Da questo punto di vista, penso che concentrarsi solo sui fattori materiali di rischio, come si continua a fare anche da parte della nostra medicina (e la cosa non mi stupisce, visto il suo stato), sia completamente fuorviante. Hai visto? Gli è venuto quel brutto male. Ci credo, fumava. Ma poi si scopre che il medesimo male è venuto anche a chi al fumo era allergico. E allora? Lo sanno anche i bambini che se uno si scola una bottiglia di grappa al giorno prima o poi qualcosa gli arriverà, tante grazie. Ma la regola non è questa, e semmai bisognerebbe cominciare a chiedersi perchè quel tale beve così. Il suo alcolismo, di fatto, è una conseguenza di qualcosa che non ha niente di materiale. Senza contare il fatto che noi siamo continuamente esposti a fattori non controllabili (l'aria per esempio, e tutti gli agenti inquinanti di varia specie), che possono colpirici ovunque, a partire dal luogo di lavoro, quello che non si vuol capire è che è il tipo di vita che facciamo il vero e principale fattore di rischio. Che rapporto abbiamo col nostro lavoro? Quanto amiamo? Che piacere ci dà vivere? Che senso diamo alla nostra esistenza, che scopo? E i nostri sogni, le nostre aspirazioni, ne abbiamo? Quali sono i nostri sentimenti abituali? Bisognerebbe partire da questo approccio filosofico alla vera realtà dell'uomo, quella quotidiana, per capirci qualcosa di più sul mistero della salute e della malattia. Il corpo non si ammala mica per caso, in un certo senso è fedele servitore dello spirito. Concentarsi sul colesterolo e come voler vuotare il mare col cucchiaino. Ma la medicina questo non lo capisce. Certo non tutto dipende da lei, essa non può far tutto, ma sta di fatto che medici capaci di vedere un po' più in là della punta del loro naso non è dato ancora di vederne. In compenso non mancano gli assassini, gli inetti, gli affaristi, gli arroganti. Anzi, ne siamo pieni.
Da questo punto di vista, penso che concentrarsi solo sui fattori materiali di rischio, come si continua a fare anche da parte della nostra medicina (e la cosa non mi stupisce, visto il suo stato), sia completamente fuorviante.
RispondiEliminaHai visto? Gli è venuto quel brutto male. Ci credo, fumava. Ma poi si scopre che il medesimo male è venuto anche a chi al fumo era allergico. E allora?
Lo sanno anche i bambini che se uno si scola una bottiglia di grappa al giorno prima o poi qualcosa gli arriverà, tante grazie. Ma la regola non è questa, e semmai bisognerebbe cominciare a chiedersi perchè quel tale beve così. Il suo alcolismo, di fatto, è una conseguenza di qualcosa che non ha niente di materiale. Senza contare il fatto che noi siamo continuamente esposti a fattori non controllabili (l'aria per esempio, e tutti gli agenti inquinanti di varia specie), che possono colpirici ovunque, a partire dal luogo di lavoro, quello che non si vuol capire è che è il tipo di vita che facciamo il vero e principale fattore di rischio.
Che rapporto abbiamo col nostro lavoro? Quanto amiamo? Che piacere ci dà vivere? Che senso diamo alla nostra esistenza, che scopo? E i nostri sogni, le nostre aspirazioni, ne abbiamo? Quali sono i nostri sentimenti abituali?
Bisognerebbe partire da questo approccio filosofico alla vera realtà dell'uomo, quella quotidiana, per capirci qualcosa di più sul mistero della salute e della malattia. Il corpo non si ammala mica per caso, in un certo senso è fedele servitore dello spirito.
Concentarsi sul colesterolo e come voler vuotare il mare col cucchiaino. Ma la medicina questo non lo capisce. Certo non tutto dipende da lei, essa non può far tutto, ma sta di fatto che medici capaci di vedere un po' più in là della punta del loro naso non è dato ancora di vederne. In compenso non mancano gli assassini, gli inetti, gli affaristi, gli arroganti. Anzi, ne siamo pieni.