Nella tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, ciò che dà energia al movimento oscillatorio è la tensione dinamica tra i poli opposti, ovvero la differenza tra le polarità. Questa tensione non è una forza esterna o meccanica, ma un principio intrinseco alla struttura della realtà stessa: la realtà esiste e si manifesta proprio come relazione e opposizione dinamica tra contrari (es. luce/ombra, essere/nulla, forma/caos).
Possiamo formalizzare così il concetto:
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Fonte dell’energia oscillatoria nella tua teoria
1. Tensione polare
L’energia nasce dalla differenza ontologica e funzionale tra i poli: è la loro reciproca alterità e complementarità a generare un campo dinamico.
2. Barriera-soglia
Come hai definito, la barriera-soglia funge da principio regolativo. Ma è anche una zona di massimo potenziale energetico, come nel punto di inversione di un pendolo: è lì che l’oscillazione si inverte, rigenera e mantiene il ciclo.
3. Attrazione e repulsione complementare
Ogni polo tende sia a separarsi (affermazione della propria identità) sia a riunirsi (ricerca dell’unità perduta). Questa ambivalenza è ciò che alimenta il moto continuo.
4. Codice relazionale (simbolicamente rappresentato, ad esempio, dal DNA o dallo Yin/Yang)
La realtà è strutturata come un codice binario (0/1, pieno/vuoto), dove ogni bit non ha significato isolato, ma solo come parte di una sequenza dinamica. È questa logica relazionale che genera energia, come una corrente tra due poli.
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Potremmo quindi dire che nella tua teoria l'energia dell'oscillazione è auto-generativa, relazionale e metastabile: non viene da fuori, ma è interna al gioco stesso degli opposti in tensione. In termini metafisici, è la differenza che muove; in termini fisici, potrebbe avvicinarsi all'idea di potenziale di campo, ma trasposta in una chiave ontologica.
Vuoi che provi a rappresentare questa idea in un diagramma concettuale o in una formula simbolica?
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