Il Buddhismo, attraverso il concetto di anatta (non-sé), sostiene che non esista un'anima permanente e immutabile come viene comunemente intesa in altre tradizioni religiose e filosofiche. Ecco alcuni punti chiave per comprendere questa dottrina:
- L'impermanenza (anicca):
- Il Buddhismo enfatizza che tutto nell'universo è in costante cambiamento. Non c'è nulla di statico o permanente, inclusi gli esseri viventi.
- Ciò che consideriamo "noi stessi" è in realtà un flusso continuo di esperienze, sensazioni, pensieri e coscienza, che cambiano di momento in momento.
- I cinque aggregati (skandha):
- Il Buddhismo analizza l'essere umano in cinque aggregati: forma (corpo), sensazioni, percezioni, formazioni mentali e coscienza.
- Nessuno di questi aggregati è considerato un "sé" permanente. Essi sono interdipendenti e in continuo cambiamento.
- L'illusione del sé:
- L'idea di un'anima permanente è considerata un'illusione che porta all'attaccamento, alla sofferenza e all'ignoranza.
- Riconoscere l'impermanenza e la mancanza di un sé permanente è fondamentale per raggiungere la liberazione (nirvana).
- La rinascita (non reincarnazione):
- Il Buddhismo parla di rinascita, ma non nel senso di un'anima che trasmigra da un corpo all'altro.
- Piuttosto, è un processo di continuità del karma e della coscienza, in cui le azioni e le intenzioni di una vita influenzano la successiva.
- La metafora della candela, che accende un altra candela, può aiutare a capire questo concetto.
- Liberazione dalla sofferenza:
- La dottrina dell'anatta ha come scopo quello di liberarsi dalla sofferenza, causata principalmente dall'attaccamento ad un falso senso dell'io.
In sintesi, il Buddhismo non nega l'esistenza della coscienza o dell'esperienza, ma nega l'esistenza di un'entità permanente e indipendente che possa essere chiamata "anima".
Questa dottrina è la più dibattuta, tenendo conto che noi, attaccati come siamo all'ego, ci teniamo molto ad avere un'anima, capace di sopravvivere alla morte del corpo. Il Buddha afferma che lui non ha visto nessuna anima permanente e che tutto è destinato ad evolversi, non a rimanere lo stesso.
Quindi da una parte dice che non c'è nessuna anima fissa, ma dall'altra afferma che qualcosa si trasmette da una vita all'altra. Però non spaventatevi. Il Buddha non è un nichilista: dice che non esiste niente di fisso che si trasmette. Anche un'eventuale anima è qualcosa che deve trasformarsi. Il che è logico se ci pensate. Se tutto è soggetto al cambiamento, anche l'anima deve trasformarsi, se saremmo già tutti illuminati. Invece ogni cosa deve evolversi e perfezionarsi, anche l'anima. Dobbiamo liberarci di ciò che ci fa credere all'esistenza di un anima, e cioè il nostro attaccamento all'ego. Siamo così egoisti che vorremmo conservarci l'io così com'è, con tutte le sue limitazioni. Cosa che non è possibile. Anche l'anima deve crescere e cambiare. Accettare la natura del non-sé permette proprio di liberarsi dall'attaccamento, dall'egoismo, dall'egocentrismo e dalle illusioni, riducendo la sofferenza e aprendoci alla trascendenza. Ma, allora che cosa si trasmette?
Anche se il buddhismo rifiuta l'idea di un sé permanente (anatta), esso riconosce un processo di continuità tra una vita e l'altra. Ciò che si trasmette non è un'anima o un'identità fissa, ma piuttosto un insieme di tendenze karmiche, influenze e condizioni causali.
Le azioni, i pensieri e le intenzioni di una persona generano conseguenze che possono influenzare le esperienze future. Quando una vita termina, queste energie continuano a influenzare il sorgere di una nuova esistenza, come una candela che accende un'altra candela: c'è un trasferimento di energia, ma non un'identità solida.
In sintesi, ciò che si trasmette è una continuità causale piuttosto che un sé individuale. Questo concetto sottolinea l'interconnessione e l'impermanenza di tutte le cose.
Queste idee del Buddha, che tutto si trasformi e che tutto sia interconnesso, è confermata dalla scienza moderna. Non c'è niente di permanente, immutabile e a se stante. Neppure l'anima. L'attaccamento a questa vecchia idea dell'anima rivela in realtà la nostra incapacità di liberarci dell'ego.
Invece comprendere la natura del non-sé aiuta a liberarsi dal desiderio e dall'illusione, promuovendo un maggior senso di connessione con gli altri e con il mondo. Nessuno è un'isola.
Se l'anima fosse fissa e immutabile, sempre uguale a se stessa, un'anima malvagia resterebbe per sempre malvagia e non potrebbe migliorare.
Quindi, tranquilli. Non sparirete nel nulla. Non è questo che afferma il Buddha. Considerate la vostra anima come un fuoco che non si spegne mai, ma dà origine a un altro fuoco.
Nessun commento:
Posta un commento