giovedì 27 marzo 2025

Il tempo elastico

 La filosofia e la fisica  hanno già capito da tempo che esiste un tempo soggettivo, individuale, psicologico, la cui durata può allungarsi o accorciarsi, e un tempo oggettivo, uguale per tutti, quello misurato dagli orologi. Ma già con Einstein il tempo si è presentato variabile, elastico. Tutto dipende dalla velocità e dalla gravitazione. Per due individui che viaggiano a velocità differenti, il tempo cambia.

Il tempo è relativo e la sua percezione può variare significativamente in base alla velocità relativa tra l'osservatore e l'oggetto osservato. Tuttavia, nella vita di tutti i giorni e alle velocità a cui siamo abituati, questi effetti sono impercettibili.

Cerchiamo di fare degli esempi concreti, distinguendo tra la percezione soggettiva del tempo (come lo sentiamo passare) e gli effetti relativistici (che sono misurabili ma di solito trascurabili nella vita quotidiana):

1. Percezione Soggettiva del Tempo:

 * Un bambino che aspetta il suo compleanno: Per un bambino, un mese può sembrare un'eternità. Il tempo "scorre" lentamente perché l'evento è molto atteso e significativo nella sua esperienza.

 * Un adulto impegnato in un'attività che ama: Quando siamo completamente immersi in qualcosa che ci appassiona, il tempo sembra volare. Un'ora può sembrare solo pochi minuti.

 * Una persona che aspetta in una sala d'attesa: Quando siamo annoiati o inattivi, il tempo tende a dilatarsi e a sembrare molto più lungo di quanto sia in realtà.

 * Un atleta durante una gara: In momenti di intensa concentrazione e sforzo fisico, la percezione del tempo può alterarsi. Alcuni atleti riferiscono di vedere gli eventi rallentare.

 * Una persona anziana che ricorda il passato: Ripensando agli anni trascorsi, il tempo può sembrare compresso, con molti eventi che si susseguono rapidamente nella memoria.

In questi casi, la "variazione" del tempo è legata a fattori psicologici, emotivi e al livello di attenzione, non alla velocità fisica.

2. Effetti Relativistici (Trascurabili nella Vita Quotidiana):

Questi effetti diventano significativi solo a velocità prossime a quella della luce.

 * Un astronauta su una navicella spaziale ad alta velocità: Se un astronauta viaggiasse nello spazio a una velocità molto elevata rispetto alla Terra, il tempo per lui scorrerebbe più lentamente rispetto al tempo misurato sulla Terra. Al suo ritorno, l'astronauta sarebbe leggermente più giovane di una persona rimasta sulla Terra. Questo fenomeno è chiamato dilatazione del tempo.

 * Particelle subatomiche in un acceleratore di particelle: Negli acceleratori di particelle, le particelle vengono accelerate a velocità prossime a quella della luce. Gli scienziati osservano che la loro vita media (il tempo medio prima che decadano) aumenta significativamente a causa della dilatazione del tempo relativistica.

 * Segnali GPS: I satelliti GPS orbitano la Terra a velocità elevate e a una certa altitudine, dove il campo gravitazionale è leggermente più debole. Entrambi questi fattori (velocità e gravità) influenzano il tempo misurato dagli orologi atomici sui satelliti rispetto agli orologi sulla Terra. I sistemi GPS devono tenere conto di queste piccole differenze per funzionare con precisione.

In sintesi:

 * Nella vita di tutti i giorni, la nostra percezione soggettiva del tempo è fortemente influenzata da fattori psicologici, emotivi e dal nostro livello di coinvolgimento nelle attività.

 * Gli effetti relativistici sulla misurazione oggettiva del tempo diventano significativi solo a velocità prossime a quella della luce o in presenza di campi gravitazionali molto intensi. A velocità "normali" (come quelle di un'auto, un aereo o anche di un razzo spaziale a velocità non relativistiche), questi effetti sono così piccoli da essere praticamente inosservabili.

Quindi, quando diciamo che "il tempo varia in base alla velocità", è importante distinguere se ci riferiamo alla nostra esperienza soggettiva o agli effetti fisici descritti dalla relatività. Nella maggior parte delle conversazioni quotidiane, ci rife

riamo alla prima.

Questo si è creduto finora. Ma la differenza tra percezione soggettiva e misurazione oggettiva va ripensata.

Innanzitutto il tempo misurato dagli orologi non è affatto oggettivo, ma in gran parte convenzionale - cioè fissato in base ad accordi umani.

Sì, in un certo senso, il tempo oggettivo e misurato dagli orologi è convenzionale nella sua definizione e misurazione, ma è anche strettamente legato a fenomeni fisici reali e riproducibili. Cerchiamo di capire meglio cosa si intende con "convenzionale" in questo contesto:

Aspetti Convenzionali del Tempo Misurato:

 * Definizione dell'Unità di Misura (il Secondo): La definizione del secondo è cambiata nel corso della storia. Inizialmente era basata sulla rotazione della Terra, poi sul moto di rivoluzione attorno al Sole. Oggi, il secondo è definito in base alla frequenza di una specifica transizione energetica nell'atomo di cesio-133. Questa scelta di un particolare fenomeno atomico come standard è, in un certo senso, una convenzione scientifica, basata sulla sua elevata precisione e stabilità. Avremmo potuto scegliere un altro fenomeno fisico altrettanto stabile, anche se quello del cesio è attualmente il più pratico e preciso.

