto di contrapposizione/collaborazione con la materia. Come la materia influenza lo spirito, così lo spirito influenza la materia… solo che lo fa in maniera automatica e noi non ce ne accorgiamo.

Per esempio, uno stato d’animo di rabbia, di odio o di stress può provocare malattie fisiche. Credo che nessuno lo neghi.

Comunque il livello di influenza della coscienza è in gran parte inconscio. Cioè la coscienza opera a vari livelli.

Allora potremmo inventare un’operazione o un esperimento mentale che ci dia la prova che la mente può influenzare la materia o gli avvenimenti dell’esistenza.

In fondo la vita è una continua oscillazione fra due poli opposti (tristezza/allegria, successo/insuccesso, malattia/salute, amore/odio, fame/sazietà, positivo/negativo, terribile/meraviglioso, inizio/fine, caldo/freddo, benessere/malessere, veglia/sonno, inspirazione/espirazione, nascita/morte, acquisizione/perdita, attrazione/repulsione, forza/debolezza, indifferenza/interesse, eccetera, eccetera). Perché non dovrebbe esserci uno scambio e un collegamento continuo tra spirito e materia?