domenica 31 agosto 2014

L'effetto nocebo

L’effetto nocebo ("nuocerò") è l’esatto contrario dell’effetto placebo. Quando infatti siamo profondamente convinti che una cosa ci faccia bene, questa ci farà bene. Ma è vero anche il contrario: quando siamo dominati da aspettative negative e pessimismo, le cose ci andranno male.
E adesso facciamo un esame di coscienza: sono più le cose che siamo convinti ci faranno male o quelle che ci faranno bene? Abbiamo più aspettative di cose benefiche e positive o di cose malefiche e negative? Non però a livello razionale, ma a livello inconscio, profondo.

Talvolta i mantra non hanno effetto perché vengono ripetuti a livello razionale, mentre le convinzioni inconsce negative lavorano a minarli. C’è insomma un retro-pensiero, più profondo del pensiero, che svolge un effetto nocebo.

sabato 30 agosto 2014

Il progresso umano

A volte sembra che il mondo non cambi mai. In realtà, se escludiamo il progresso tecnologico, tutto il resto ristagna e si ripete uguale da migliaia di anni.
Per esempio, in questi giorni, Putin (riedizione di uno zar) sta facendo una guerra e minacciando un conflitto nucleare per conquistare qualche territorio, in Crimea e in Ucraina. Insomma, siamo ancora alle guerre per l’occupazione della terra. Ma la Russia non ha abbastanza territori?  Che cosa va cercando?
In Iraq, siamo addirittura alla guerra di religione per ristabilire il Califfato islamico, che -  ovviamente - è voluto da Dio. E si taglia la testa ai nemici come nel Medioevo.
In Libia, dopo che è stato ucciso il dittatore Gheddafi, è scoppiate una guerra tra tribù e non si riesce più a ritrovare un’unità. Senza il despota, la sua violenza e i suoi soprusi, non si riesce a governare.
In Palestina, c’è un’altra guerra per la conquista di territori, e si ammazzano donne e bambini come se niente fosse. Anche qui, per volontà divina.
In Africa, ci sono le eterne epidemie di malattie devastanti, come ai tempi biblici.
Negli Stati Uniti, la polizia in assetto di guerra spara sui manifestanti negri, dimostrando che la questione razziale non è ancora superata.
In Europa si è miracolosamente riusciti a creare una certa unione tra paesi che fino a ieri si massacravano a vicenda. Ma i nazionalismi non si sono affatto sopiti. E sono sempre pronti a saltar fuori.
In Italia, non si fa niente che non voglia il Papa Re, come ai tempi dello Stato della Chiesa e i vari partiti sono divisi su tutto, ben attenti ad ostacolarsi a vicenda. Anzi, con la riforma federale si è ridato vita a vecchie divisioni e irresponsabilità regionali, come succedeva secoli fa. Gli italiani si lamentano delle tasse, ma hanno creato regioni che dal 1997 hanno fatto aumentare le tasse locali del 190 per cento…

Insomma, cambiano gli oggetti tecnologici che circondano, ma è sconfortante vedere come la testa degli uomini non cambi mai.

venerdì 29 agosto 2014

Ologrammi umani

Siamo solo ologrammi in due dimensioni? si chiedono gli scienziati americani del Fermi National Accelerator Laboratory. Domanda più che lecita in ambito scientifico.
Ma, ancora una volta, queste teorie, che sembrano rivoluzionarie, sono state anticipate dalla filosofia orientale, per la quale noi siamo simili a sogni, giochi di prestigio, miraggi, illusioni della mente.
Per esempio, il Lankavatara Sutra afferma che “il mondo non è che un sogno” e che si può comprendere ciò che è reale solo quando si è liberi dalle proiezioni della mente.
“Tutto nel mondo è come un’illusione” e “coloro che si attaccano alle immagini delle proprie proiezioni” continuano a dar vita ad uno spettacolo fantasmagorico, “incapaci di raggiungere la quiete.”
Gli uomini, “persi nelle proiezioni, diventano prigionieri degli attori e delle azioni della loro stessa mente.”
Lo stesso Buddha aveva detto di aver scoperto il vero costruttore di questo mondo, il cui nome è “Illusione”.
Siamo dunque ologrammi, semplici immagini mentali prive di consistenza, pronte a sparire in un attimo.

Da qui la sensazione d’irrealtà, da qui la domanda “chi siamo?”… cui non possiamo rispondere. Perché quello che noi crediamo il nostro Ego è anch’esso una proiezione.

giovedì 28 agosto 2014

Il "regno di Dio"

E perché non la “repubblica”?
Il Signore, il Re, il Monarca… certo Gesù non aveva un altro linguaggio, un altro esempio, un’altra possibilità di esprimere l’idea del potere. Si riferiva evidentemente al modello dei despoti orientali che aveva sotto gli occhi, quelli che avevano diritto di vita e di morte sui loro sudditi, quelli dal cui capriccio dipendevano il favore o la disgrazia degli uomini comuni, dei servi, degli schiavi; quelli soprattutto che esigevano fedeltà e sottomissione incondizionate.
Rinuncia alla tua volontà, al tuo senso critico, alla tua autonomia di giudizio e affidati corpo e anima a me: solo così ti ricompenserò, se vorrò…
È vero utilizza anche l’idea di un Dio padre. Ma i padri autoritari di quel tempo non erano i padri di adesso. Erano come Abramo che era capace di prendere il figlio Isacco e di sgozzarlo in onore di Dio.
E noi ricorriamo ancora a queste categorie conoscitive per parlare di Dio. Possibile che non ci siamo aggiornati? Ecco perché il mondo non riesce a uscire dalla barbarie delle guerre religiose.

Anche un mafioso, anche un assassino può essere un credente. In fondo un simile Dio non è nient’altro che un Boss o un Califfo in grande. Per aderire a queste fedi non c’è bisogno neppure di un esame interiore, di un po’ di consapevolezza, di un minimo sforzo di auto-conoscenza.

mercoledì 27 agosto 2014

Cercatori spirituali

Non cercare maestri – cerca di essere te stesso.
E neppure te stesso, ma l’esperienza dove non c’è più nemmeno più il tuo sé.
“Cercare” viene dal latino circare, che significa andare in circolo intorno al centro.

Ma non devi andare in circolo intorno al centro – devi stare, devi essere, il centro!

Le bugie

Si dice che le bugie abbiano le gambe corte. Ma io conosco balle colossali che resistono da migliaia di anni, per esempio l’astrologia o certi miti religiosi.

