Quando diciamo "ti amo" a qualche persona, non vorremmo più che andasse con altri. Diciamo "tu sei mia". Vorremmo che quella persona rinunciasse volontariamente alla sua libertà per scegliere solo noi.
Direte che è naturale. Vorremmo che l'altra persona decidesse da sola di imprigionarsi. E' un patto a due - una specie di patto di esclusività. Io rinuncio ad altri se anche tu rinunci ad altri.
Sarà giusto così, se no sarebbe una coppia aperta, troppo libera. E invece noi vogliamo che i due si leghino vicendevolmente.
Così però ci limitiamo la vita. L'amore sarà anche bello... finché dura. Ma da questo punto di vista è una forma di impoverimento, di auto-castrazione.
Soprattutto, è nemico della libertà. Tu blocchi me e io blocco te. Una specie di equilibrio del terrore.
Ecco perché l'amore è il contrario della libertà. E, se violi il patto, si scatena l'odio e un numero infinito di ritorsioni.
Il fatto è che anche l'amore è una guerra: pochi se ne rendono conto. Una guerra in cui si risponde colpo su colpo alle violazioni dei patti.
Per questa ragione l'amore non ha mai salvato il mondo. E' un patto di non belligeranza. E' una tregua. Ma non è una pace duratura.
Tutti amano qualcuno, anche i dittatori. E anche loro vogliono l' esclusiva. Ma questa "compressione" dell' amore fa aumentare la violenza interiore su cui il patto si basa, che spesso esplode rovinosamente.
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