Perfino con la
logica umana riusciamo a comprendere che cosa sia la trascendenza. Per esempio,
capiamo che una Realtà eterna non può
avere né una nascita né una fine e che ciò che ha una nascita e una fine è la
nostra realtà temporanea e provvisoria.
Dunque, se c’è
in noi qualcosa di eterno, non può né nascere né morire.
Questo lo
comprendiamo. Ma esperirlo no.
Eppure dovrebbe
essere qualcosa di nostro, anzi la nostra vera identità.
Tra capire ed
esperire c’è un baratro. Ci manca sempre la prova dell’esperienza. Ecco perché
non possiamo fidarci di certe vette di pensiero. È inutile andare tanto avanti
se poi non possiamo provare nulla.
Un briciolo di
esperienza vale più di mille idee.
Nello stesso
tempo, ciò che comprendiamo intellettualmente ci dice che tante idee sono
false, sono fantasie di menti infantili.
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