C’è chi cerca di prolungare il più possibile la vita e sogna di averne un’altra (qui sulla Terra con la reincarnazione o in un ipotetico aldilà) e c’è chi ne ha avuto abbastanza e spera di uscire definitivamente dal ciclo vita-morte. Voi a quale categoria appartenete?
Se
siete cristiani o musulmani (in tutto qualche miliardo di persone), appartenete
certamente alla prima categoria: sognate di avere una seconda vita, magari in
un paradiso non meglio identificato, con un Dio che dovrebbe essere una specie
di Creatore.
Dio
avrebbe creato questa vita e poi, dopo la morte, ve ne darebbe un’altra… se lo
meritate. Eh, sì, perché c’è il rischio di finire in un inferno peggiore di
questo o in un purgatorio.
La
verità che noi siamo disposti anche a finire in un inferno pur di mantenere la
nostra attuale identità, l’io che conosciamo. L’inferno piuttosto che il nulla.
Ma
qualcuno, in Oriente, dice che l’inferno è proprio l’attuale io, che, se ci
pensate, è una limitazione del Tutto originale.
Quindi
non è vero che la fine dell’attuale configurazione corpo-mente sia il nulla.
Sarebbe il Tutto. Sarebbe la goccia che rifluisce nel mare.
Non
la morte, ma il ricongiungimento. La morte è qualcosa di legato alla vita, è l’altra
faccia della vita. E nel tutto non ha più ragione di essere. O vita e morte,
oppure né vita né morte.
Cosa
preferite?
La
vita è pur sempre qualcosa di limitato e temporaneo. Su questo non ci piove.
Forse
preferiste ottenere il Tutto, ma con un certo ricordo della goccia che siete
stati in vita.
Nessun commento:
Posta un commento