giovedì 30 settembre 2021

La ruota che gira

 

La nostra vita è presto detta: giriamo senza sosta, ci agitiamo dalla mattina alla sera. Sembra che il nostro principio sia muoversi, stare in attività, sempre e comunque.

Tutto questo va bene finché non si esagera, e noi spesso esageriamo. Ci muoviamo come macchine che non possono fermarsi.

Ma agire e prendere decisioni stando sempre in movimento non è saggio, ci porta a sbagliare, ci dà una vita nevrotica. Ogni tanto è bene fermarsi, e guardare da lì il movimento. Ci accorgiamo che, più che agire, reagiamo. Siamo come palline impazzite di un grande biliardo che cozzano le une contro le altre in un’agitazione caotica.

Come facciamo a stabilire un punto fermo, a capire qualcosa, a prendere in mano la nostra vita anziché essere sballottati qua e là?

Siamo su una ruota che gira e cerchiamo il mozzo centrale, là dove non c’è movimento e si può contemplare la situazione.

È sicuro che le decisioni e le azioni che partiranno da questo punto di quiete, invece che dalla reattività, saranno le  migliori.

Nessuno sforzo

 

Meditare non deve essere uno sforzo. Non devo essere io a sforzarmi di praticare la meditazione, per esempio sul respiro o sulla postura del corpo (seduto, in piedi, disteso o in cammino). Mi limito semplicemente a riconoscere una posizione o attività naturale, che di solito viene oscurata da mille altre attività artificiali.

Se seguo il respiro e divento consapevole della posizione del mio corpo, scopro una condizione naturale – non mi metto a ritmare il respiro o a esercitarmi in posture yoga. Sono consapevole di realtà ordinarie che esistono qui e ora. In tal senso ritorno al presente, da cui mi ero allontanato.

Non devo elaborare idee o principi, non devo pensare al passato o al futuro. Ritorno all’attimo presente lasciando perdere le elucubrazioni cerebrali.

Se mi distraggo, non mi do dell’imbecille e non mi riporto con violenza alla meditazione. Ritorno al qui e ora con calma e gentilezza.

Devo essere tranquillo, non ho obiettivi, non devo ottenere qualcosa, non devo diventare un Buddha. Piuttosto lascio andare il pensiero e il mondo, almeno per un po’.

mercoledì 29 settembre 2021

Come salvarsi

 

Sarebbe ora di piantarla con il pensiero mitologico, in particolare con i miti dei salvatori e degli illuminati. Tutte queste persone, ammesso che siano esistite, hanno lasciato il mondo così come lo hanno trovato, mentre grandi scienziati hanno cambiato veramente le cose. Certamente  a livello spirituale sono state introdotte nuove idee. Ma il problema è proprio questo: sono solo idee.

Per illuminarsi bisogna essere molto seri e osservare, concentrarsi, studiare, approfondire, ascoltare, leggere, imparare, capire e riflettere – il lavoro di tutta una vita, il lavoro di tutta l’umanità, non di qualche miracolato o di qualche essere superiore. L’ignoranza ci oscura la vista in ogni campo, e con quella dobbiamo fare i conti impegnandoci e facendo continua autocritica.

L’ignoranza è talmente fitta ed estesa che noi non sappiamo neppure chi siamo. E sicuramente non siamo ciò che crediamo di essere. Dobbiamo lavorare duro. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno può sostituirsi a noi a fare il nostro lavoro di ricerca.

Impariamo sulla nostra pelle che cos’è il desiderio, che cos’è l’illusione, che cos’è il presente, che cos’è l’avversione, che cos’è l’amore, che cos’è la rabbia. Guardiamo come ogni cosa sia in divenire e abbia il suo contrario.

Non lasciamoci condizionare dai miti religiosi e osserviamo direttamente come è stato fatto il mondo.

Ci sono religioni  che vivono nel mito del salvatore, da venire o già venuto. Ma non sembra che queste idee possano cambiare il mondo, che rimane pervicacemente quello che è.

Allora, non c’è che la nostra esperienza e soprattutto la nostra riflessione saggia.

martedì 28 settembre 2021

Trovare la pace

 

Noi dobbiamo radicarci nel presente, perché è questa l’unica realtà che abbiamo. Tutte le altre, nel passato o nel futuro, sono pensate a partire dal presente. È sempre nell’attimo presente che viviamo, anche se la nostra mente vaga nel passato o nelle fantasie sul futuro.

La vita può essere terribile, piacevole o semplicemente noiosa – una ripetizione continua di situazioni, di abitudini e di relazioni. Nella nostra mente si alterna di tutto, e niente è stabile.

A volte siamo tranquilli, ma più spesso siamo agitati, preoccupati o arrabbiati. Come fare a trovare un po’ di pace, qualcosa di sicuro? Quando siamo angosciati, cerchiamo protezione… magari presso qualche divinità o santo. Ma non serve a molto, perché dall’esterno non può giungerci nessun riparo.

La meditazione ha la capacità di utilizzare gli impulsi di rabbia, la frustrazione, l’insoddisfazione, la tristezza e in genere gli eventi sgradevoli e le difficoltà in strumenti per crescere e imparare. Il suo metodo consiste non nell’evitare le sensazioni e i pensieri spiacevoli ma nell’andare alla loro radice, stare con essi ed esaminarli.

Osserviamo tutto come testimoni silenziosi, poco toccati dalle cose. Non comportiamoci come al solito cercando di afferrare il buono e di respingere lo spiacevole. Creiamo una distanza da ciò che ci capita. Guardiamo tutto come lo scorrere di un film o di uno spettacolo, ora gradevole ora sgradevole. Siamo pazienti e gentili, con gli altri ma soprattutto con noi stessi.

Trasformiamo la mente in uno specchio che riflette tutto, senza venirne influenzato.

Questo ci aiuterà a trascendere il mondo, a creare un punto fermo nelle attività caotiche dell’attuale realtà, precostituendo una posizione di equilibrio e di serenità.

Certamente ci vuole esercizio.