 * Suddivisione del Tempo (Minuti, Ore, Giorni, Anni): La suddivisione del tempo in minuti (60 secondi), ore (60 minuti), giorni (circa 24 ore basate sulla rotazione terrestre, anch'essa soggetta a piccole variazioni) e anni (circa 365.25 giorni basati sulla rivoluzione terrestre) è in gran parte convenzionale e storica. Queste suddivisioni sono state sviluppate per scopi pratici, sociali e culturali nel corso dei secoli. Non c'è una legge fisica fondamentale che imponga che un'ora debba avere 60 minuti.

 * Sistemi di Riferimento Temporali (UTC, GMT, Orari Locali): La scelta di un particolare fuso orario o di un sistema di riferimento temporale come il Tempo Coordinato Universale (UTC) è una convenzione internazionale necessaria per coordinare le attività a livello globale. L'UTC è basato su orologi atomici ed è la base per tutti gli orari civili, che vengono poi adattati con i fusi orari e l'ora legale in base alle esigenze geografiche e politiche.

 * La Scelta dell'Origine del Tempo (Anno Zero): La scelta di un particolare evento storico (come la presunta nascita di Cristo per il calendario gregoriano) come punto di riferimento per contare gli anni è puramente convenzionale e culturale. Esistono molti altri calendari con diverse origini del tempo.

Aspetti Non Convenzionali e Legati alla Fisica:

Nonostante gli aspetti convenzionali, il tempo misurato dagli orologi è profondamente radicato nella fisica e cerca di quantificare un aspetto fondamentale della realtà: il cambiamento e la successione degli eventi.

 * Fenomeni Fisici Periodici: Gli orologi funzionano misurando fenomeni fisici che si ripetono in modo regolare e prevedibile. Che si tratti delle oscillazioni di un pendolo, delle vibrazioni di un cristallo di quarzo o delle transizioni atomiche, la base della misurazione del tempo è l'osservazione di processi fisici.

 * Consistenza e Riproducibilità: Gli orologi moderni, in particolare quelli atomici, sono estremamente precisi e consistenti. Due orologi atomici identici, in condizioni simili, misureranno il tempo in modo praticamente identico. Questa coerenza è fondamentale per la scienza e la tecnologia.

 * Relazione con le Leggi Fisiche: La misurazione del tempo è intrinsecamente legata alle leggi della fisica. La teoria della relatività, ad esempio, descrive come il tempo sia relativo al sistema di riferimento e influenzato dalla velocità e dalla gravità. Gli orologi atomici sono così precisi da poter misurare questi effetti relativistici.

Conclusione:

Possiamo dire che il tempo oggettivo misurato dagli orologi ha una base convenzionale per quanto riguarda le unità di misura, le suddivisioni e i sistemi di riferimento. Queste convenzioni sono state sviluppate per la praticità e la coordinazione.

Tuttavia, la base fondamentale della misurazione del tempo non è arbitraria. Essa si basa sull'osservazione e la quantificazione di fenomeni fisici reali, periodici e riproducibili. Gli orologi cercano di fornire una misura oggettiva del fluire del tempo, inteso come la dimensione in cui si susseguono gli eventi.

In sintesi, è un sistema di misurazione convenzionalmente definito ma fisicamente ancorato. Le convenzioni ci permettono di comunicare e coordinarci riguardo al tempo, mentre la sua base fisica garantisce che queste misurazioni siano significative e coerenti con la realtà che osserviamo.

Quindi la fissazione del tempo a livello scientifico non è arbitraria e fantasiosa, ma è pur sempre convenzionale . A noi serve un tempo uguale per tutti.

Ma il tempo non è uguale per tutti (anche se in modo impercettibile. Per esempio, se volessimo essere molto precisi, il tempo trascorso da una persona in cima a una montagna è diverso da quello trascorso in riva al mare.

In conclusione il tempo è sempre soggettivo o per un fatto "oggettivo" di differenze di velocità o per fatto di vissuto individuale. Ma il risultato che ci sono tanti tempi quanti sono i soggetti.

La differenza è molto piccola, ma c' è. E' così piccola che risulta impercettibile. Ma ci serve a dire che è così perché la differenza stessa tra soggettivo e oggettivo nel tempo è molto sfumata. 

In altri termini, la dilatazione o l' accorciamento che io sperimento e' sì soggettiva (lo capisco) ma potrebbe essere oggettiva senza che qualcuno se ne accorta. 

Insomma, è un bel caso di esistenza della diade soggettivo/oggettivo. Dove l' uno giustifica l' altro ed entrambi sussistono in modo complementare.

Il soggettivo può essere oggettivo e viceversa. Qui le cose diventano fantastiche. Per la prima volta dimostriamo che il soggettivo è oggettivo e l' oggettivo è soggettivo. Può esserlo nella sicurezza che comunque nessuno può accorgersene. Ma a livello più macro, dove le differenze sono più nette e hanno evidenti conseguenze, la distinzione sembra ineliminabile.

Dunque, ad una differenza micro, la distinzione si annulla. E' come se la distinzione fosse elastica, aumentando e diminuendo dinamicamente, fino al punto di annullarsi. Il caso del tempo è esemplare. Nelle differenze troppo piccole, la distinzione tra soggettivo e oggettivo scompare, mettendo in evidenza che è una diade. 

Le diadi infatti sono relazioni complementari in cui  i due estremi, i due poli, si allontanano e si avvicinano, secondo i casi.

Estendendo il ragionamento alla differenza tra mondo soggettivo e mondo oggettivo, in tutti i casi, vediamo che possiamo andare da un massimo a un minimo. E che la realtà  stessa è un rapporto dinamicamente variabile, elastico, tra le due polarità - ma in ogni caso entrambe in proporzioni  diverse, né soltanto l' una né soltanto l' altra. 

Questa constatazione deve cambiare la nostra convinzione che le due dimensioni siano distinte e separate fino in fondo. E' il contrario: sono sempre unite.





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