La
differenza tra concentrazione e consapevolezza è che la prima esclude ogni
altra attività, mentre la seconda è aperta a tutto. Quando sono concentrato,
infatti, non posso occuparmi di nient’altro – è come fissarsi su un punto
chiudendo fuori tutti gli altri. Quando invece sono consapevole, posso esserlo
di qualunque cosa… anche di essere distratto. La concentrazione può essere
sempre disturbata, la consapevolezza no, dato che può essere consapevole di
qualunque disturbo.
Nella
concentrazione c’è un’adesione acritica del soggetto all’oggetto, mentre nella
meditazione c’è una presa di distanza.
Se
si medita con la concentrazione, sorge il problema focalizzarci solo su cose ritenute
positive o benefiche. Se si medita con la consapevolezza, anche le esperienze
ritenute negative possono essere messe a fuoco, perché c’è sempre un certo distacco
rispetto ad esse ed un insegnamento da trarne. Se per esempio mi concentro troppo
su un desiderio, alla fine ne sarò travolto. Ma questo non succede con la
consapevolezza. Si può essere consapevoli di tutto.
Essere
saggi significa essere consapevoli, perché, anziché indugiare sulle nostre
emozioni e sui nostri pensieri, sulle nostre attrazioni e sulle nostre
avversioni, le guardiamo tutti con distacco.
Quando
siamo completamente concentrati su qualcosa, possiamo commettere anche dei
crimini o dei grandi errori; e quindi si pone il problema di non avere desideri
o mire sbagliate. La presa di distanza, invece, ci porta sempre su una buona
strada.
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