La vita è così, ed è inutile tentare di sfuggire al tumulto dei desideri, dei pensieri e delle passioni rifugiandoci in qualche santuario. Non possiamo trovare la pace se non la cerchiamo prima all’interno. Il santuario è dentro di noi.

 

lunedì 27 settembre 2021

Più saggi e più liberi

 

Poiché siamo tutti fatti della stessa pasta, sappiamo benissimo che vorremmo prolungare il più possibile le esperienze positive ed evitare quelle negative. Ma sappiamo anche che le due condizioni si alternano in continuazione, e noi non possiamo farci nulla. Quando le esperienze sono piacevoli, siamo al settimo cielo e ci attacchiamo con le mani e i piedi; quando poi diventano negative, ecco sorgere l’avversione e vorremmo scacciare tutto via. È la forza dell’abitudine la forza della natura.

Però chi pratica la meditazione incomincia a riflettere su questo meccanismo. Perché esaltarci quando le cose ci vanno bene e a  quando ci vanno male ci trasforma in banderuole rigidamente condizionate dagli eventi esterni. Ecco allora la pratica del “prendere le distanze”.

In fondo le esperienze sono sempre le stesse – cambia solo il loro segno, ovvero cambia il nostro giudizio su di esse. Proviamo allora a guardarle per quel che sono, obiettivamente, e non per quel che le giudichiamo.

Guardiamo tutto con distacco. Non limitiamoci ad attaccarci ad una cosa e a respingere l’altra. Diventiamo meno prigionieri degli eventi, prendiamoci il nostro spazio.

Questo atteggiamento diminuirà il nostro grado di sofferenza, dovuto per lo più all’aggiunta del fattore mentale dell’odio e dell’avversione. Tutto scorre e diviene, tutto si alterna. Vediamo se possiamo essere più pazienti, più tolleranti, meno reattivi.

Introduciamo la consapevolezza dappertutto. Questo diminuirà sia l’entusiasmo eccessivo sia la sofferenza eccessiva e successiva, e ci renderà più saggi e più liberi.

domenica 26 settembre 2021

Prendersi cura

 

La meditazione è un “prendersi cura” (del proprio stato d’animo, della propria mente, del proprio Sé), non un farsi prendere dalle preoccupazioni ansiose e ossessive che nutriamo di solito nella vita quotidiana. Ci “prendiamo cura” esattamente come ci si prende cura di una pianta, tant’è vero che si parla anche di “coltivazione”.

Questo “prendersi cura” è consapevolezza, presenza mentale, vigilanza, osservazione di se stessi in rapporto al mondo. Quando siamo vigili e attenti, siamo lucidi e calmi, e non c’è né pensiero ansioso abituale né desiderio di possesso. Si prende nota del momento presente, e basta.

Possiamo anche chiamarlo contemplazione o ascolto – ascolto del silenzio, ascolto dello spazio che c’è prima del pensiero e della preoccupazione. Con la pratica, il nostro io diventa sempre meno “personale” e sempre più distaccato.

È una cura dell’anima.

sabato 25 settembre 2021

Il vortice dell'io

 

A volte ci sentiamo dei semidei, pieni di forza e capaci di grandi imprese; altre volte ci sentiamo depressi, brutti e incapaci di tutto. Sono gli alti e i bassi della vita basata sull’ego. Ma c’è un’altra possibilità, non più basata né sull’esaltazione né sull’avvilimento.

Quando siamo calmi e presenti - senza aspettative, senza voglia di giudicare, senza desiderio di dare voti o di definire - in fondo non pensiamo neppure al nostro io. L’ego ci sarà, ma non sporge eccessivamente a causa del nostro auto-giudizio, positivo o negativo.

La scomparsa o l’attenuazione del senso dell’io non significa andare verso il suo annullamento, ma evitare giudizi, concetti e valutazioni, trovando un nuovo spazio di manovra. Prima di sputare sentenze, prima di dire “io sono” o “io sono questo o quello”, io sono… molto più liberamente, spontaneamente e felicemente. E, a pensarci bene, forse non sono affatto. Chi lo sa cosa c’era il momento prima che pensassi al “mio” io?

Forse non c’era proprio nessuno, c’era un vuoto, perché anche il senso dell’io è intermittente. Quando non pensavo all’io, c’era un senso dell’essere del tutto naturale e rilassato, non il senso dell’io abituale, che diventa un’ossessione, una sfida, una rigidità dolorosa.
       Quando per esempio ci domandiamo che fine farà il nostro io dopo la morte, o quando vogliamo valutarci in rapporto agli altri o alle esigenze sociali, ce ne facciamo davvero un’ossessione, una fissazione, e l’io fa male, molto male. Diventiamo egocentrici, nel bene o nel male.

C’è un’altra possibilità – di essere un io-senza-io. Essere un non-io che non ha bisogno (per essere) di confinarsi in giudizi. In tal modo ci liberiamo dall’io egocentrico, e non per questo finiamo nel nulla. Il vuoto originale che c’era prima è perfettamente compatibile con la vita, ed anzi funziona molto meglio.

Infatti ci sono molti altri momenti in cui viviamo bene senza l’ossessione dell’io, per esempio quando siamo assorbiti in qualcosa di piacevole, dal guardare un film che ci piace al fare l’amore.

Ed è questo cui alludiamo con la morte o la trascendenza dell’io. Non sparire nel nulla, ma liberarsi di una corazza rigida e dolorosa.

venerdì 24 settembre 2021

Liberarsi dei condizionamenti

 

Quando nasciamo, non abbiamo nessuna idea di essere o avere un io e neppure di essere maschi o femmine, ricchi o poveri, intelligenti o stupidi, eccetere eccetera. Poi, lentamente, a poco a poco, ci vengono inculcate le convinzioni di essere un io, di essere maschi o femmine e così via. Non solo, ci viene anche insegnato  come deve essere quell’io, come devono essere i maschi e le femmine, i ricchi e i poveri, ecc. Ci sono regole per tutte le condizioni. E, se non le seguiamo, sono guai e sofferenze.

Si tratta di condizionamenti quasi inevitabili per chiunque nasca come essere umano. In parte dipendono dalla natura e in parte dalla cultura.

