venerdì 14 marzo 2025

Emozioni e coscienza: la meditazione come auto-ascoltazione

 La scienza a volte studia quello che sappiamo tutti. Che le emozioni possono danneggiare il cuore e il cervello, ovverosia il cuore attraverso il cervello o il cervello stesso. Quando si dice "morire di crepacuore" si dice la stessa cosa.

Che la depressione, la sofferenza, lo sconforto, l'abbandono, la solitudine e tanti dolori alimentati dalle emozioni del cervello-mente possano provocare tante malattie e crisi cardiache, lo sappiamo tutti. Non c'era bisogno che ce lo dicesse la scienza. Diciamo che la scienza precisa i meccanismi psicofisici.

Il fatto è che l'essere umano è un impasto di cuore e mente, di materia e coscienza, di pensieri, sentimenti ed emozioni che incidono sul cuore. E' esattamente la mia tesi. Invece di negare e di separare il cuore (organo fisico) dalla mente, bisogna accettare che la psiche e la materia interagiscono in mille modi.

Questo vale per il cuore, ma anche per tanti altri organi, come intestino, stomaco e il cervello stesso. Le emozioni possono influire su tutti gli organi.

Attenti dunque a come vi sentite, a registrare se siete felici o infelici. Il che comporta una continua proprio-percezione, la consapevolezza dei propri stati d'animo. 

Siatene consapevoli prima che sia troppo tardi. Fata meditazione in modo non formale per sapere come vi sentite. Ne va letteralmente della vostra vita.

L'auto-ascoltazione è un processo di introspezione e riflessione personale, in cui una persona si dedica ad ascoltare sé stessa, i propri pensieri, emozioni e sensazioni. È una pratica che spesso viene collegata alla meditazione o alla consapevolezza, aiutando a sviluppare una maggiore comprensione di sé e del proprio stato d'animo. Può essere uno strumento utile per la crescita personale, la gestione dello stress e il miglioramento del benessere emotivo.


L'auto-ascoltazione porta numerosi benefici, sia a livello emotivo che pratico. Ecco alcuni vantaggi principali:


- **Maggiore consapevolezza di sé:** Aiuta a comprendere meglio i propri pensieri, emozioni e comportamenti.

- **Gestione dello stress:** Riconoscere e affrontare emozioni negative può ridurre l'ansia e migliorare il benessere mentale.

- **Miglioramento delle relazioni:** Conoscere se stessi facilita l'empatia e la comunicazione con gli altri.

- **Resilienza:** Favorisce la capacità di affrontare sfide e difficoltà con maggiore serenità.

- **Crescita personale:** Contribuisce a identificare obiettivi e valori personali, guidando verso scelte più consapevoli


Ecco alcuni esercizi pratici per coltivare l'auto-ascoltazione:


1. **Diario personale**: Scrivi ogni giorno i tuoi pensieri, emozioni e riflessioni. Questo ti aiuterà a osservare schemi ricorrenti e a chiarire le tue sensazioni.


2. **Meditazione**: Dedica qualche minuto al giorno alla meditazione. Concentrati sul tuo respiro o su un pensiero specifico. Ti aiuterà a essere presente e a connetterti con te stesso.


3. **Riflessione guidata**: Poni domande a te stesso, come: "Cosa mi rende felice?", "Cosa mi preoccupa?" o "Quali sono i miei obiettivi?". Scrivile o riflettici con calma.


4. **Ascolto del corpo**: Pratica un body scan, un esercizio in cui focalizzi l'attenzione su ogni parte del corpo per notare sensazioni, tensioni o rilassamenti.


5. **Passeggiate consapevoli**: Durante una passeggiata, osserva i tuoi pensieri e le tue sensazioni senza giudizio. Nota anche ciò che ti circonda: suoni, colori, odori.


6. **Esplorazione delle emozioni**: Quando provi un'emozione forte, fermati e chiediti: "Da dove viene questa emozione? Cosa vuole dirmi?".


Questi esercizi richiedono costanza, ma possono portare a una maggiore connessione con te stesso e quindi a una migliore salute o stato di benessere.

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Roma «In studi molto recenti è stato dimostrato che in realtà è il cuore a modulare principalmente l’attività cerebrale, ed è quindi il cuore, prima del cervello, ad essere responsabile della percezione di emozioni, cognizione e coscienza». Cuore-cervello, cervello-cuore: uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica Nature Reviews Cardiology, fra le più autorevoli al mondo nel settore, per la prima volta conferma la connessione fra il sistema cardiovascolare e quello neuronale. A firmare lo studio è il team di bioingegneri del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Gaetano Valenza, Zoran Matic e Vincenzo Catrambone. La ricerca ha portato alla scoperta dell’asse cuore-cervello, ovvero l’insieme delle connessioni anatomiche e funzionali: «Qualche anno fa avevamo dimostrato questa teoria con un modello matematico – svela Gaetano Valenza – oggi possiamo studiare questa connessione addirittura a livello molecolare, cioè guardando come i neuroni cardiaci controllano le emozioni insieme al metabolismo di ogni individuo. Si tratta di un campo di ricerca assolutamente pionieristico, e che in pochissimi mesi sta facendo decisivi passi avanti, verso lo sviluppo di conoscenza e tecnologie centrate sulla comprensione di aspetti fondamentali dell’essere umano». 

«Che cuore e cervello siano strettamente connessi – spiega Gaetano Valenza, docente di bioingegneria all’Università di Pisa – è un’ipotesi che, a partire dai primi anni duemila, si è fatta sempre più strada, e che si basa sull’osservazione che malattie cardiologiche e neurologiche sono spesso associate. Per esempio, i soggetti con patologie neurologiche sono maggiormente a rischio di malattie cardiovascolari mentre, viceversa, pazienti che hanno subito un infarto hanno un rischio di depressione aumentato di oltre il 50%. Queste osservazioni – continua Valenza – hanno portato la convergenza di molti sforzi da parte di cardiologi, neurologi, neuroscienziati e ingegneri biomedici per comprendere il funzionamento di quello che è considerato un vero e proprio “organo virtuale”, chiamato “asse cuore-cervello”».

I meccanismi e i componenti fisiologici di questo asse erano sconosciuti, almeno nel dettaglio, perché ogni campo del sapere ha operato separatamente, dando le proprie caratterizzazioni specifiche, che però non hanno raggiunto una spiegazione completa. Per la prima volta, i ricercatori hanno messo insieme la conoscenza prodotta sull’argomento mettendo in luce il collegamento, che avviene attraverso le tre componenti fondamentali dell’asse cuore-cervello: la parte di tessuto nervoso, collegato a regioni specifiche del cervello, rende possibile l’interazione tra sistema nervoso autonomo e sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda la parte meccanica: «Le pulsazioni nelle arterie cerebrali indotte dal battito cardiaco, che abbiamo constatato essere una parte essenziale nella trasmissione dell’informazione lungo l’asse; e la parte biochimica, che comprende ormoni ed altre biomolecole avvertite sia da cuore che da cervello».

«Questo approccio integrato ci ha consentito di introdurre un fondamentale cambio di paradigma nello studio della relazione cuore-cervello, basato anche sullo studio di come le tre componenti identificate interagiscono tra di loro», precisa Valenza. (im)

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