Non so se Dio sia un mito, ma in qualunque modo lo si chiami, sono convinto che il bisogno di credere, di affidarci a qualcuno o qualcosa che ci trascenda e anche che ci guidi nel nostro cammino, appartenga a tutti, atei compresi. Mi sbaglierò, ma gli stessi "atei" nel loro intimo sanno di non esserlo. Paura? Non soltanto. Direi bisogno primario. L'uomo non può bastare a se stesso, questo è il suo destino; è sempre stato così e sempre sarà. Se un congiunto è in pericolo di vita, che si fa? Siccome ci siamo sempre detti atei per coerenza non si prega? Posssiamo non farlo, ma non sarà possibile, mai, sopprimere quell'anelito ad affidarci al potere superiore di salvazione cui confluiscono, inevitabilmente, tutte le nostre deboli forze.
Non so se Dio sia un mito, ma in qualunque modo lo si chiami, sono convinto che il bisogno di credere, di affidarci a qualcuno o qualcosa che ci trascenda e anche che ci guidi nel nostro cammino, appartenga a tutti, atei compresi. Mi sbaglierò, ma gli stessi "atei" nel loro intimo sanno di non esserlo. Paura? Non soltanto. Direi bisogno primario. L'uomo non può bastare a se stesso, questo è il suo destino; è sempre stato così e sempre sarà. Se un congiunto è in pericolo di vita, che si fa? Siccome ci siamo sempre detti atei per coerenza non si prega? Posssiamo non farlo, ma non sarà possibile, mai, sopprimere quell'anelito ad affidarci al potere superiore di salvazione cui confluiscono, inevitabilmente, tutte le nostre deboli forze.
RispondiEliminaE' vero, ma c'è modo e modo di concepire questo potere superiore. Non è questo il tema del blog?
RispondiElimina