Ma, se siamo consapevoli di un simile processo di istruzione-educazione-condizionamento, può venirci la curiosità o l’esigenza a capire come sia una mente non-condizionata o poco condizionata – una mente che non sia cosciente di essere questo o quello, ma solo della propria consapevolezza.

Questo è il campo della meditazione, un campo che non appartiene ad alcun altra disciplina. Da un certo punto di vista, è una pratica di purificazione, in quanto ci permette di liberarci del mondo, della mente, della tradizione, dei condizionamenti e della stessa coscienza individuale.

Questa ricerca ha una portata metafisico-religiosa, perché può rispondere alla domanda su che cosa succederà quando il corpo, la coscienza e la mente condizionata ci lasceranno per sempre.

La forza dell'odio

 

Odiare qualcosa o qualcuno dà una grande energia, prendere partito contro posizioni avverse ci fa sentire forti, arrabbiarsi contro presunte ingiustizie o imposizioni ci fa sentire dalla parte del giusto e pieni di ardore… ecco perché ci sono così tanti odiatori. Cerchiamo forza. L’odio fa sentire bene… per un po’.

Così facendo, diventiamo rigidi e fanatici. Siamo concentrati e decisi.

Ma, così facendo, non ci rendiamo conto di quello che ci sta succedendo. Ci polarizziamo su una posizione e ci chiudiamo a tutto il resto, a qualsiasi altro punto di vista. È come se indossassimo un’armatura per combattere.

In primo piano restano solo le nostre idee, le nostre opinioni, i nostri principi.

Il problema è che da questo atteggiamento viene anche una grande sofferenza, perché siamo dominati da pensieri negativi, da invidia, da avversione, da paura, da disturbi psicologici, da auto-mutilazione.

Quando ci troviamo in una situazione del genere, fermiamoci, esaminiamo il nostro stato d’animo. E diventiamo consapevoli di noi e degli altri.

Osserviamo, osserviamoci, diventiamo consapevoli. E impariamo. Forse c’è un altro modo per essere pieni di energia.

giovedì 23 settembre 2021

Concentrazione e consapevolezza

 

La differenza tra concentrazione e consapevolezza è che la prima esclude ogni altra attività, mentre la seconda è aperta a tutto. Quando sono concentrato, infatti, non posso occuparmi di nient’altro – è come fissarsi su un punto chiudendo fuori tutti gli altri. Quando invece sono consapevole, posso esserlo di qualunque cosa… anche di essere distratto. La concentrazione può essere sempre disturbata, la consapevolezza no, dato che può essere consapevole di qualunque disturbo.

Nella concentrazione c’è un’adesione acritica del soggetto all’oggetto, mentre nella meditazione c’è una presa di distanza.

Se si medita con la concentrazione, sorge il problema focalizzarci solo su cose ritenute positive o benefiche. Se si medita con la consapevolezza, anche le esperienze ritenute negative possono essere messe a fuoco, perché c’è sempre un certo distacco rispetto ad esse ed un insegnamento da trarne. Se per esempio mi concentro troppo su un desiderio, alla fine ne sarò travolto. Ma questo non succede con la consapevolezza. Si può essere consapevoli di tutto.

Essere saggi significa essere consapevoli, perché, anziché indugiare sulle nostre emozioni e sui nostri pensieri, sulle nostre attrazioni e sulle nostre avversioni, le guardiamo tutti con distacco.

Quando siamo completamente concentrati su qualcosa, possiamo commettere anche dei crimini o dei grandi errori; e quindi si pone il problema di non avere desideri o mire sbagliate. La presa di distanza, invece, ci porta sempre su una buona strada.

 

 

mercoledì 22 settembre 2021

Banderuole al vento

 

Ogni giorno proviamo piaceri e dolori, sensazioni gradevoli e sensazioni sgradevoli, emozioni piacevoli ed emozioni spiacevoli, pensieri positivi e pensieri negativi, e ovviamente vorremmo mantenere il più a lungo possibile i primi e sbarazzarci velocemente dei secondi. Ma non è così facile. Il nostro animo è un campo di battaglia in cui si alternano esperienze di ogni genere. Il nostro potere è molto scarso, perché tanto dipende dal mondo che ci circonda. Se noi o qualcun altro si ammala, come facciamo a mantenere sensazioni positive e pensieri piacevoli? Se vinciamo una gara, guadagniamo tanti soldi o conquistiamo qualcuno, siamo investiti da ondate di emozioni gradevoli.

La verità è che tutto ciò non solo dura poco, ma è ben presto sostituito da altre esperienze, magari di segno opposto. Il risultato è che siamo come foglie al vento.

Non c’è niente di stabile nel nostro corpo e nella nostra mente. Tutto è labile e impermanente.

Ora, il nostro scopo non può essere quello di inseguire le esperienze piacevoli e sfuggire quelle negative. Se lo facessimo, verremmo trascinati da forze su cui non abbiamo il minimo controllo e che ci fanno fare quel che vogliono loro. Saremmo – e siamo – banderuole al vento.

La soluzione è veder chiaramente la nostra condizione e diventarne consapevoli senza cercare di attaccarci alle sensazioni positive. Oggi è così, fra un’ora o fra un giorno cambierà.

In realtà tutti questi stati d’animo, tutte queste condizioni, tutti questi pensieri, tutti questi desideri, vanno e vengono, sorgono e svaniscono, nascono e muoiono di continuo. In tal senso non ci appartengono veramente. Se noi restiamo consapevoli, al centro, senza farsi trascinare qua e là, senza cedere né all’attrazione né alla repulsione, osservandoci senza pretendere di scegliere solo ciò che ci piace, se non ci identifichiamo di volta in volta con quello che il nostro corpo e la nostra mente provano, otteniamo ciò che potremmo definire un atteggiamento saggio ed equilibrato che alla fine ci ricompenserà.

