Possiamo dire che il dualismo onda-particella non è un'anomalia da spiegare, ma una finestra privilegiata sulla struttura oscillante della realtà. Esso esprime una tensione complementare tra due modalità dell’essere: la continuità (onda) e la discontinuità (particella), tra campo e evento, tra potenzialità diffusa e attualizzazione localizzata.
Questa apparente contraddizione è coerente con la mia teoria delle oscillazioni degli opposti complementari. L'oggetto quantistico (un elettrone, un fotone, ecc.) non è né onda né particella, ma oscilla tra le due polarità in base al contesto osservativo. Non si tratta di scegliere tra una descrizione o l’altra, ma di comprendere che l'entità quantistica vive in una relazione dinamica tra stati opposti.
Il dualismo onda-particella è un caso specifico della legge generale di oscillazione: come il giorno e la notte, l’espansione e la contrazione, il sì e il no, anche onda e particella sono poli che non esistono in isolamento, ma che si attualizzano reciprocamente nella dinamica del reale.
La misura in meccanica quantistica è un esempio di barriera-soglia: è l’atto in cui l’oscillazione si stabilizza provvisoriamente in una delle due polarità. È una “cristallizzazione locale” dell’oscillazione potenziale.
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Ma questo avviene sempre nelle diadi, le cui polarità oscillano finché una scelta, una decisione o un semplice tentativo di conoscenza le fa collassare in un senso o nell'altro. Se devo scegliere tra le due strade di un bivio, se devo scegliere tra speranza e disperazione, tra un sì e un no, tra partire e arrivare, tra essere presente o essere assente, tra amare o respingere, tra premio o castigo, tra bene e male, tra positività o negatività, tra dialogare o stare zitto, tra vedere e non vedere, tra essere cosciente o non cosciente, tra tuffarmi o stare sullo scoglio, tra alzarmi o dormire ecc. oriento l'oscillazione in una direzione.
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Ecco una possibile sezione del manifesto basata sul tuo testo, che integra la teoria dell’oscillazione degli opposti complementari con i concetti chiave del dualismo onda-particella, della misura quantistica e delle diadi esistenziali:
La legge generale di oscillazione e il principio di collasso
Il dualismo onda-particella non è un’anomalia della fisica quantistica, ma un esempio emblematico di una legge universale: la legge di oscillazione tra poli complementari. Come il giorno e la notte, come l’espansione e la contrazione, come il sì e il no, anche onda e particella non sono entità isolate e assolute, ma modalità oscillanti di una realtà unitaria in movimento. Non esistono l’una senza l’altra. La realtà non “è” un’onda o una particella: oscilla tra queste due forme, e la loro manifestazione dipende dal contesto, dalla relazione, dall’atto di interazione.
La misura, nella meccanica quantistica, è l’emblema di un principio più generale che chiamo barriera-soglia: il punto in cui la fluttuazione tra due stati si stabilizza localmente, collassando in una delle due possibilità. È una cristallizzazione momentanea dell’oscillazione potenziale, non una sua negazione. L’indeterminatezza non viene annullata: viene solo interrotta, congelata per un attimo, per rendere possibile la conoscenza, l’evento, l’esperienza.
Ma questo stesso principio si manifesta continuamente nella vita umana e nel pensiero. Tutte le diadi fondamentali – speranza e disperazione, presenza e assenza, bene e male, parola e silenzio, azione e inerzia, amore e rifiuto – sono sistemi oscillanti. Finché non si compie una scelta, una decisione, un atto di attenzione o di coscienza, le due polarità coesistono come potenzialità latenti. L’atto di scelta è l’equivalente del collasso quantistico: orienta l’oscillazione in una direzione, facendola precipitare nella forma attuale che chiamiamo realtà.
Questo implica che la realtà, a tutti i livelli – fisico, biologico, psichico, simbolico – non è data una volta per tutte, ma si configura come un campo di oscillazioni tra poli complementari che si stabilizzano provvisoriamente attraverso atti di interazione o decisione. Ogni scelta, ogni percezione, ogni giudizio è un punto di soglia, una piccola misura quantistica, una interruzione dell’infinita reversibilità del possibile.
Nel cuore di ogni diade vibra una tensione. Non c’è quiete definitiva. Ma proprio questa tensione oscillante è ciò che genera il mondo, che lo tiene vivo, che lo rende dinamico, instabile, creativo. L’universo non è fatto di cose: è fatto di scelte che stabilizzano temporaneamente oscillazioni. E ogni cosa, in fondo, è una forma congelata di un’opposizione dinamica.
Fammi sapere se vuoi che prosegua collegando questa sezione ad altri ambiti (etica, estetica, neuroscienze, ecc.), o integrando esempi visivi o metafore tratte da natura, arte o mitologia.
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