Si pensa: poiché questa tradizione è antica, poiché tanti ci credono, deve pur esserci qualcosa di vero. Ma ci si dimentica che l’errore ha la stessa età della verità.

Realtà e rappresentazione

Il fisico Ernest Wiener faceva notare che non si può né modellizzare né rappresentare la complessità e la totalità del reale. D’altronde, come diceva Korzybski, “la mappa non è il territorio.”

Lo Zen lo aveva capito molto prima di tutti, quando diceva che il miglior modello di un gatto è… un gatto.

La saggezza del corpo

Perché nella meditazione è così importante la postura del corpo? Perché quando la mente è confusa, non rimane che affidarsi alla saggezza del corpo. Non dimentichiamoci che, come disse il Buddha, “è all’interno del corpo, anche se mortale e lungo solo sei piedi, che si trovano il mondo e l’origine del mondo, e la via che conduce alla meta”.
Lo aveva capito anche Nietzsche che scrisse in Zarathustra: “C’è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza”.

Dunque, mettersi in ascolto del corpo, lasciando che esprima le sue esigenze. Che sono certamente quelle di cui abbiamo bisogno.

martedì 26 agosto 2014

Capire la realtà

Non capire, ma riconciliarsi, armonizzarsi. Anche perché questo è il senso profondo del capire.

Il lavoro

Il lavoro è un modo per trovare se stessi… o per perdersi definitivamente.

Saggezza e santità

Quasi mai le due cose coincidono, perché i santi sono spesso esempi di squilibrio. Pensiamo alle sante che mangiavano le croste dei lebbrosi o a san Francesco che, nato ricco, morì di stenti.

Il tempo

Il tempo è la nevrosi di Dio – che non sa star fermo, e deve muoversi, creare, dar vita al diverso-da-sé.

Realizzare il divino

Chi crede in Dio, chi pensa a Dio, in un certo senso non è in grado di cogliere la trascendenza – che è ciò che si pone al di là del dualismo credente-creduto, pensante-pensato.

Il divino in noi

Chi riesce a guardare in faccia la propria morte con distacco, è già divino.
Il divino non nasce e non muore.

Ecologia

Non è la Terra che appartiene all’uomo; è l’uomo che appartiene alla Terra.

Attenzione dunque. Tutto quello che succede alla Terra succede ai figli della Terra.

La responsabilità dell'uomo

Ognuno di noi ha una grande responsabilità. Per chiarirlo, cito una frase di Meister Eckhart:

“Se io non fossi stato, neppure Dio sarebbe stato”.

Conoscere Dio

Diceva Giuliana di Norwich: “Non conosceremo Dio se prima non avremo conosciuto la nostra anima”.

Ma, prima di lei, le Upanishad avevano affermato: “Chiunque veneri una divinità diversa dal proprio sé, pensando: ‘Egli è uno e io l’altro’, non sa”.

Domande sbagliate

Esiste Dio? Esiste l’anima?
Non continuate a porvi le eterne domande che non hanno risposta.

Cambiate le domande. Chi vi ha detto che quelle domande siano giuste? Perdereste tempo a domandarvi se esiste un asino con le ali?

Dio nelle chiese

La gente crede di entrare in una chiesa e di trovarvi Dio. Come se la chiesa fosse l’abitazione di Dio.
L’unico Dio che trovi nelle chiese è quello che ci porti tu.

lunedì 25 agosto 2014

L'ateismo cristiano

Come riconosce anche Gentile, l’ateismo cristiano nasce dalla riduzione della trascendenza ad un uomo storico.
Ve lo immaginate un Dio bambino che se la fa addosso?

Da lì il ridimensionamento, la disillusione, la sfiducia, la perdita del senso del divino. Oggi il cristiano non è più in grado di pensare Dio.

Il Dio-Denaro

Scrive Marx nella Questione ebraica: “Il denaro è il Dio geloso di Israele… Il denaro è il valore universale, costituito da sé, di tutte le cose”.
Non è un caso che il termine “valore” sia usato sia per il denaro sia per la religione e la morale. Il “valore” delle cose… il valore di una persona... quali sono i nostri valori?

Sì, il Dio giudaico-cristiano è ciò che stabilisce il “prezzo” delle cose e degli uomini. Per questo la civiltà cristiana si fonda sull’adorazione del Dio-Denaro.

Favole religiose

Prima si spacciano favolette per “religione”. Poi, quando la gente non ci crede più, si parla di mancanza di “fede”.

L'assunzione

Anche di Romolo si disse che era stato “assunto in cielo”.
E per lo stesso motivo per cui lo si disse di Gesù.
Per creare un mito.

Il Dio edibile

Al cristiano che è convinto, nell’eucarestia, di mangiare il corpo del suo Dio, non possiamo che dire: “Stai attento, perché ogni cosa che si mangia finisce in m…”.

Il senso del male

Che senso ha il male?
Nessuno si chiede: “Ma che senso ha il bene?”
Questo significa che la ricerca di un senso parte proprio dal male, dalla sofferenza.

E dunque abbiamo già trovato il senso o un senso del male.

Fare il vuoto mentale

Una stanza piena di mobili è ben diversa da una stanza con pochi mobili. Il numero di mobili, la loro qualità e la loro disposizione la trasformano completamente.
Una stanza vuota ha molte possibilità: può diventare una bella stanza o un magazzino di mobili messi alla rinfusa. E ci sono mille modi per farne una stanza elegante ed accogliente o brutta e scomoda.
Fuor di metafora, la stanza è la nostra mente, intasata da idee, convinzioni, pensieri, impulsi, abitudini, attaccamenti, pregiudizi, aspettative, insomma mille condizionamenti. Se vogliamo capire chi siamo, dobbiamo esaminare i vari mobili che vi abbiamo messo dentro o che ci sono stati messi dentro. E, se vogliamo scoprire le nostre potenzialità originali, per una volta sbattiamo fuori tutti i mobili e riscopriamo la stanza così com’è.
In che modo? Chiudendo gli occhi e gli altri sensi e smettendo per un po’ di pensare e di agire.
Se togliamo tutti i mobili, ritroviamo lo spazio originale della stanza.



Se vi sentite confusi, se non sapete che pesci pigliare, se siete stressati, ecc., cercate prima la distensione (magari attraverso un apposito mantra) e poi smettete di pensare, di fantasticare e di parlare agli altri e soprattutto a voi stessi.

domenica 24 agosto 2014

L'angelo custode

Il miglior angelo custode è la nostra consapevolezza, vigile e attenta.