Osserviamo il mondo della mutevolezza non solo fuori di noi ma anche dentro di noi. Il corpo e la mente sono temporanei, e, poiché non possiamo afferrare nulla e tenercelo stretto, lasciamo andare tutto con saggezza e consapevolezza. Questo è il punto di partenza di un atteggiamento meditativo che ci fa uscire dalle peggiori sofferenze e ci regala un soggiorno più sereno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 21 settembre 2021

La realtà divisa

 

Quando qualcuno crede in Dio, cerca di dargli una definizione o di farsene una rappresentazione. Tra le più comuni c’è quella di Dio come amore. Ma avete mai visto un sentimento che se ne va in giro da solo? Ci vuole qualcos’altro.

Allora si dice che Dio è il bene. Ma dove sarebbe uscito il male?

Si dice che sia la luce, ma dove sarebbe uscito il buio?

Si dice che sia la quiete. Ma da dove sarebbe uscito il caos?

Si dice che la pace. Ma da dove sarebbe uscita la guerra?

Si dice sia energia. Ma da dove sarebbero uscite l’inerzia e la stasi? Eccetera, eccetera…

 

In sostanza noi ci limitiamo a scegliere le qualità che ci piacciono attribuendole a Dio e lasciando nell’ombra i loro contrari. Così abbiamo un Dio dimezzato.

Ma lo stesso accade all’idea che abbiamo del nostro io. Di solito gli attribuiamo solo qualità postive nascondendo accuratamente i difetti e le mancanze. Chi direbbe: “Sono un egoista… sono un avaro… sono un invidioso… sono un arrogante, ecc.”?

Dunque, come è falso il nostro Dio, così è falso il nostro io. Ci facciamo di entrambi idee parziali, incomplete, idealizzate, perdendo la visione d’insieme e nutrendoci di abbagli. Il quinto esagramma del libro cinese I Ching, dice: “Solo quando abbiamo il coraggio di affrontare la realtà per quel che è, abbandonando autoinganni e illusioni, gli eventi ci indicheranno quale sia la strada che dobbiamo seguire”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 20 settembre 2021

Donne in guerra

 

Sulla Terra è tutta una guerra. Conoscete una guerra dove non ci siano coloro che ammazzano e coloro che vengono ammazzati? Anche le donne che abortiscono uccidono per legittima difesa – per non farsi invadere e uccidere da una vita aliena non desiderata.

Come mai, se la vita è benedetta, la prima cosa che provano le donne gravide è nausea? E come mai dopo il parto vengono prese dalla depressione? E come mai la prima cosa che fanno i neonati è mettersi a piangere?

Ritorni dall'aldilà

 

Difficile dimostrare l’esistenza dell’aldilà. Ci vorrebbe qualcuno che tornasse a raccontaci tutto. Ma nessuno ritorna mai. Si dice che i morti non ritornino perché in realtà stanno troppo bene. Potrebbe essere. Anche nelle esperienze di premorte e di estasi mistica, i protagonisti affermano che non vorrebbero più tornare indietro, su questa Terra, in questa dimensione.

Ma ciò conferma quel che diciamo sempre: che l’esistenza è insoddisfacente e fonte di mille sofferenze. Chi vorrebbe tornarci una volta uscito?

Tutto il contrario di quel che dicono gli adoratori e propagandisti della vita – che la vita è meravigliosa, un dono di un Dio benefico, ecc. Sarà anche un’occasione, qualcosa di necessario, ma anche qualcosa da superare lasciandosela alle spalle.

E qui nasce un altro problema: perché ci troviamo in questo purgatorio-inferno? Che cosa non ha funzionato? Tra le risposte ci sono sempre le idee di un peccato originale o di una decadenza da una mitica età dell’oro…. Sempre qualcosa di negativo che ci sarebbe capitato per una nostra insipienza o ignoranza.

Comunque sia, siamo noi i creatori di tutto questo mondo. Attraverso la nostra stessa conoscenza.

Non c’è la realtà – c’è la nostra conoscenza della realtà, la quale come è apparsa può sparire in un attimo. In sostanza è tutto fatto della materia (solidificata) dei pensieri, delle immagini, dei desideri, dei sogni e degli incubi.

Stavolta abbiamo avuto un incubo, rendiamocene conto. E spetta a noi svegliarci.

domenica 19 settembre 2021

L'erore cosmico

 

Quando siamo angosciati dal pensiero che la vita è breve, che concludiamo ben poco e che la morte cancellerà tutto - e per questo siamo costretti a inventare paradisi, altre esistenze e inferni/purgatori (per niente rassicuranti) - forse stiamo sbagliando tutto.

Forse è esattamente il contrario. Ciò che viviamo adesso è già un inferno/purgatorio, una realtà minore un errore di prospettiva, qualcosa che è sfuggito alla perfezione. Non siamo veramente vivi, ma mezzi vivi, tra la vita e la morte.

È la nostra ignoranza, cioè la nostra incapacità di vedere l’insieme, che ci rafforza il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi. Mentre ciò da cui usciamo, la nostra natura originaria, era già il compimento di ogni desiderio.

Abbiamo perduto il vero paradiso per incarnarci in questo corpo, in questa mente e in questa coscienza. E ora facciamo l’errore di sperare di sopravvivere in qualcosa di simile.

Ma, se c’è stato un aborto, è inutile cercare di far rivivere il feto.

sabato 18 settembre 2021

Introduzione alla meditazione

 

Per i primi tempi, la meditazione è soprattutto interesse e riflessione; non è possibile che siamo così ignoranti. Ci troviamo in un mondo senza sapere come e perché. Uno scandalo, un’enormità. Eppure la gente non sembra preoccuparsene o si accontenta delle risposte tradizionali, offerte per lo più dalle religioni. Come se pensarci non servisse a nulla., come se non ci fosse più nulla da pensare.

È tutto il contrario: non è stato pensato abbastanza e le risposte tradizionali non sono soddisfacenti. Le idee di Dio, di anima e di aldilà sono tutte basate su credenze e miti inventati da qualcuno prima di noi. Ma ognuno deve cercare la propria verità. Deve dunque indagare profondamente.

