domenica 30 marzo 2025

Energia fisica ed energia psichica

Esaminando le varie forme di energia, abbiamo visto che sono tutte psicofisiche, nel senso che solo la mente ha la capacità di scoprirle. Per nessun altro animale esisterebbero. Occorre un alto livello di scienza e quindi un alto livello di coscienza. Ma la coscienza è un'arma a doppio taglio: trova solo ciò che divide da sé, come se il soggetto non c'entrasse. Quindi, conosce "tirandosi fuori" da ciò che scopre. Abbiamo così una scienza alienata, fatta dalla mente, ma come se la mente non ci fosse.

Quando poi si scopre che esiste un'energia psichica, che ci permette di vivere e conoscere, ci domandiamo come fare a collegarle - a connettere l'aspetto esteriore, "oggettivo", con l'aspetto interiore, "soggettivo", psichico. Senza accorgersi che i due sono già due facce della stessa medaglia. Infatti, se misuriamo le energie fisiche è perché utilizziamo le energie psichiche. O no? Quale altro animale può farlo?

Dunque, non ti domandare come connettere l'esterno all'interno, l'energia fisica a quella psichica. Guarda piuttosto come siano già unite.

L'universo è già una fusione dinamica tra le due polarità, l'aspetto oggettivo e l'aspetto soggettivo. Ciò che scopriamo nella scienza o nella filosofia è già unitario, fin dall'origine del mondo.

È lo spessore del mondo.

Il problema nasce dal fatto che non possiamo oggettivare il soggettivo. Ma, se guardate bene, questa impossibilità, questo limite, è la prova che soggetto e oggetto sono distinti, come dentro e fuori, pur essendo uniti, pur essendo una diade. 

Insieme, ll sono lo spessore del mondo.

Il problema è che, essendo già una fusione, il polo della mente non riesce a vedere se stesso in un' unione che esiste già. Come dire che l' occhio non può vedere se stesso o che il gemello siamese non riesce a capire come e quanto sia unito all' altro.

Questa è l' alienazione dell' uomo. Che non può essere colui che si vede. Che per vedersi, deve oggettivarsi. 

Come faccio allora a saperlo? Lo deduco, lo inferisco dal fatto che gli altri esistono... per me. Se esistono per me, il "per me" deve esistere in sé. Esisto per il frutto di un ragionamento.

In una diade, nessuna delle due polarità può far scomparire o assorbire l'altra. Possono variare inversamente proporzionali, ma non fino al punto di annullare l'altra. Il gioco, la dialettica, non può finire.

Così come il maschio non può annullare la femmina o la femmina il maschio: devono distinguersi ma restando uniti, perché l'uno non può esistere senza l'altro. Come nella respirazione, dove l'inspirazione non può esistere senza l'espirazione e viceversa. Le due polarità formano una diade, una struttura che assicura un rapporto dinamico (energetico) proprio nella differenza. 

Beata la differenza nell'unione o l'unione nella differenza! Beata la diade. 

La mente incide già sulla materia, proprio per la presenza della diade. Ma questo già avviene ed è avvenuto, quindi è difficile sbrogliare ora la matassa. E' difficile perché noi siamo la matassa.

La matassa non può sbrogliare se stessa. Ci vuole qualcuno che lo faccia a ragion veduta. 

Se tu sei la matassa, come fai a sbrogliarti?

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