“Se uno non è signore di se stesso” dice il Dhammapada “chi altri potrà esserne il signore?”

Il Dio che si è perso

Meglio non aspettarsi troppo da un Dio esterno, meglio non pensarci più. Siamo qui, siamo nella natura, siamo parte del tutto… abbiamo una grande responsabilità.

Forse, siamo noi stessi il Dio che non trova se stesso.

Uroboro

Uroboro: il serpente che si mangia la coda.

Tutto ci viene dato per esserci tolto. 

Dio è amore?

Dio è amore?
Ma non è l’amore che istupidisce anche i più intelligenti, che idealizza le cose e le persone, che ci fa scambiate lucciole per lanterne?

Allora, hanno ragione gli orientali. Dio è Maya, l’illusione che tiene in piedi questo mondo.

Il problema del male

Il problema del male è quello che ti porta a pensare a Dio.

Ma poi è lo stesso problema che ti porta a concludere che Dio non esiste. Infatti, risulta evidente che il male è costitutivo della realtà – e dunque è voluto dallo stesso Dio che dovrebbe volere solo il bene.
Sergio Givone dice che "il 'religioso' è istituito dalla stessa possibilità che lo mette in crisi e addirittura lo distrugge, ossia la possibilità del male radicale."

sabato 23 agosto 2014

Il Dio unico

Al tempo delle religioni politeistiche non si concepiva nemmeno l’idea di una guerra di religione: la tolleranza era un dato di fatto.

Poi sono entrate in scena le religioni monoteistiche ed è stata tutta una guerra… che dura ancora oggi.

La cultura dei mantra

Parlare di spiritualità non è facile.
Il problema è che la gente capisce poco di sé e degli altri. Non c’è né cultura religiosa, né cultura psicologica. Non c’è introspezione. C’è qualcuno che ammazza moglie e figli e dice: “Non so come sia successo…”
La gente è abituata a vivere passivamente gli stati d’animo; crede che vengano da fuori, dagli avvenimenti esterni.
E sempre negli avvenimenti esterni cerca un cambiamento, ricorrendo a ciò che la società mette a disposizione: spettacoli, feste, religioni, vacanze, amori, alcool, droghe, omicidi, ecc.
Cerca di modificare la realtà esterna per modificare la realtà interna. Non sa che la realtà degli stati d’animo può essere modificata direttamente dall’interno. Nessuno l’ha abituata ad esaminare se stessa.
La cultura dei mantra è antichissima. Ma è ammantata di misticismo. Si scelgono mantra presi dal sanscrito e assegnati da guru affaristi – mantra che per noi non hanno nessun significato: “Om mani padme hum…”
E invece un mantra deve avere un significato e un sentimento. Deve corrispondere ad uno stato d’animo chiaramente identificabile: calma, pace, relax, distensione, fiducia, gioia, felicità, ecc.

Non aspettiamo che siano i fatti a determinare i nostri stati d’animo. Ma creiamoli direttamente e preventivamente noi stessi.

Lo sviluppo della coscienza

Ovviamente gli uomini vorrebbero essere immortali. Ma che tipo di consapevolezza hanno raggiunto? Siete consapevoli di ciò che siete?

Scriveva Nietzsche: “Dunque, è a questa vostra coscienza di voi stessi che augurate un’eterna durata?” [Aurora]

Hillel

Molti credono che Gesù sia nato dal nulla, come se il suo messaggio fosse del tutto originale. Ma la sua predicazione rientra nel giudaismo. Giovani il Battista diceva le stesse cose. E non risulta che sia diventato un seguace di Gesù; al contrario aveva dato vita ad una propria religione.

Anche un famoso rabbino, come Hillel, ripeteva: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Solo che essendo più saggio aggiungeva: “Ma prima studialo!”

Religioni della fede

Le religioni della fedeltà vanno bene per i… cani.

Conoscere la Via

Ogni uomo può conoscere la propria via. Ma solo se la cerca.

Una massima taoista dice: “Quando un uomo trova la sua strada, il Cielo lo aiuta”.

A proposito degli stati d'animo

È la paura che crea la vittima.

Dov'è il male?

Dov’è il male? Nel topo la cui natura è rubare il grano? O nel gatto la cui natura è uccidere il topo?
Per il topo, il gatto è cattivo; per il gatto, il topo è cattivo.

Ma chi guardi l’insieme delle cose non trova un male assoluto.
Lo stesso per il bene.

Bontà divina

“Se Dio è così buono, come si spiega il male che colpisce gli innocenti?” si chiedono perplessi i credenti.
Forse, quel Dio non è così buono, forse la nostra idea di bontà non è la stessa di Dio.
La lupa o la leonessa curano con grande amore i loro piccoli. Ma poi sbranano i piccoli degli altri.
Lo stesso per le femmine umane.

Non può esserci un bene senza un male. 

La famiglia sacra?

Gesù che dice: “Chi sono mia madre e i miei fratelli?” e “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti” ci indica che non contano tanto i legami di sangue, quanto quelli spirituali. E che un padre o un fratello ci possono essere più estranei di un amico o di un amante.

venerdì 22 agosto 2014

Puri spiriti

Visto che il corpo si dissolve, se sopravvivremo, sarà sotto forma di spiriti. A quel punto saremo i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre paure, le nostre gioie, ecc., senza l’intermediazione del corpo. Allora, se avremo paura o angoscia, saremo all’inferno. Se gioiremo, saremo in paradiso.
Ed è a questo che ci prepara il lento disgregarsi del corpo con il passare del tempo.

Ma già da ora, con la meditazione, possiamo addestrarci a creare i giusti stati d’animo e non farci travolgere da ira, ansia, terrore, paura, odio, invidia, ecc.

Un Dio di parte

Diceva Gandhi che “Dio non ha religione.” E, invece, tutti i credenti sono convinti che Dio abbia voluto almeno una religione: la loro.
Ognuno vuol tirare Dio dalla sua parte, ognuno pretende che Dio sia schierato dalla sua parte.