Si deve riflettere a lungo. Io sono il conoscitore di questa esistenza e quindi non posso essere conosciuto cogliendomi come se fossi un oggetto. Devo in tal senso fondere me stesso in me stesso. Questo è il problema.

Ma non posso farlo se non ci penso e ripenso, se non cerco di cogliermi in vari momenti. Infatti, più che un pensare è un sorprendersi, un sorprendere se stessi quando ci troviamo distratti in mille altre faccende.

Nessuno può dirci chi siamo. Neppure i santi, neppure i profeti, neppure Dio.

Nessun altro può essere me stesso. E, se non ora, quando?

venerdì 17 settembre 2021

Il dubbio radicale

 

Devi mettere in dubbio tutto ciò che ti è stato insegnato, perfino il fatto di essere questo corpo e questa mente. Per meglio dire, la tua identità ultima non coincide né con questo corpo né con questa mente.

Tu semplicemente hai questo corpo e questa mente; ma non lo sei. Tu sei quello che ha, che testimonia di avere.

Devi precedere ogni condizionamento.

L'alienazione

 

Se cerchi la verità, non serve a nulla aver fede in qualche religione, filosofia o tradizione del passato; anzi, è controproducente, perché non avrai la mente libera da condizionamenti.

Se cerchi la verità, devi sbarazzarti di tutti i preconcetti ed aver fede soltanto nella tua esperienza.

Purtroppo, sei stato talmente prevenuto che non riconosci neppure la tua esperienza.

A che punto profondo di alienazione sei stato ridotto! Se riconosci questo, però, sei a buon punto.

La strage degli innocenti

 

Tre casi di suicidio tra bambini nel primo giorno di scuola – sembrano non interessare nessuno. La nostra società è come un temperamatite: chi non entra in una determinata forma, viene smussato costi quel che costi. Se si adatta tra mille sofferenze, bene; altrimenti ci sono i tanti casi di suicidio tra i giovani. Qui non c’è nessun Papa che dice che si tratta di omicidi. Eppure lo stato della gioventù è penoso. Quasi tutti subiscono violenze psicofisiche o diventano violenti. Alcool e droghe impazzano. Televisione, pubblicità, religione, scuola e società impongono valori e comportamenti convenzionali, tribali e ottusi, che i più sensibili non sopportano.

In Italia ci sono 4000 casi di suicidio ogni anno, e l’Europa è il continente con il maggior tasso suicidario.

Nessuna cura, nessun interesse, per la psiche giovanile. È come stare in guerra. Se impari a uccidere e a essere feroce e insensibile, sarai un buon soldato. Se no, finirai con qualche grave trauma o con il suicidio.

Quanto costa essere normali! Quanto è difficile non essere e pensare come gli altri!

mercoledì 15 settembre 2021

Cercare

 

Se cerchi Dio, speri di trovarlo in qualche chiesa, in qualche statua, in qualche dipinto, in qualche rituale, insomma in qualcosa di tangibile e visibile. Se cerchi un maestro o un salvatore, speri di trovarlo in qualche persona superiore. Se cerchi la verità, speri di trovarla in qualche sentenza o libro sacro. Se cerchi te stesso, speri di trovarlo in un’anima ben definita. Se cerchi l’illuminazione, ti aspetti una grande luce o chissà che.

Ma alla fine tutto ciò che trovi è insoddisfacente, è un’altra delusione. Se guardi bene, tutto è limitato. Di niente puoi dire: “È lui!” o “È lei!”. Sono tutte tue immagini o tuoi pensieri. Il resto è vuoto. Ed è pauroso.

Ma chi è che dice che tutto è vuoto? In fondo quello sei tu.

Non so se capisci. Quello, quel grande vuoto, quel nulla, sei tu. Quando perdi tutto, sei tu. Per il resto sei in preda all’ignoranza.

L'odore della vita

 

Se sentiamo il bisogno di abbellire la vita e di farle tanta pubblicità, vuol dire che vogliamo nascondere qualcosa di brutto, qualche segreto inconfessabile, qualche aspetto repellente.

La vita puzza, questa è la verità. Siamo tutti fatti di una materia che alla fine imputridisce e che non nasconde neanche mai del tutto la sua vera natura. Tutti spandiamo un fetore che inutilmente copriamo con i profumi e che alla fine, nella morte, si rivela nella sua pienezza.

Nel buddhismo, si insegnava a meditare accanto alle cataste dei cadaveri.

martedì 14 settembre 2021

La legge del più forte

 

Gli uomini rispondono alla forza, al potere e al rumore. Chi ha più forza (militare, economica, scientifica, ecc.) domina il mondo e si fa ubbidire da tutti gli altri. Chi ha più potere può influenzare le nostre società. Chi fa più rumore è più ascoltato di chi sta zitto. Così vanno le cose. È la violenza/chiasso che domina il tutto, non solo nella nostra specie, ma anche in tutta la natura e nell’universo. Tutti i processi di alimentazione, di selezione e di riproduzione si basano sulla violenza, sulla prevaricazione del più forte. Per vivere, tutti gli esseri devono uccidere e mangiare altri esseri, animali e/o vegetali.

Questa è la legge universale. Ecco perché non ha senso credere in un Creatore, tutto amore e bontà. Se dovessimo costruirne un identikit da ciò che vediamo, questo Creatore dovrebbe essere molto simile a un macellaio.

La violenza su cui si basa il mondo è più che evidente, tanto che molti saggi hanno insegnato l’amore, la compassione e l’altruismo. Ma il mondo non è cambiato. La legge generale della violenza continua a reggere il mondo. Non ci sono mai state tante guerre, tanti dittatori, tante stragi, tante armi, tanti soprusi, tanti profughi, tante ingiustizie, tanta sopraffazione.

Per fare un esempio, Gesù e Gandhi hanno insegnato la non-violenza. E sono morti tutt’e due ammazzati.

domenica 12 settembre 2021

La forza dell'ignoranza

 

Quando dico che l’ignoranza (la Maya dell’Oriente) è un potere che modella il mondo e lo deteriora continuamente, non mi riferisco a un principio astratto, ma a una forza concreta. Per esempio:

 

-       L’ignoranza ha indotto i terroristi musulmani ad attaccare gli americani vent’anni fa.

