I
racconti biblici di Dio che plasma l’uomo con la polvere e poi gli infonde la
vita alitandogli nelle narici mette subito in campo il concetto di dominio, in
quanto all’uomo viene ingiunto di “soggiogare e dominare” gli altri esseri viventi.
Non vivere in armonia, ma dominare. Un concetto di violenza.
In
realtà, poi, l’uomo, dotato di questo istinto di aggressività, lo mette in
azione non solo contro gli altri esseri viventi, ma anche contro i suoi simili.
Inoltre si rivolta anche contro il suo stesso creatore.
E
la frittata è fatta.
I
due racconti biblici vogliono giustificare a posteriori la violenza dell’uomo, non
nascondendo però che nasce da Dio stesso. Non si può infatti creare un essere
dotato di tale aggressività sperando che rimanga entro i limiti.
Così,
subito dopo, ecco l’episodio di Caino e Abele.
Insomma,
non si può mettere in mano a qualcuno un’arma letale sperando che non la usi
mai. Prima o poi la userà, magari solo una volta. Ma il seme è piantato.
Venendo
ai giorni nostri, non si possono costruire migliaia di bombe atomiche sperando
che non vengano mai utilizzate. Allora, perché si costruiscono?
L’unica
speranza è un equilibrio del terrore. Che tutti le abbiano.
Ma
un pazzo o uno squilibrato prima o poi si trova. E quindi è dall’aggressività
dell’uomo che viene il vero pericolo. Cioè da questo tipo di creazione, da
questo Dio, che non a caso si annuncia con un catastrofico Big Bang.
Poca
speranza per l’uomo.
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