Ovviamente, possiamo dire che Dio stia - almeno in parte - in tutte le religioni. Ma sarebbe meglio sostenere che non stia in nessuna.

giovedì 21 agosto 2014

Mantra ed effetto placebo

Gli stati d’animo dipendono in gran parte da noi… più che dagli avvenimenti esterni. Non siamo semplici specchi o cani dai riflessi condizionati.
Ogni volta che un avvenimento ci produce ansia, agitazione, sfiducia, paura, negatività, ecc., mettiamo in azione il mantra contrario.
Non dobbiamo evocare solo il significato del mantra, ma anche la sua sensazione.
Certo, il problema è la sistematicità. Non basta ripetere il mantra una volta ogni tanto. Occorre utilizzarlo in modo sistematico. Per esempio, ogni volta in cui ci si sveglia e prima di addormentarsi. E poi ogni volta durante la giornata in cui si affacciano sentimenti negativi (scoraggiamento, tristezza, ira, ecc.)
Chi non credesse a questa possibilità, provi a studiare qualcosa sull’effetto placebo, che è stato dimostrato sperimentalmente. Come dice Fabrizio Benedetti, docente di neurofisiologia all’Università di Torino, “Il nostro corpo ha meccanismi interni, come il sistema endogeno oppioide e il sistema endocannabinoide, entrambi potenti analgesici, che si attivano anche solo ascoltando parole che suscitano aspettative positive o quando seguiamo un rituale terapeutico.”
Perfino in economia sono le aspettative che determinano il livello dei consumi. Figuriamoci in psicologia.

Se il nostro organismo psicosomatico è convinto di ottenere un beneficio, lo otterrà.

L'indifferenza di Dio

Ma quale Dio, vedendo i propri figli sofferenti, non direbbe: “Non intervengo per lasciar loro tutta la libertà di scelta”? Eppure è questa la tesi teologica cristiana.
E, poi, quando manda il proprio Figlio ad aiutarli, non lede questa stessa libertà?

Contraddizioni insolubili.

La forza dell'inaudito

“Tutto governa il fulmine” dice Eraclito - quel fulmine che squarcia all’improvviso il buio e fa apparire le cose sotto una luce mai vista.

Anche la Maitry-upanishad afferma che nello “spazio intimo del cuore” si trova il “supremo fulgore”, il quale è come un “lampeggiamento”, che, “nel momento in cui sorge, illumina tutto il corpo.” E la Kena-upanishad conferma che l’insegnamento del dio è “il grido ‘Ah!’ che si profferisce allorché balena il lampo e si chiudono gli occhi.”

Le apocalissi

Le “apocalissi” evangeliche sono l’altra faccia del buonismo, della fede in un Dio buono e paterno. Dualismo. Quando si divide la realtà a metà, la parte oscura diventa presenza apocalittica, minacciosa.
Se Dio è buono e veglia su tutti, da dove viene la minaccia apocalittica dei Vangeli?

Già, sempre dal pover’uomo, cattivo.

Religioni in guerra

Ma come mai un paese come l’Italia, col debito pubblico che ha, si permette di regalare armi ai curdi? Come mai questo improvviso attivismo di Renzi e dei suoi ministri in senso guerresco?
Non è che, per caso, c’entri il fatto che i nostri governanti sono scout cattolici, che le popolazioni minacciate sono cristiane e che il Papa ha detto di intervenire?

Parlano tanto di pace, ma, come si vede, sono pronti a spalleggiare la guerra.

mercoledì 20 agosto 2014

Il culto dei santi

Nel culto dei santi vedo un desiderio di favori, la pretesa o l'illusione di avere una relazione privilegiata con qualcuno di potente che sta nell’aldilà. “Avere un santo in paradiso…”
Un santo che pensa a me, che protegge me.
Un santo che intercede e che mi raccomanda.

Cultura cattolica, cultura italica.

La terra promessa

Quando dico che le religioni cercano sempre di conquistare qualcosa, dovrei fare un’eccezione per il giudaismo, che, essendo una confessione razziale, può fare poco proselitismo.

Ma il problema degli ebrei è che, da quando esistono, fanno guerre di conquista per una terra… più o meno promessa. Quello che non possono conquistare con la loro fede, cercano di conquistarlo in termini di territorio.

Il mito di Dio

Dio è il primo dei miti.

Il mito che il bene possa essere separato dal male.

Grandi e piccoli pensatori

Non posso mettere a confronto la grandezza di un Voltaire, il quale dice: “Mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimere un’opinione diversa dalla mia”, con la piccolezza di certi fideisti, i quali dicono: “Chi non è con me, è contro di me”.

Deus absconditus

Ma perché Dio si nasconde?

Forse si vergogna di questa sua creazione che, giudicata freddamente, non è un granché?

L'anima negli esseri viventi

Quelli che negano un’anima agli animali, si rendono conto da dove viene la parola “animali”?
A lungo i teologi cristiani hanno dibattuto se anche le donne avessero un’anima. Poi, bontà loro (e a denti stretti), hanno dovuto ammetterlo. Oggi, la stessa cosa si ripete con gli animali.

Finiamola! Tutte le cose “animate” (anche le piante) hanno un’anima. Per definizione.

La carità

La carità è il modo in cui il ricco si sente… anche buono.

martedì 19 agosto 2014

"Crescete e moltiplicatevi!"

Un ventiquattrenne giapponese, molto ricco, ha dichiarato che vorrebbe avere, con il sistema degli uteri in affitto, mille figli. “È la cosa migliore che potrei fare per il mondo” ha sostenuto.
No, è la peggiore.
Ho sempre pensato che questo impulso ad avere tanti figli sia una specie di delirio di onnipotenza, basato su un folle narcisismo, su una volontà di conquista e di appropriazione.
Per l’ego che vuole affermarsi, fare figli a catena è il sistema più semplice. Ma anche il più stupido.
Pare che anche Gengis Khan avesse la stessa mania di grandezza, al punto che ancora oggi si ritrova un segno del suo genoma in alcune popolazioni. Questo la dice lunga su che cosa cerchino, in realtà, tanti conquistatori…

Andrebbero castrati. 

Il Dio conservatore

Non esiste un Dio progressista.
Agli occhi dei credenti, Dio è il garante dell’ordine, della legge, della gerarchia… insomma dello status quo.
Ecco perché i partiti di destra, i conservatori, i reazionari, sono per lo più credenti in Dio.
Sfugge loro l’aspetto creativo del divino.

Forse Dio ha smesso di creare e di innovare?

