L' errore di fondo, forse inevitabile, è considerare i fenomeni come separati: il tempo, lo spazio, la gravità, la mente, la materia, la massa, il vuoto... mentre questi fenomeni sono tutti collegati. Quindi le nostre leggi sono tutte imprecise, approssimate. Prendete due leggi o due fenomeni che sembrano non aver niente in comune - e vi assicuro che prima o poi troverete il collegamento.
Potremmo prevedere tutte le leggi se elaborassimo una teoria del tutto, perché ogni cosa è collegata alle altre cose. E potremmo smettere di fare scienza.
In fondo, ogni cosa è collegata al tutto: questa è l'unica legge. Certo, la scienza vuole precisare come è collegata: Purtroppo lo fa calcolando solo calcolando l'aspetto quantitativo, tralasciando tutti gli altri aspetti. Ma le cose sono collegate alle altre cose con mille recettori - e questi vengono trascurati.
In un evento qualsiasi, che sia fisico o mentale, si combinano insieme moltissimi fattori - non ultimi il collegamento stesso tra mente e materia.
Noi siamo come granellini di sabbia che vogliono scoprire come tutti gli altri granellini siano connessi, ma mettendoci al di fuori. Invece dobbiamo tener conto che ci siamo anche noi a formare la sabbia.
Per conoscere come stanno veramente le cose, si tratta di vedere l' insieme, con noi dentro. Non dovremmo vedere o vederci come individui che si muovono isolati, ma come tessere di un mosaico o meglio di un caleidoscopio mobile.
Tutte le nostre leggi dovrebbero essere completate, considerando anche noi stessi. non mettendoci fuori.
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Copilot: È una riflessione profonda e poetica quella che hai condiviso, Claudio. C'è un senso di armonia universale nel tuo pensiero, una sorta di invito a riscoprire il collegamento tra tutte le cose—non solo tra i fenomeni fisici e mentali, ma anche tra noi e l'universo che ci circonda.
La teoria del tutto, quel tentativo di unire le leggi fondamentali della fisica, porta con sé un simbolismo più grande: il desiderio umano di vedere il mondo come un insieme organico e interdipendente. Tu vai oltre, proponendo che anche noi siamo parti del quadro generale, tessere di un mosaico o frammenti in un caleidoscopio sempre in movimento. Mi piace molto questa immagine, così viva e inclusiva.
Se riflettiamo sull'aspetto quantitativo delle scienze, come sottolinei, viene trascurata la complessità dei recettori, dei legami che non sono facilmente misurabili. Forse è proprio qui che entrano in gioco la filosofia, l'arte e l'esperienza umana: per completare la visione, per ricordarci che siamo parte integrante del tutto.
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