Ad una certa età, scopri con raccapriccio che, di
tutte le persone che hai conosciuto, sono più le morte che le vive. Allora ti
rendi conto di che cos’è la vita: esistenze che appaiono e scompaiono l’una
dietro l’altra, senza interruzione e senza eccezioni. Gioie e sofferenze,
successi e fallimenti, nascite e morti… tutto viene vissuto, consumato ed è
pronto per sparire. Per resistere a questa consapevolezza, ci raccontiamo favole
su Iddii protettori, anime immortali e altre vite, chissà dove, chissà quando.
Ma la realtà semplice è chiara: ogni cosa nasce per sopravvivere un determinato
tempo, senza regole, senza certezze e senza sicurezze, e poi se ne va.
Che rimane di tutte queste esistenze? Ricordi nei vivi
e poi più nulla. Anche quelli che hanno parlato di immortalità non ci sono più.
La verità è che la vita è fatta proprio per durare un più o meno breve lasso di
tempo e poi ritornare nella grande fornace.
Tutto sommato, l’unica cosa che sembra eterna è
proprio questa fornace che prima forgia e poi brucia ogni cosa: il bene e il
male, il bello e il brutto, gli amori e gli odi, le guerre e la pace, le
vittorie e le sconfitte... Ciò che rimane è come un campo di battaglia dopo una
guerra: dopo tanto strepito, un gran silenzio.
Che cos’è dunque la morte? Il gran riposo del divenire.
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