Ekagrata

Ekagrata è parola chiave delle tecniche di meditazione. Indica una forma speciale di concentrazione o di attenzione in “un punto solo”, ed è il metodo con cui chi medita cerca di superare la dispersione della mente, di bloccare il flusso mentale e di arrestare l’attività inconscia.
La mente infatti non sta mai ferma a lungo su un oggetto; è come una scimmia che saltella continuamente di qua e di là. Se provate a concentrarvi su qualcosa, vi accorgerete che l’attenzione non supera i tre o quattro secondi: subito subentrano altri pensieri.
L’ekagrata è lo strumento con cui si domina l’attività mentale e si ottengono i vari assorbimenti che a loro volta sfociano nel samadhi, ossia una condizione di coscienza non-duale in cui il conoscente e il conosciuto si fondono in un’unità.
Esercitarsi nell’ekagrata è importantissimo ed è alla base di tecniche fondamentali, come l’esercizio dei mantra. Senza ekagrata non c’è meditazione.
Lo stato di ekagrata è associato a sensazioni di piacere. Quando per esempio facciamo l’amore o siamo concentrati su un lavoro gradito, si tratta di una forma di ekagrata naturale.
Tutte le idee innovative, le scoperte, le intuizioni, le invenzioni, le creazioni e le illuminazioni nascono da uno stato del genere.

L’ekagrata non è semplice “concentrazione su”, ma un “fondersi con”, un eliminare il dualismo – per questo è un atto creativo.

L'aldilà

Non sopravvalutiamo l’aldilà. Non sogniamo paradisi e inferni, realtà fantastiche, amori senza fine, fatti prodigiosi… Tutto sarà come nell’aldiqua: un po’ grigio, un po’ smorto, un po’ insoddisfacente, un po’ confuso… solo ad un livello inferiore rispetto a questa realtà.

Ma anche al di là ci sarà da lottare, da comprendere e da progredire.

La gentilezza

Tutti parlano di amore. E c’è anche chi dice che ha ucciso per troppo amore.
La verità è che esistono varie forme di amore, alcune decisamente negative.
Se non si conosce se stessi, se non si è consapevoli della qualità dei propri sentimenti, l’amore può sempre essere mescolato a possesso o ad attaccamento, ad egoismo e prevaricazione.
Dunque, non parliamo di amore, che può essere frainteso, ma di “armonia”… con se stessi, con gli altri, con la natura. Se non sei in armonia, come puoi amare in modo giusto?

E, soprattutto, parliamo di “rispetto” e di “gentilezza”… sentimenti spesso ignoti a tanti che dicono di amare…

lunedì 18 agosto 2014

"Dolore da finitezza"

Nessuno può essere soddisfatto della condizione umana. Si tira avanti come si può, si tenta di trarre il meglio…ma non possiamo evitare il peggio. Possiamo al massimo limitare i danni e ridurre l’infelicità inutile, quella che deriva da ambizioni, da pretese e da ambizioni fasulle.
Comunque si tratta di una condizione intermedia, non stabile, soggetta ad una buona dose di sofferenza. La saggezza ci insegna a soffrire il meno possibile, ad evitare motivi di conflitto non necessari, ma non possiamo evitare le sconfitte, gli insuccessi, le perdite, le malattie, la vecchiaia, la morte…
Quando perciò proviamo un senso di irrealtà o di insoddisfazione, è più che giustificato. Non lo scacciamo come cosa importuna; è la nostra esigenza di felicità e di perfezione che lo alimenta. È un utile punto di partenza per andare oltre.

Noi aspiriamo ad una condizione più stabile, più felice, più piena. E questo sentimento di “dolore da finitezza” è il segno che non ci accontentiamo e che possiamo e dobbiamo mirare più in alto. Nessun altro essere vivente lo prova. È la conferma che nutriamo una incancellabile spinta alla trascendenza.

domenica 17 agosto 2014

"Ahi, serva Italia..!"

Papa Francesco, in Corea, rivolgendosi ai popoli orientali, invita a non aver paura dei cristiani, perché loro “non vengono per conquistare…”
Suprema ipocrisia. C’è una religione che non venga per conquistare… se non altro le coscienze? E che poi, dopo queste, non voglia anche conquistare posizioni politiche, sociali ed economiche?

Guardate l’Italia, che non solo è conquistata, ma asservita agli interessi della Chiesa!
Tanto per fare due esempi di intromissione, recentemente un parroco ha dichiarato che “convivere è peggio che uccidere” e, in Piemonte, le scuole private (cattoliche) possono porre il veto a nuove classi nelle scuole pubbliche.

Il Dio del fuoco

Ho visto un interessante documentario sui vulcani e sulla loro potenza. Sono loro che nei millenni hanno plasmato, non sempre gentilmente, la superficie della Terra e continuano a farlo. Ce ne sono in tutto il mondo, ma in alcune aree – molto fortunate, come la nostra – ce ne sono di più. Alcuni li vediamo e li conosciamo; ma altri sono nascosti – e sono i più pericolosi.
L’Italia ne ha parecchi ed è quindi (se non lo avete ancora capito) un posto pericoloso e pericolante. L’Etna e lo Stromboli eruttano di continuo e il Vesuvio, che sta attualmente sonnecchiando, può rimettersi in movimento in ogni momento, magari replicando quell’eruzione che portò al seppellimento di Pompei e di Ercolano – con la differenza che oggi ci sono molti più italioti che, con la loro proverbiale irresponsabilità, hanno costruito e vivono sulle sue pendici, Napoli compresa.
Ma il più pericoloso di tutti è poco noto. Si trova sommerso nel golfo di Pozzuoli ed appartiene alla categorie dei “super-vulcani”, ossia di quelli che quando esplodono possono distruggere interi paesi, oscurare il sole e cambiare la faccia della Terra.
Diceva il documentario che, se esplodesse di colpo, potrebbe annientare l’Italia intera e buona parte dell’Europa meridionale, provocando un cambiamento repentino del clima.
Questo tanto per farci sentire più tranquilli. Consola sapere che viviamo su una vera e propria polveriera.
Ma perché preoccuparsene? In fondo l’Universo ha avuto origine da un cataclisma e va avanti tra una catastrofe e l’altra. In fondo disastri del genere sono già successi in passato e potrebbero succedere in ogni istante, e non solo a causa dei vulcani. Potrebbe anche arrivare qualche meteorite gigantesco e distruggere un pezzo della Terra o la Terra intera, facendo finire l’esperimento umano.

La verità è che la vita stessa – in questo mondo o nell’Universo intero – è terribilmente fragile e può finire da un momento all’altro. Sulla Terra non c’è niente di assicurato, di rassicurante e di sicuro. La vita dei singoli, delle stelle e dei pianeti è come una bolla di sapone, che dura quel che dura, e poi esplode – ritornando ad essere ciò da cui proviene: il Nulla eterno, in cui, però, un atto di semplice consapevolezza può creare di nuovo un mondo.

venerdì 15 agosto 2014

Scienza e religione

Gli scienziati mettono in evidenza le straordinarie analogie che intercorrono tra la fisica quantistica e le religioni orientali. Per esempio, il fatto che la mente possa influenzare la realtà o che le cose siano tutte interdipendenti.
Ma nessuna scoperta, nessuna scienza, ha mai portato un argomento a sostegno di religioni come il cristianesimo, l’islam o il giudaismo. Anzi, la scienza ha messo in evidenza le enormi sciocchezze contenute nei loro testi “sacri”.

