Non dobbiamo identificare il fallimento con un esito definitivo, come una fine, ma come un passaggio, una preparazione, una tappa della riuscita o del successo. Le difficoltà, i fallimenti, sono insegnamenti, tappe del cammino. La fonte del successo è proprio il fallimento.
Nel destino, non esistono linee rette, se non come eccezioni, rari colpi di fortuna. Esaminate il corso di un fiume, con le sue anse. Quando l'acqua incontra una pietra, la aggira. Non si accanisce inutilmente a scalzarla.
Noi siamo ossessionati dalla tirannia del risultato. Abbiamo fretta di raggiungerlo. Non siamo pazienti. Vogliamo andare dritti alla meta. E, se non la raggiungiamo subito, la banniamo o ci sentiamo falliti. Ma la perfezione non è assenza di difetti, il successo non è assenza di insuccessi.
Non riconosciamo la relazione dinamica tra successi e fallimenti; una relazione che esiste in tutte le situazioni, scandite da opposti complementari
Non è che si suggerisca di non agire, ma di agire con pazienza e flessibilità, secondo linee naturali spesso tortuose.
Wu-wei: l' azione non forzata.
Gli eventi seguono una dialettica dei contrari. La felicità viene dopo l'infelicità, e non è assenza di infelicità. I due estremi devono coesistere sempre.
La natura non conosce fretta. Ha i suoi tempi. Guardate quanto tempo ci vuole per fare crescere un bambino o una pianta. Sarebbe controproducente cercare di forzarne la crescita. Quando una pianta non cresce in altezza, cresce a livello di radici. Dobbiamo dar tempo al tempo.
Il fallimento deve insegnarci il distacco dall'ego. Così come non siamo i nostri successi, non siamo nemmeno i nostri fallimenti.
Siamo il flusso che si muove tra i due estremi.
Abbiamo troppe aspettative, troppe ambizioni, troppe velleità di controllo, troppa rigidità. Abbiamo una mente avida, nevrotica e tesa.
Irrigidiamo noi stessi e vorremmo che la vita seguisse il flusso che abbiamo deciso noi. Ma ci dovremo convincere che la vita segue il suo flusso, non quello che desideriamo noi . Suprema lezione di saggezza.
Non siamo al centro di nulla, di nessun Dio, di nessun universo. E' già tanto se siamo nati.
Dismettiamo le nostre pretese, che ci rendono la vita una prigione. E lasciamoci andare. La vita che ci ha fatto nascere senza che lo decidessimo è la vita che ci farà morire, quando vorrà lei.
Noi possiamo solo adattarci, inserendoci in forze e flussi più potenti di noi.
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