-       L’ignoranza ha indotto gli americani a invadere l’Afghanistan.

-       L’ignoranza porta tante persone a combattere i vaccini.

-       L’ignoranza porta a fondare le religioni, illudendosi che siano volute da qualche (nostra immagine di) Dio.

-       L’ignoranza porta a credere che esistano Dei e Iddii, cui potersi rivolgere.

-       L’ignoranza porta a illuderci che in questa esistenza si possa non soffrire.

-       L’ignoranza porta a credere che bene e male possano essere disgiunti, e così via…

 

Tutti questi atti di ignoranza hanno modellato il mondo rendendolo quello che è.

In sostanza l’ignoranza consiste nel credere reale ciò che non lo è, e confina con l’illusione.

Noi crediamo a illusioni, a proiezioni della nostra mente, non accorgendoci che siamo noi a crearle. Ed è evidente che per combattere questo “non accorgersi” dobbiamo addestrarci ad accorgerci, a renderci conto, ad essere sempre più consapevoli. Questa è la meditazione.

Oltre la nostra mente c’è una realtà inimmaginabile.

Le pene dell'inferno

 

Gli uomini sono talmente attaccati alla propria individualità che non concepiscono che possa dissolversi. Ecco perché si sono inventati paradisi, inferni e purgatori. Non vogliono assolutamente finire come individui.

Riflettiamo sul fatto che preferirebbero finire all’inferno che veder annullato il loro io. In fondo, ragionano, “anche se finisco all’inferno, sono sempre io!”

Forse sarebbe meglio abituarsi a vedere la scomparsa dell’io, dovuta alla morte, non come un annullamento, ma come la fine di un confinamento. Quando passiamo da un’età all’altra, da un’epoca all’altra, tante cose vecchie spariscono, ma tante nuove compaiono.

Se potessimo passare in un purgatorio o in un paradiso, così come siamo, senza cambiare la mente egoica, non ci sarebbe nessuna novità e finiremmo per ripetere le stesse cose.

Annullando invece la vecchia mente, con il suo io, ci liberiamo di una limitazione fondamentale e facciamo un salto importantissimo di condizione.

Il potere dei simboli

 

Le donne non devono fare i ministri, dicono i talebani, ma stare a casa a fare figli. Le donne non devono studiare, le donne non devono andare al lavoro, le donne non devono mostrare il loro corpo… è oscurantismo della peggior specie. Ma queste sono in origine le idee di tutte le religioni. Leggete i giudizi sulle donne dei Padri della Chiesa. La donna è un essere inferiore, un maschio mal riuscito, un errore della natura… diceva san Tommaso d’Aquino.

Fino a poco tempo fa queste idee erano diffuse anche da noi, sostenute dai preti e dai loro seguaci. Noi europei, però, siamo riusciti a separare la religione dallo Stato. Resta il fatto che laddove Stato e Religione coincidono, si formano regimi spaventosi.

In Italia, dove la separazione tra Stato e Chiesa è ancora labile, si è discusso fino a poco tempo fa se era possibile “non mettere” il crocefisso nella scuole e in altri luoghi pubblici. Oggi, con la sentenza della Corte di Cassazione, ambigua e cerchiobottista quanto mai, si dice che è possibile appenderlo se c’è un accordo fra tutti gli interessati e che è anche possibile aggiungere simboli delle altre religioni. Ohibò.

Perciò io potrei piazzare una statua del Buddha sulla cattedra o scrivere sul muro i versetti del Corano. Ma è questo che vogliamo? E se ci sarà una classe a prevalenza musulmana?

Non era meglio fare come i francesi decidendo che tutti i simboli religiosi vanno eliminati dalle scuole statali?

sabato 11 settembre 2021

Il grande sonno

 

Se in vecchiaia si dorme sempre di più durante il giorno, il motivo è semplice: mancano le forze per restare a lungo svegli e lucidi e ci si prepara a quel lungo sonno che è la morte. Dico che ci si prepara perché esiste un tipo di sonno profondo in cui non ci sono né ricordi né sogni.

Ora, di questo stato possiamo dire tutto tranne che siamo stati male. Poiché non ci sono stati né pensieri né immagini, non c’è stato nessun tipo di sofferenza. Anzi, al risveglio ci sentiamo più riposati.

Se la morte è questo, non c’è da averne paura.

Si dirà che però viene a mancare il senso dell’io, la consapevolezza di essere, l’individualità. È vero, ma nessuno in quello stato se ne lamenta, nessuno ne sente la mancanza.

Il male e la sofferenza si ripresentano quando ci svegliamo, non prima.

La verità è che rientriamo nel nostro stato originario, in ciò da cui eravamo partiti per approdare qui in questa esistenza.

Ora ci pare che perdere la nostra individualità sia una tragedia, ma, quando la cosa sarà accaduta, non ci sarà più alcun soggetto a soffrirne, così come ne soffriamo in questo momento.

L’individualità, la coscienza, l’io – in quanto separazione e isolamento – sono sempre fonte di sofferenza. Ma nell’unificazione finale non ce ne è più.

E pensare che molti vorrebbero vivere un’altra vita, vorrebbero avere la possibilità di un’altra esistenza! 

Eppure, sulle nostre tombe, c'è scritto: "Riposa in pace".

venerdì 10 settembre 2021

Il pessimista

 

Forse sono un pessimista, lo ammetto. Ma è difficile non esserlo quando si vede che ogni forma di vita e ogni ente finiscono con l’estinzione, preceduta da invecchiamento e molto spesso da malattia. Che cosa c’è più disperante della vecchiaia, di quel disfacimento progressivo e inarrestabile? Entrare in un ospizio per vecchi è come entrare nell’inferno. C’è un destino di sofferenza e di morte davanti a noi, sempre e comunque. Potremo vivere più o meno a lungo, più o meno bene, ma alla fine moriremo tutti.