Il fatto è che ci sono religioni che sono semplici mitologie ed altre che si basano sulla psicologia, sull’introspezione e sull’osservazione attenta della realtà. C’è una bella differenza. Un salto… quantico.

Pace in Terra

Papa Francesco continua a ripetere come un disco rotto: “Basta guerre!”
Ma ci fa o c’è?
E come crede di fermare le guerre? Con una prece alla Madonna?

Ci vorrebbe un cambiamento degli animi, una mutazione antropologica, un Dio che non avesse creato questo mondo feroce.

giovedì 14 agosto 2014

L'immortalità virtuale

Complice la crisi economica e il ferragosto, ormai la nostra televisione è piena di defunti. Sì, di gente morta da anni che può continuare a “vivere” nelle infinite repliche dei programmi. Nel frattempo, i giovani sono diventati vecchi e i vecchi sono… defunti. Ma in tv continuano a sgambettare, a cantare, a parlare come se il tempo non fosse passato, in una specie di eternità digitale.
Ormai c’è l’immortalità virtuale. Non importa se i corpi sono già dissolti o cremati. Questi poveretti sono costretti a riapparire in eterno.
In tv, ma anche nelle innumerevoli memorie e registrazioni, i morti non possono trovare la pace.
Certo il problema è grave. Viene negato il diritto alla scomparsa, all’oblio, all’estinzione, all’annullamento. Vivremo chissà per quanto tempo con i corpi da una parte, le immagini e i suoni dall’altra e l’anima definitivamente… confusa.
Ma forse noi siamo già questo, perché, come ci insegna la fisica, niente muore veramente e i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre voci, sotto forma di impulsi elettromagnetici, continuano a vagare nell’universo alla ricerca di una nuova reincarnazione.
L’unico che aveva capito la situazione era il Buddha, il quale diceva che il problema non è morire, ma il fatto che non si riesce mai a scomparire del tutto – a far svanire le proiezioni mentali e i riflessi dei nostri ingombranti ego.
Ci pensino coloro che hanno paura di morire.
Siamo già esseri virtuali che non riescono a reimpossessarsi della propria autenticità. E infatti non sappiamo chi siamo, ci sentiamo alienati e vaghiamo alla ricerca della nostra essenza, ripetendo, ciclo dopo ciclo, gli stessi pensieri, le stesse sensazioni, gli stessi comportamenti, gli stessi errori, le stesse illusioni.
L’ “eterno ritorno” di Nietzsche? Sì, come incubo!
Maschere senza volto, palloni gonfiati di aria, attori pirandelliani che hanno perduto la loro identità e che sanno benissimo di dover recitare parti non loro, assegnate da un molesto regista sconosciuto. Ognuno continua a recitare queste parti, sentendo benissimo di aver dimenticato chi era.
Un’immortalità fantasmatica, priva di fondamento. E, proprio come i fantasmi, ci agitiamo inutilmente e, ogni volta che cerchiamo di afferrare qualcosa, non stringiamo nulla di vero, vita dopo vita.
Eppure, se riconosciamo che siamo condizionati in tutto e per tutto, e che le nostre esistenze sono recite vuote, se riconosciamo che siamo dei replicanti, se riconosciamo che tutto ciò che pensiamo e proviamo è vecchio di millenni e che non abbiamo nessuna originalità, nessuna autenticità… approfondiamo proprio questa esperienza. Si tratta di una rivelazione, abbiamo scoperto una verità sulla nostra natura.
E, allora, domandiamoci: chi è che è consapevole di essere una persona (“maschera”) condizionata. Qual è la parte di noi che ne è cosciente?

Quella parte è proprio la nostra essenza!

mercoledì 13 agosto 2014

Un mantra fondamentale

Non cercare aiuto. Cerca l’equilibrio e la sua chiarezza.

Ecco un mantra fondamentale… troppo trascurato.

L'orda primitiva

L’orda freudiana che ha bisogno del capo, che la sorvegli, la comandi, la premi e la castighi. E di Dio.

Il peccato d'orgoglio

Quando si dice che il peccato originale è un peccato d’orgoglio si intende che l’orgoglio è quello dell’uomo che non si adegua e si ribella alla volontà divina, dell’uomo che vuole farsi egli stesso Dio.
Ma chi è più orgoglioso di qualcuno che crede di parlare a nome di Dio e di essere l’unico autorizzato a farlo? E non è questo il peccato di tutti i sacerdoti, di tutte le Chiese, di tutte le religioni? I sacerdoti che si pongono come mediatori tra l’uomo e Dio?

Un famoso detto della Chiesa orientale dice: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio”!

I piaceri della contemplazione

I piaceri della contemplazione non possono che essere disapprovati da chi pensa che l’uomo debba sempre “fare” qualcosa.
Non piaceranno al laico privo di senso religioso, che però crede religiosamente nel dovere di “fare” sempre qualcosa, né al religioso, che vede ormai solo nell’azione sociale, politica o economica il fine della vita. Per questo ultimo, Dio è il supremo fabbricante, il grande architetto che si riposa solo un giorno su sette – e solo per riprendere subito dopo a lavorare.

Tutti costoro, malati di attivismo, non capiscono che la meditazione è non-fare.

La libertà

La libertà non è un valore, ma la condizione della scelta. In tal senso è l’Assoluto. In tal senso è il Divino.

O Dio è libertà assoluta o è una legge che pone limiti e paletti. Per le religioni istituzionali, è questo ultimo. Ma perché allora parlano di “creazione”?

Il mistero del tempo

È ciò che vivi nel presente che fai passare per “passato”. Ma il passato lo elabori, lo “processi”, in questo attimo. È ciò che sperimenti qui e il modo in cui lo sperimenti in questo attimo che ti fa pensare al passato. Il passato è il pensato. Ma il pensato è sempre nel presente.
Puoi pensare in maniera diversa? Questa è la sfida. Ma il problema è che abbiamo una mente che è insufficiente a comprendere (proprio nel senso di contenere); quindi, ciò che ci sfugge del presente diventa passato. Ce lo siamo fatti sfuggire il passato, con la conseguenza che ci appare passato…fatto fuori da questo attimo e da questo luogo..
In realtà anche il tempo è una forma di spazio. Il passato è avvenuto in uno spazio che è ancora e sempre là. Il “là” è sempre contemporaneo.
Immagina i tre tempi come tre stanze: una là (il passato), una qui (il presente) e una di là (il futuro). E immagina di passare dall’una all’altra: cambi il tempo perché cambi il luogo e viceversa. Non puoi cambiare spazio (luogo) senza cambiare tempo. Per questo si parla di spazio-tempo.

