Parlare di spiritualità non
è facile.
Il problema è che la gente capisce poco di sé e degli altri. Non c’è né cultura religiosa, né
cultura psicologica. Non c’è introspezione. C’è qualcuno che ammazza moglie e
figli e dice: “Non so come sia successo…”
La gente è abituata a vivere
passivamente gli stati d’animo; crede che vengano da fuori, dagli avvenimenti
esterni.
E sempre negli avvenimenti
esterni cerca un cambiamento, ricorrendo a ciò che la società mette a
disposizione: spettacoli, feste, religioni, vacanze, amori, alcool,
droghe, omicidi, ecc.
Cerca di modificare la
realtà esterna per modificare la
realtà interna. Non sa che la realtà degli stati d’animo può essere modificata direttamente
dall’interno. Nessuno l’ha abituata ad esaminare se stessa.
La cultura dei mantra è
antichissima. Ma è ammantata di misticismo. Si scelgono mantra presi dal
sanscrito e assegnati da guru affaristi – mantra che per noi non hanno nessun
significato: “Om mani padme hum…”
E invece un mantra deve
avere un significato e un sentimento. Deve corrispondere ad uno stato d’animo
chiaramente identificabile: calma, pace, relax, distensione, fiducia, gioia,
felicità, ecc.
Non aspettiamo che siano i
fatti a determinare i nostri stati d’animo. Ma creiamoli direttamente e
preventivamente noi stessi.
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