Così sono fatti gli uomini. Gridano al miracolo quando estraggono
dalle macerie di un terremoto un sopravvissuto, trascurando le migliaia di
non-miracolati finiti morti.
Da un Dio che si curasse del modo e degli individui, i miracoli li
vorremmo prima e non dopo. Non fare accadere le tragedie; salvare prima, non
dopo.
Se proprio deve avvenire un terremoto, vorremmo che lo facesse
accadere in Russia, non in paesi già flagellati da guerre e povertà.
Ma un Dio del genere è una nostra illusione che, nonostante le
disillusioni continue, sosteniamo ancora. Quando la Terra finirà distrutta,
l’ultimo dei sopravissuti griderà al miracolo… prima di soccombere anche lui.
Masse di ingenui e di illusi, che non hanno il coraggio di guardare in
faccia la realtà.
Siamo soli e dobbiamo salvarci da soli. Innanzitutto riconoscendo ciò
che è falso, finendo di illuderci che ci sia un Papà buono in cielo. E poi
superando il dualismo della nostra mente.
Il mondo che ha alla sua base la coscienza non può che essere duale,
in un contrasto e in una lotta continua. Bene contro male, soggetto contro
oggetto, dolore contro piacere, luce contro oscurità, coscienza contro
incoscienza, vita contro morte, alto contro basso, guerra contro pace, amore
contro odio, guadagno contro perdita, crescita contro declino, aldiqua contro
aldilà e così via. E mai che l’uno possa avere la meglio contro l’altro… se non
temporaneamente.
Ma la vera realtà non è affatto duale e dialettica. È unitaria.
Se osservate bene, scoprirete che gli opposti contrastanti sono
complementari. Si combattono, ma si sostengono a vicenda. L’uno non potrebbe
esistere senza l’altro, l’uno alimenta l’altro.
Il contrasto è apparente, una commedia, un gioco. Siamo noi che
adottiamo di volta in volta punti di vista diversi, in base ai nostri
interessi, ma si tratta di due facce della stessa medaglia. Così, per esempio,
l’amore nasconde l’odio e il bene il male. E lo sappiamo.
Addestriamoci quindi a vedere l’unità nell’apparente contrasto. Il
maschile per esempio non potrebbe esistere senza il femminile. E dunque all’origine
c’è qualcosa che è entrambe le cose o aldilà di entrambe.
Proviamo a usare un pensiero e un linguaggio trascendente, unitario,
fuori dai contrasti che compongono il mondo abituale. Un linguaggio unitario e
olistico, vedendo nei contrasti un gioco delle parti.
La Realtà di fondo non è contrastante, non distingue per esempio fra
soggetto e oggetto. Il conoscente è il conosciuto. E niente nasce né muore.
La Realtà è puro essere che si diverte a mascherarsi. Un Uno che si
diverte a moltiplicarsi, a frammentarsi, ad apparire ciò che non è. Questi giochi
illusionistici sono i veri miracoli.
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