Ma passato e futuro sono altri mondi, sempre contemporanei… per chi ha la vista lunga.

martedì 12 agosto 2014

Religione e diritti civili

Il Papa che parla dei diritti civili è ridicolo. I diritti civili non sono infatti nati dalla religione cristiana, ma sono nati dalle critiche che umanesimo e illuminismo hanno rivolto alle concezioni assolutiste dei monarchi e alle pretese teocratiche (vive fino a Pio IX) e dogmatiche della Chiesa cristiana.

L'essere perfetto

C’è troppa distanza tra un presunto Dio che sarebbe Bene e Amore assoluti e la realtà della vita qui sulla Terra. Una distanza così evidente che è stato necessario interporvi il mito della Caduta e del Peccato Originale.

Ci si rendeva conto, cioè, che questo mondo, con le sue leggi spaventosamente crudeli, non poteva essere il prodotto di un Essere Perfetto.

La religione del maschio

Perché non concepire il Divino come un Dio e una Dea uniti in amore, come nel Tantra?
Perché questo Dio monco, senza una controparte femminile?
E perché Gesù non ha donne, se non la madre e le ammiratrici, e si sceglie solo discepoli maschi?

È da questa rappresentazione del Maschio solitario, che nasce quella particolare religione tendenzialmente omosessuale e onanista che è il Cristianesimo.

L'io autentico

L’uomo è un prodotto del condizionamento sociale. Dunque il vero individuo può nascere solo quando ci si isola e si riconoscono i tanti condizionamenti ricevuti.
Che cosa rimane?

Ciò che rimane è l’autentico: l’anima.

Coincidentia oppositorum

Se Dio fosse perfetto, sarebbe già limitato… perché non potrebbe essere imperfetto. Meglio definirlo il Tutto o l’Infinito, perché in tal caso comprende ogni contrario, il perfetto e l’imperfetto.

Il Dio che verrà

All’inizio c’è la Spaziosità, la Vastità, l’Apertura, la Vacuità, il Grembo, la Potenzialità… qualcosa che comprende tutto ed è tutto, ma che non è ancora niente di definito. La vacuità del buddhismo o il Vuoto della fisica quantistica. Qualcosa che non ha opposti e che quindi non è concepibile. Pura potenzialità di essere.
Essendo potenzialità di essere si trasforma subito in essere, che non può però essere stabile. La tendenza, infatti, è quella di essere sempre altro, eterna fuga da sé.

All’inizio non può dunque esserci un Dio. Dio sta solo alla fine. 

Scommessa con la morte

Dio non è una Persona divina, il Signore dell’Universo. Ma è la Vita eterna che lotta per emergere dall’oscurità da cui esce, dal Grande Vuoto, gravido di possibilità infinite.
Apertura. Vastità. Spaziosità. Grembo.

Dio è la nostra stessa consapevolezza – ha bisogno della nostra consapevolezza. Perché siamo tutti impegnati in questa scommessa con la morte.

Liberarsi dei condizionamenti

Noi qui utilizziamo il potere del processo di condizionamento per introdurre un condizionamento positivo che sostituisca quello negativo. Ma è chiaro che la meta è la liberazione dai condizionamenti mentali, cioè il vuoto di una mente che proietta immagini, pensieri e concetti. Vuoto di pre-giudizi, in modo da isolare la pura consapevolezza.

Il mistero dell'uomo

È morto Robin Williams, il comico americano che riusciva a far ridere tutti – tranne se stesso. Pare che soffrisse di depressione e che si sia suicidato.
La maschera e il volto. È difficile trovare un uomo che sia interiormente ciò che appare esternamente; anzi, che non sia internamente l’esatto contrario di ciò appare agli altri.
L’individuo che ride e fa ridere cerca spesso di esorcizzare in tal modo la propria disperazione.

Impariamo a vedere al di là delle apparenze, a vedere lo yang e lo yin dell’animo umano e di ogni cosa.
In ogni ego c'è un alterego.

lunedì 11 agosto 2014

La creazione degli stati d'animo

Dobbiamo renderci conto che gli eventi che ci capitano sono sempre collegati alla percezione che ne abbiamo. Se non ne avessimo percezione, se non li conoscessimo, non ci sarebbero o sarebbero altri. Nell’osservare la realtà, noi la cambiamo. Facciamo l’esempio del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Potremmo domandarci: ma Il bicchiere, in realtà, è mezzo vuoto o mezzo pieno?
L’una e l’altra cosa. Ha entrambe le possibilità. Ma chi lo deciderà è in ultima analisi il soggetto che lo percepisce. Se lo percepisce mezzo vuoto, sarà mezzo vuoto; se lo percepisce mezzo pieno, sarà mezzo pieno. È il conoscitore che determina la “realtà” dell’oggetto. L’evento “mezzo vuoto” o “mezzo pieno” è stabilito dal soggetto che lo riconosce. È l’atto conoscitivo che sceglie una delle sue possibilità e la fa essere.
Questo avviene anche per gli eventi più complessi. Se oggi le cose vanno in un certo modo, è perché io le percepisco in quel modo. Se le percepissi in un modo diverso, se io mi sentissi o le pre-sentissi in un modo diverso, sarebbero diverse.
È dunque importante il modo in cui percepisco le cose e in cui percepisco me stesso.
Purtroppo, abitudini inveterate, tendenze antiche, appercezioni consolidate, ci fanno “capitare” sempre certi eventi. E a noi sembra  che la realtà sia ripetitiva, mentre in realtà lo siamo noi.
Se vogliamo cambiare e migliorare le cose, proviamo allora a cambiare il nostro modo di percepirle e di conoscerle. Il che equivale a cambiare i nostri stati d’animo. Facciamolo di proposito, in modo sperimentale.
Modificazione attraverso i mantra i nostri stati d’animo. E, per non sbagliare, ripetiamo mantra positivi. Ho già indicato varie parole chiave, come calma, felicità, distensione, relax, fiducia, successo, forza, ecc. Ognuno deve trovare le parole che abbiano un senso opposto agli stati d’animo corrispondenti agli eventi negativi. Se le cose mi vanno male in un certo campo o in certe circostanza, quali sono gli stati d’animo che nutro prima e durante simili eventi? E come posso concepire parole ed eventi che li contrastino?
Ognuno deve diventare consapevole di questi stati d’animo negativi, e inventare mantra che indichino e creino stati d’animo opposti. Se sono dominato da un senso di sfiducia, è chiaro che dovrò ripetere e creare, attraverso la ripetizione del mantra, uno stato d’animo di fiducia.
Noi siamo abituati ad usare parole per pensare i nostri stati d’animo. Ma le parole non si limitano a descrivere i nostri stati d’animo; in realtà li co-determinano. Adesso adottiamo il procedimento inverso: attraverso uno stato d’animo creato intenzionalmente, determiniamo un diverso stato d’animo, che a sua volta determinerà un evento diverso.
Qui bisogna essere creativi. Non bisogna limitarsi ad usare una parola, ma anche più parole o intere frasi, e ripeterle intensamente per brevi periodi ripetuti durante la giornata, soprattutto nei momenti in cui si abbassala la soglia della coscienza razionale, per esempio prima di addormentarsi. Lo scopo è quello di far penetrare fin nel profondo, fino a livello inconscio, i nuovi stati d’animo. Naturalmente, oltre alla parole-mantra, bisogna mettere in opera tutti quei comportamenti e quelle azioni che possano produrre i nuovi stati d’animo.