Ora gli ottimisti si dividono in due categorie. Quelli che dicono che dopo ci sarà un’altra vita (ma non possono dimostrarlo) e quelli che dicono: “Va bene, comunque vada, ne vale la pena.” E qui ci sarebbe da discutere.

Tutto dipende dalle esperienze personali. Ma resta il fatto che ci sono individui che muoiono a pochi mesi o a pochi anni. E qui non regge più nessuna spiegazione.

mercoledì 8 settembre 2021

La brevità della vita

 

Guardandoci intorno, ci sentiamo orgogliosi di essere degli individui dotati di auto-coscienza. Abbiamo fatto tanta fatica per arrivarci...! Ma pensiamo un po’ a cosa ci è costato. Siamo usciti da uno stato che era infinito e ci siamo rinchiusi in un corpo, in una mente e in una coscienza finiti, abbiamo perso il contatto con tutto il resto e siamo destinati a scomparire. L’illimitato si è limitato. Non è da qui che nascono tutti i nostri problemi?

Il fatto è che l’individuo che è emerso da questa faticosa operazione non solo non è felice e si sente sempre privo di qualcosa, ma è limitato nel tempo e nello spazio. In quanto tale, l’individuo dura poco ed è effimero, contingente. La farfalla vive un giorno mentre l’uomo vive ottanta o cento anni – ma la sostanza non cambia.

Che cosa fare allora? Ritornare indietro sarà possibile solo con l’immancabile morte. Nell’attesa, l’unica cosa che possiamo fare è sfruttare quello strumento straordinario che ci è stato dato: la consapevolezza.

Consapevoli, però, che anche questa scomparirà.

Siamo come il pesce che per un attimo ha fatto un balzo sopra l’oceano, contemplando un mondo alieno. Pochi istanti o pochi anni – non cambia nulla. La vita non è in nostro potere. La forza che ci ha fatto fare il balzo è anche la stessa che ci farà precipitare.

lunedì 6 settembre 2021

Com'è triste Venezia

 

Il mondo è come Venezia – tra cielo, mare e terra è solo un palcoscenico su cui si recitano commedie sempre più stanche, ripetitive e disperate… mentre l’intero teatro sprofonda nel baratro.

L'uomo malato

 

La coscienza malata, tutto ciò che vede lo vede in rapporto alla sua malattia, alla luce della sua malattia, condizionata dalla sua malattia. E la sua malattia si chiama divisione, compartimentazione, contrapposizione, individualismo, dualismo, antagonismo… Ecco perché la Terra è sempre in guerra – ogni individuo contro ogni altro individuo, ogni specie contro ogni altra specie, ogni nazione contro ogni altra nazione, ecc. Tutti combattono contro tutti. Ed ecco perché le religioni degli uomini non possono portare alla pace, e i loro Iddii sono Iddii della lotta , del dissidio, della competizione, dell’oppressione, della passionalità.

Ogni conoscenza è proiezione di questa coscienza malata. Se non capisci questo, non capisci nulla del tuo stare al mondo. La vera religione, il vero Dio, sta oltre queste divisioni, oltre il dominio della coscienza malata. E quando la coscienza capisce questo incomincia ad avvicinarsi alla Trascendenza unitaria.

domenica 5 settembre 2021

I talebani americani

 

In Texas una legge rende praticamente impossibile l’aborto, perfino in caso di stupro e di incesto: le donne devono essere costrette a partorire (compelle intrare insegna Gesù). Evidentemente l’America non solo ha perso la guerra contro i talebani afghani, ma è stata influenzata dalla loro cultura oscurantista, nemica delle donne.

Perché è certo che togliere il diritto di aborto alle donne significa limitarne la libertà. E tutte le religioni, dall’Islam al cristianesimo sono nemiche della libertà delle donne e non solo – sono nemiche delle libertà di scelta degli individui. Il loro modello è quello dell’autoritarismo su base religiosa.

Per loro, come Dio è un monarca assoluto, così anche le autorità terrene (clerico-conservatrici) devono esserlo.

Quando credete che le religioni siano carità e bontà, vi sfugge il loro aspetto antidemocratico. Non esistono religioni progressiste: sono tutte reazionarie.

Pensate che il Texas, che sembra difendere i feti, permette poi a chiunque di girare armato fino ai denti e di uccidere quelli che sono cresciuti.

La pubblicità fraudolenta della vita

 

Il mondo fa una continua pubblicità alla vita – a dimostrazione che si tratta di un prodotto scadente che, se non fosse pompato, nessuno comprerebbe. La scuola, la religione, la famiglia e il tam tam generale ci ripetono che la vita è una cosa meravigliosa. La pubblicità, quando deve vendere un prodotto, ci deve vendere anche la bellezza della vita e ci fa vedere, tra canti e musiche, coppie felici, giovani che cantano e ballano, vecchi in perfetta forma e gente che prendendo un certo prodotto sta benissimo o guarisce di colpo – vere e proprie truffe che andrebbero sanzionate.

La pubblicità, l’arte, l’artificio e l’imbroglio sono un tutt’uno: vi devono far vedere qualcosa di non vero. Perché, per esempio, le donne si truccano? Per imbrogliarvi meglio. Vi vendono quel che non sono – voi comprate e poi vi accorgete che siete caduti in una trappola. Lo stesso fanno gli uomini con altri trucchi.

Tutti si imbrogliano a vicenda, tutti vendono qualcosa di falso. Tutti mentono.

Ma se c’è la necessità di ripetere che la vita è bella, vuol dire che non lo è.

Sono pochi quelli che vi dicono la verità – e subito vengono tacciati di essere dei pessimisti. Per esempio, il pensiero di Giacomo Leopardi, il più grande poeta italiano, viene scarsamente pubblicato perché considerato troppo pessimista. Eppure è anche un grande filosofo che ha detto cose verissime.

La scuola vi vende modelli e valori del tutto falsi, finalizzati a far mantenere il potere e la ricchezza ai pochi potenti, che vogliono ridurvi ad automi obbedienti.

sabato 4 settembre 2021

Dio e Tracendenza

 

“Perché Dio che vede tante cose orribili che avvengono nel mondo, non interviene?” questa è la domanda che ci poniamo tutti. Ma perché la Trascendenza (tanto per darle un nome) è al di là delle coscienza e quindi non sa nulla del mondo, che è sorto da sé ed è quindi affidato solo a se stesso. Insomma, avete voluto la bicicletta? Pedalate!

