Se ci fate
caso, gli unici momenti in cui siete in pace (ma veramente in pace) sono quelli
in cui dormite di un sonno profondo, quando non avete neppure i sogni. Lì siete
veramente fuori dallo stress della vita. Peccato che non ne siate coscienti,
perché in quei momenti viene a mancare proprio la coscienza.
Il fatto è che
la coscienza si porta dietro il dualismo degli stati d’animo, e con lei non
potrete mai raggiungere lo stato veramente beato. Con la coscienza potrete
cercare la felicità, ma sarebbe la felicità che dura poco e che volge in breve
tempo nel suo opposto.
Invece nel
sonno profondo non c’è dualità e quindi non può esserci né felicità né
infelicità. C’è uno stato trascendente che non è al di sopra d’ogni dualismo.
Non c’è
felicità, perché non c’è neppure il suo contrario. Quindi non si può definirlo
eppure come beatitudine. È quel nulla da cui hanno origine tutte le cose e
tutti gli stati d’animo.
Quando si
muore, non c’è un’anima che sopravvive, ma si viene per così dire resettati –
cioè portati alle condizioni di fabbrica.
Chi sogna
paradisi (e inferni) o reincarnazioni è ancora dentro il sogno della vita, con
le sue illusioni e il suo dualismo di vita-morte. Quindi non si libera.
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