domenica 10 agosto 2014

Contemplazione

Guardare lontano è uno dei più grandi piaceri che siano concessi all’uomo su questa terra. Vi pare che un verme o un formica si mettano mai a contemplare il paesaggio o l’infinito?
E non stenterei a credere che tutta la “vita contemplativa” nell’aldilà consisterà in questo guardare.


“L’uomo diviene ciò che pensa” dice la Chandogya Upanishad. E il Gandharva Tantra aggiunge: “Meditando su qualcosa come se stessi, la si diviene.”

L'ateo

Chi si dice ateo, fa ancora riferimento a Dio – dato che “ateo” significa “non Dio” o “senza Dio”.
Il vero ateo è colui che non pensa mai a Dio… il realista totale, colui che non ha mai dubbi, che non fa ipotesi, che non usa mai l’immaginazione.

Ma forse è l’illuminato.

Il male di vivere

Lo zucchero fa male? Certo. I grassi fanno male? Certo. L’alcool fa male? Certo.
Ma è la vita stessa che fa male.
Di che cosa si muore se non del male di vivere – di un male che si accumula?

Se la vita fosse solo bene, non si morirebbe mai.

La mala-educación

Primo esempio
Prendiamo il fatto che le donne non possano diventare preti. Perché? Perché Gesù aveva scelto solo maschi. Punto e basta.
Non c’è un ragionamento logico, una qualche giustificazione. È una semplice imposizione. Così aveva fatto Lui. E Lui ha sempre ragione.
Non si tiene conto del fatto che Gesù non aveva scelto una donna tra i suoi discepoli perché, tra gli ebrei del suo tempo, rigidamente maschilisti, le donne non contavano niente e non sarebbero mai state accettate come maestri.
In tal modo si insegna ai giovani a non ragionare, a non contestualizzare, a non contestare e a prendere per comandamento ciò che dipende dalle abitudini (spesso arcaiche,spesso sbagliate) di un tempo. L’ha detto Lui. Ipse dixit. Anzi, ipse fecit.
Allora qualunque corbelleria, qualunque sopruso, viene accettato. Non ci si abitua al discorso critico, ma all’accoglienza fideistica.

Secondo esempio
Un cattolico che commette una cattiva azione va da un prete, si confessa, dice qualche “ave maria” e non ci pensa più. Un protestante, invece, non ha nessuno che lo assolva ed è costretto a fare i conti con la propria coscienza.
Ecco il punto: nella cultura cattolica non si ha mai a che fare con la propria coscienza e tutto è oggetto di scambio tra persone, di patteggiamento. Forse saremo più leggeri, ma certamente siamo più irresponsabili.
Così nascono i tanti farabutti che, quando vengono presi con le mani nel sacco, non mostrano mai un segno di pentimento o di vergogna, né segni di un lavorio della coscienza. E così nasce il tipico carattere italiano: frivolo, superficiale, tutto dedito all’esteriorità.

Ecco due esempi dell’inferiorità della cultura cattolica, della sua grande corruzione. Non c’è mai un rovello interiore, né una crescita della consapevolezza. Da noi non avrebbe mai potuto nascere la psicoanalisi, che invece è stata a lungo osteggiata; e, ancora oggi, non si capisce come gli italiani possano eleggere tanti mascalzoni. Evidentemente non sono capaci di leggere negli animi degli uomini.

sabato 9 agosto 2014

I diritti dell'uomo

In Iraq i fondatori del nuovo Califfato richiedono subito sottomissione e giuramenti di fedeltà, e chi non accetta viene cacciato via o ucciso. Questa è la democrazia delle grandi religioni, delle religioni che hanno fatto del mondo un posto orribile. Non hanno proprio il senso della libertà e del rispetto. Sono ispirate da totalitarismo e assolutismo. Pezzi di antichità che non muoiono mai e inquinano con la loro presenza la convivenza umana.
Dove queste religioni si scontrano, come in Palestina e in Israele, come in India, come in Siria, come in Africa, si vede che cosa succede, si vede l’odio distruttivo che ispirano.
È per questo che è molto meglio fare a meno delle religioni tradizionali o, per lo meno, rivolgersi a quelle che si ripromettono la liberazione dell’uomo da tutti i condizionamenti e che non vogliono imporsi con la coercizione aperta o subdola. È per questo che gli Stati democratici devono prendere le distanze dalle religioni e non sposarne una, come fa il nostro.
Anche il cristianesimo è una religione dell’assolutismo e dell’imposizione. Non sa che cosa sia la democrazia e il rispetto per chi la pensa diversamente, Il suo modello è sempre quello autoritario, gerarchico e monarchico. Il popolo non conta niente e tutto viene deciso da uno solo.
 Quel po’ di diritti umani che nelle nostre società occidentali è stato conquistato è merito dell’Illuminismo. Il riconoscimento dei diritti nasce nel ‘700 e contro la religione; anzi, dopo secoli di guerre religiose.

La cultura dei Padreterni ultraterreni è sempre collegata alla cultura dei dittatori terreni, alla cultura della negazione dei diritti umani.