E
tutto perché siamo convinti erroneamente che il corpo ci appartenga, che la mente
ci appartenga, che la coscienza sia nostra, che la vita sia nostra… mentre
niente è veramente nostro, neppure quello che riteniamo il nostro io, che in realtà è una supposizione. È la
lingua che usiamo che ci costringe a mettere un soggetto in tutto ciò che
diciamo e pensiamo, tanto che alla fine crediamo che il soggetto esista di per
sé.
Ma
non è vero. Ci basti pensare che tutto è destinato a dissolversi. Dovremmo
ripetercelo ogni giorno: siamo destinati a morire.
Basterebbe
avere sempre questa consapevolezza per rinunciare a questi presunti possessi. Niente
è nostro veramente. Dobbiamo restituire tutto. Vi potete portare dietro le
ricchezze o i beni? E allora non possiamo portarci dietro neanche l’io.
È
l’illusione che ci rende avidi ed egoisti – l’illusione di possedere qualcosa a
lungo.
Di
questo gli uomini non sono consapevoli, anche se dicono che lo sanno. Si
credono immortali e separati. E allora lottano per avere la prevalenza.
Non
è una novità. I saggi e gli illuminati lo sanno.
Ma
gli uomini sono ostinati. E le religioni perpetuano l’inganno. “L’ultimo nemico
a essere vinto sarà la morte!” proclama san Paolo… Ma quando mai?
L’ultimo
nemico a essere vinto sarai tu stesso, con la montagna di illusioni e sogni che
ti sei fatto. Guarda i morti. Forse comunicano? Se ne sono andati, ma non in un
altro posto. Se ne sono andati e si sono fusi col Tutto.
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