I piaceri della
contemplazione non possono che essere disapprovati da chi pensa che l’uomo
debba sempre “fare” qualcosa.
Non piaceranno al laico
privo di senso religioso, che però crede religiosamente nel dovere di “fare”
sempre qualcosa, né al religioso, che vede ormai solo nell’azione sociale,
politica o economica il fine della vita. Per questo ultimo, Dio è il supremo
fabbricante, il grande architetto che si riposa solo un giorno su sette – e
solo per riprendere subito dopo a lavorare.
Tutti costoro, malati di
attivismo, non capiscono che la meditazione è non-fare.
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