Forse
sono un pessimista, lo ammetto. Ma è difficile non esserlo quando si vede che ogni forma di
vita e ogni ente finiscono con l’estinzione, preceduta da invecchiamento e molto
spesso da malattia. Che cosa c’è più disperante della vecchiaia, di quel
disfacimento progressivo e inarrestabile? Entrare in un ospizio per vecchi è
come entrare nell’inferno. C’è un destino di sofferenza e di morte davanti a
noi, sempre e comunque. Potremo vivere più o meno a lungo, più o meno bene, ma
alla fine moriremo tutti.
Ora
gli ottimisti si dividono in due categorie. Quelli che dicono che dopo ci sarà un’altra vita (ma non
possono dimostrarlo) e quelli che dicono: “Va bene, comunque vada, ne vale la
pena.” E qui ci sarebbe da discutere.
Tutto
dipende dalle esperienze personali. Ma resta il fatto che ci sono individui che
muoiono a pochi mesi o a pochi anni. E qui non regge più nessuna spiegazione.
Lei scrive: tutto dipende dalle esperienze personali. E se le esperienze personali dipendessero dal proprio atteggiamenti verso la vita? Se io vedo solo un corpo di carne, naturalmente vedo solo il suo progressivo disfacimento e le varie sofferenze e malattie connesse, ma se io faccio esperienza di quello spazio in cui tutto ciò succede, quello spazio che non mi fa sentire altro che pace, amore, abbondanza e beatitudine, allora tutto il vivere prende un'altra direzione. Certo, la morte ci aspetta a tutti, ma che vantaggio ho fissarmi sul dualismo che regna qui, se ho la possibilità di vivere dallo spazio di unione anche durante questa vita (che non vuol dire che nego la realtà di questo mondo).
RispondiEliminaSe vedo una bella rosa in fiore, posso focalizzarmi sulle sue spine e sul fatto che fra qualche giorno sarà appassita, oppure godermi la sua bellezza, i suoi colori e il suo meraviglioso profumo...si, avrà ancora le spine, a cui starò attenta, dovrà perdere i suoi petali (per poi comunque rinascere tutti gli anni!) ma non per questo non vedo tutto il bello che ANCHE c'è.
Trovo utile che ci fa vedere la cruda realtà di questo mondo, ma, a mio parere, era ancora più utile l'insistenza sull'invito alla meditazione, che, se fatta da sempre più persone, porterà ad una pace nelle comunità che nasce da oltre la mente, che nasce da quell'altra realtà, che ci dice che siamo tutti uno.
Alexandra
La meditazione ci fa capire che le esperienze positive e le esperienze negative sono le due facce di una stessa medaglia. Se vogliamo la vera pace, dobbiamo andare al di là di entrambe. E, prima o poi, ci arriveremo... con la morte. Lei è ancora attaccata alla bellezza della rosa. Se vuol godersi la belleza della rosa, dovrà godersi anche le spine.
RispondiEliminaCredo proprio che si possa andare al di là di entrambe anche durante questa esistenza, ed è proprio attraverso il Suo consiglio, per il quale La ringrazio: bisogna mettere la bellezza e le spine della rosa allo stesso livello per essere in pace con tutto e vedere che tutto fa parte del grande Uno.
RispondiEliminaGrazie. Alexandra
Vedo che alla fine siamo d'accordo. Bisogna vedere l'insieme per capire il mondo. Graie a Lei.
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