lunedì 1 agosto 2022

Dentro il gioco

 

La mente è duale – non ci sono dubbi. Lo aveva capito Lao-tzu, il quale aveva detto che quando pensi alla bellezza, eccoti la bruttezza, e quando pensi al male, eccoti il bene, e viceversa. Ma non si tratta solo della mente. È proprio il funzionamento dell’universo che si basa su polarità opposte, perché è divenire continuo. Quando c’è la nascita, eccoti la morte; quando c’è l’inizio, eccoti la fine. Non si scappa. Noi siamo stritolati da questo conflitto continuo, che in realtà svela una complicità di fondo.

Se si guarda bene, ogni polarità sfuma nell’altra e dunque la evoca. Ciò significa che la nostra mente non è in grado di percepire la profonda unità delle polarità. Deve dividerle e contrapporle. E non vede i tutto. Non ha uno sguardo completo.

Questo si vede perfino nelle teorie scientifiche, che frammentano il reale. Una particella è una particella o un’onda? O qualcosa d’altro?

Tutto è il prodotto di un’unica energia che pulsa e si presenta sotto varie forme, in apparenza contrastanti. Ma il tutto è uno, e l’uno è il tutto.

Non basta però capirlo intellettualmente. Noi siamo parte di quel tutto pulsante e, quando siamo immersi in quella realtà, non possiamo fare a meno di gioire e soffrire, non vedendo che sono due aspetti della stessa realtà.

Possiamo contemplare il gioco con distacco, ma ne siamo dentro.

Solo quando saremo morti, ne saremo fuori. Ma allora non ci sarà coscienza.

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