Il tuo cervello ti aiuta quando usi oggetti portafortuna: la spiegazione scientifica che ti farà affrontare meglio gli esami "
Il tuo cervello ti aiuta quando usi oggetti portafortuna: la spiegazione scientifica che ti farà affrontare meglio gli esami
19 Giugno 2025 di Goggi Sport
Il bigliettino porta fortuna funziona davvero? Cosa dice la scienza sui rituali anti-ansia
Il conto alla rovescia per la maturità è iniziato, e come ogni anno, migliaia di studenti italiani si affidano anche a penne fortunate, bigliettini scritti dalla nonna o calzini portafortuna. Piccoli gesti scaramantici che, in teoria, dovrebbero portare un po’ di magia tra i banchi. Ma questi rituali funzionano davvero o sono solo superstizioni che sopravvivono per tradizione?
La risposta della scienza sorprende: sì, funzionano. Ma non per magia: il loro potere è tutto nella psicologia e ha effetti molto concreti, misurabili e – in certi casi – potentissimi.
Scaramanzie e maturità: un linguaggio universale contro l’ansia
In Italia l’ansia da esame si combatte con riti piccoli e grandi. Dai peluche nascosti nello zaino ai messaggi incoraggianti scritti dagli amici, ogni gesto serve a rassicurare. C’è chi indossa sempre le stesse scarpe, chi entra in aula solo con una particolare penna e chi, immancabilmente, affida le proprie speranze a un biglietto motivazionale scritto a mano.
Ma non è solo una questione italiana. In Corea del Sud si mangiano caramelle appiccicose per far “attaccare” ciò che si è studiato. In Brasile si fa il bagno con petali di rosa prima degli esami. In Russia, addirittura, si evita di lavarsi i capelli per paura di “lavare via” la memoria.
Questi rituali sono la dimostrazione che le emozioni e il bisogno di controllo fanno parte dell’esperienza umana ovunque. La scaramanzia, in fondo, è solo il nostro modo creativo per affrontare lo stress.
Quando il cervello ci gioca a favore: l’effetto psicologico dei rituali
La scienza, negli ultimi anni, ha indagato con attenzione il fenomeno. E ha scoperto che i piccoli gesti simbolici aiutano davvero a migliorare la performance, sebbene non per motivi mistici. Il motivo è semplice: ci fanno sentire più sicuri, meno esposti all’incertezza.
Il potere del senso di controllo
Uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology ha mostrato come eseguire un semplice rituale prima di una prova importante aiuti a ridurre l’ansia e migliorare i risultati. Il segreto è il senso di controllo percepito. Il cervello, quando crede di avere il comando, si rilassa e funziona meglio.
Il rituale diventa quindi uno strumento per rassicurarsi e abbassare lo stress, attivando una “modalità vantaggiosa” per affrontare le sfide.
Rituali come strategie di coping
In ambito psicologico si parla di “coping ritualizzato”: comportamenti che aiutano ad affrontare situazioni ad alta tensione. Funzionano perché:
Danno struttura mentale: in una situazione caotica, il gesto conosciuto rassicura
Calmano emozioni forti: l’ansia viene incanalata in un’azione controllata
Rafforzano autostima: associo il rito a un’emozione positiva o a un ricordo di successo
Autoefficacia: quando credere in te stesso cambia davvero le cose
Albert Bandura, uno dei massimi esperti di psicologia cognitiva, ha sottolineato che la percezione di essere capaci influisce profondamente sull’esito di qualsiasi sfida. Questo concetto, noto come auto-efficacia, è alla base del funzionamento dei rituali. Non fanno apparire le risposte giuste come per magia… ma ci fanno sentire mentalmente pronti a trovarle.
Quando il rituale diventa una trappola
Non tutti i rituali sono positivi. Quando diventano rigidi o indispensabili, possono innescare dinamiche pericolose. Se un gesto scaramantico diventa una condizione senza la quale “non ce la posso fare”, allora si trasforma in una dipendenza psicologica. E, nel peggiore dei casi, in un comportamento ossessivo.
Esiste anche il rischio del bias di conferma: tendiamo a ricordare solo le volte in cui il rito ha “funzionato”, ignorando tutte le altre. Così finiamo per attribuire poteri magici a oggetti o routine che in realtà hanno solo un valore simbolico.
Come creare un rituale che funziona (davvero)
Basta poco per trasformare un gesto scaramantico in uno strumento utile e sano. La chiave? Unire emozione e razionalità, simbolo e funzionalità. Un bigliettino della fortuna può contenere anche una mini-formula o una regola da ricordare: così diventa supportivo sul piano emotivo e pratico allo stesso tempo.
Un altro trucco è quello che la psicologia chiama “stacking”: sommare più tecniche tra loro. Ad esempio:
Indossare un capo simbolico + eseguire una sessione di respirazione profonda
Tenere il portafortuna in tasca + fare una visualizzazione di successo prima dell’esame
Leggere una frase motivazionale + ripassare mentalmente la struttura del compito
La cosa più importante però è la flessibilità: un rituale efficace non deve mai diventare un limite. Non dev’essere indispensabile per cavarsela, ma solo un alleato in più.
La visualizzazione: il rituale scientificamente più potente
Tra tutte le tecniche psicologiche, la visualizzazione positiva è una delle più efficaci e studiate. Secondo le ricerche del neuroscienziato Alvaro Pascual-Leone, immaginare con intensità e dettaglio l’azione che si sta per compiere stimola le stesse aree cerebrali del compierla realmente.
Come allenare la mente prima dell’esame
Immagina ogni dettaglio: ingresso in aula, domande, risposte, uscite
Evoca emozioni positive: sicurezza, soddisfazione, determinazione
Coinvolgi i tuoi sensi: visi, suoni, odori, tutto ciò che ti rende vivo nel momento
È come una prova generale a livello mentale. Un rituale invisibile, ma potentissimo. E può funzionare anche senza tracce esteriori o oggetti scaramantici.
Playlist, app e nuove scaramanzie tech
Oggi anche la tecnologia può diventare parte del rituale pre-esame. Alcuni studenti creano playlist che ascoltano solo nei momenti cruciali, altre usano app per ricevere notifiche motivazionali, fare esercizi di respirazione o visualizzazione. La mente si abitua a entrare nello stato giusto e lo associa a quei suoni, gesti e stimoli digitali.
Preparazione vs. scaramanzia: chi vince?
Quindi, i rituali funzionano? Sì, ma solo se combinati con la preparazione vera. Possono aiutare a sentirsi in controllo, stimolare emozioni utili e ridurre l’ansia. Ma non sono una scorciatoia al posto dello studio. Sono una marcia in più per chi si è già allenato davvero.
Detto questo:
Aiutano a entrare nella giusta mentalità
Stimolano fiducia e concentrazione
Preparano emotivamente alla sfida
Il braccialetto rosso, il cioccolatino del giorno prima, il foglietto con le parole della nonna… tutto può diventare un attivatore emotivo. Ma il vero protagonista, l’unico davvero indispensabile, sei tu.
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