Noi invece ci siamo inventati un Dio su misura che dovrebbe comportarsi come un padre amorevole. Che questo sia una pura invenzione mentale è dimostrato dal fatto che quel presunto Dio non interviene.

Il cielo sta in alto. Credete che sia interessato o influenzato da ciò che gli sta sotto?

Il mondo si è costruito da solo, con una coscienza, una logica e una mente. Ma è un’apparenza vuota. E l’unico suo dio è proprio quella coscienza, così infelice perché non riesce a dominare le cose.

Se però tu ne sei consapevole, se ti rendi conto che non sei quell’io (che è un prodotto della natura e del passato), se ti dis-identifichi almeno a livello mentale, allora ti sollevi al piano della Trascendenza e capisci tante cose.

Tu credi di divorare la vita. Ma è la vita che divora te.

venerdì 3 settembre 2021

La fine delle illusioni

 

Sembra che la vita sia tutto, sembriamo così attaccati alla vita, siamo così affamati di vita e di esperienze…ma poi passa il tempo, si accumulano le esperienze di tutti i generi, si ripetono sempre le stesse cose, si invecchia, ci si ammala, muoiono i genitori, muoiono sempre più persone intorno a noi, calano i desideri che ci tenevano vivi, ci si trova soli, magari in un ospedale… e di colpo non si ha più voglia di vita e si prova anzi il bisogno di andarsene. La vita non ci offre più niente. Entra in campo il desiderio di farla finita.

Allora si scopre che la vita non è quella cosa meravigliosa che speravamo quando eravamo giovani. Proviamo un senso di delusione… Ci sembra che la morte sia l’unico modo per liberarsi da quell’enorme fardello che è la vita.

La vita, l’energia, il cosmo ci hanno fatto apparire. Ma ora non ci danno più nulla.

C’è chi prova questa sensazione da vecchio e chi da giovane. E allora il costruttore di questo mondo è smascherato. E si scopre l’inganno di cui siamo stati vittime. Se ci dicessero che possiamo o dobbiamo ripetere tutte quelle esperienze, ci sentiremmo sgomenti. E diciamo un bel no!

Per capire la vita bisogna arrivarci fino in fondo.

giovedì 2 settembre 2021

L'albero dell'immortalità

 

Quando muore un animale, ci sembra che debba soffrire meno di noi uomini, perché non ha coscienza di ciò che gli sta succedendo. Ma noi non abbiamo scampo; noi sappiamo che moriremo, e questo è la fonte di ogni nostra angoscia.

La coscienza, purtroppo, è sempre qualcosa che fa paura, non è mai una coscienza felice. Non solo sappiamo che moriremo, ma ci rendiamo conto che la nostra individualità, che ha fatto tanta fatica ad emergere e a consolidarsi, dovrà sparire per sempre. È questo che non accettiamo. Perché gli dei hanno riservato per se stessi l’immortalità e l’hanno esclusa per noi uomini? È un interrogativo che ci poniamo da tempo immemorabile, per esempio nel poema sumero di Gilgamesh.

Anche nella Bibbia, scopriamo che ci sono due alberi e il secondo è quello dell’immortalità – che ci è severamente vietata da Dio stesso: “Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!”

Dio è geloso, Dio ha paura che l’uomo arrivi alla conoscenza e diventi un concorrente.

Ma, poiché quel Dio è una nostra stessa creazione, una proiezione dei nostri desideri, il monito viene da noi stessi, supremo esempio di alienazione.

L’uomo desidera essere immortale, ma ha paura di quel che succederebbe. Perché vorrebbe diventarlo a modo suo, attraverso la scienza e la tecnica, nel tempo e nello spazio, senza rendersi conto che l’immortalità è qualcosa da cui esce per diventare un essere individuale.

Abbiamo tutti una natura immortale. Ma vi rinunciamo per essere individui. Ecco il dramma dell’uomo. Il problema è l’individualità, l’io, l’ego.

mercoledì 1 settembre 2021

L'ignoranza creatrice

 

Noi crediamo che il cosmo, con le sue leggi, sia stato creato o modellato da una mente intelligente. Magari fosse così – sarebbe tutta un’altra cosa! In Oriente si sa benissimo che la forza creatrice originaria è Maya, la dea dell’illusione ignorante.

Il cosmo e i suoi abitanti non sono insomma molto intelligenti; sono per lo più cretini, ignoranti. E sono loro che danno una forma inconfondibile a questo mondo. Pensiamo all’ignoranza della medicina e della scienza fino a poco tempo fa, pensiamo all’oscurantismo delle religioni piene di superstizioni e di idee sbagliate, ancora oggi; pensiamo alle idee stupide dei no-vax, pensiamo alle idee errate della filosofia, della politica e dell’economia. È l’ignoranza che crea il nostro mondo, almeno tanto quanto l’intelligenza.

Gli uomini veramente intelligenti li contiamo ancora sulle dita. Ma ci sono masse sterminate di individui, ignoranti e aggressivi, che comandano nelle aziende, nella politica, nella religione e nel potere in genere. Si fanno per esempio guerre totalmente sbagliate e ben pochi sono quelli che hanno l’intelligenza e il coraggio di dire che spesso i grandi leader sono dei cretini e dei violenti.

Ma, in senso metafisico, il mondo nasce dall’ignoranza che illude tutti e tutto, che fa apparire importante ciò che non lo è, che fa apparire reale ciò che è solo un’illusione, che fa credere giusti principi sbagliati. La forza creatrice è prepotente e ottusa e non ha scrupoli nel raggiungere i suoi obiettivi.

Il mondo resta pur sempre un’illusione nata per ingannare. L’idea quindi che Dio sia tutto amore e intelligenza è la più sbagliata possibile, eppure milioni di individui credono a queste fanfaluche.