giovedì 6 maggio 2021

Il sonno della coscienza

 

Si dice che il sonno della ragione generi mostri – ed è vero. Ma anche il sonno della coscienza ha lo stesso effetto: genera un unico grande mostro, che si chiama mondo. Eh, sì, perché il mondo, con gli esseri umani che hanno la  sensazione di essere degli individui che agiscono, è proprio una proiezione della coscienza.

Contrariamente a ciò che si crede, si può dire che noi siamo sempre all’interno di un sogno.

Per comprenderlo, considera tutto ciò che vedi e sperimenti come un sogno cui non devi aderire. E qui sta il difficile. Tu – il tuo vero tu - non sei né questo né quello, ma il testimone trascendente delle creazioni della coscienza. Sei un po’ come un tifoso di calcio, talmente identificato con le spettacolo della tua squadra da pensare di essere colui che vince o che perde.

Ma, ora, metti una distanza fra te e te stesso, fra l’io che crede di agire e il Sé che testimonia ogni cosa.

In sostanza, tu sei colui che osserva gli accadimenti comprendendo che si tratta di sogni proiettati dalla coscienza. Mentre noi crediamo che la coscienza sia uno stato di veglia, il testimone si rende conto che anch’essa è uno stato di sogno, solo un po’ più lungo.

4 commenti:

  1. Buongiorno.
    Si può dire allora che ci sono: il Sé che testimonia, l'io che è la persona con le sue maschere e i suoi conflitti, quello che sogna, c'è la coscienza che proietta i sogni e poi c'è il grande nulla, vuoto, che non è né questo né quello...la trascendenza...?
    ma Lei scrive anche "il testimone trascendente", quindi il testimone è già nel grande vuoto? quindi si può vivere, agire, pensare da testimone, quindi da quello spazio di vuoto? e quindi in modo più sereno, percependo questa vita non solo come un fardello...?
    un altra domanda: cosa intende con la coscienza "proietta" i sogni? all'io? al testimone?
    ho capito bene che la coscienza è quella che se ne va insieme all'io dopo la morte?
    Grazie.
    Alexandra

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  2. Alle prime due domande rispondo sì.
    I sogni vengono proiettati dal nostro cervello alla mente stessa, all'io. Ed è sempre la coscienza che crea questo enorme spettacolo del mondo, reale e irreale nello stesso tempo.
    Con la morte muoiono il corpo, la mente e la coscienza. Ciò che rimane è una Realtà che non neppure bisogno di essere e di essere cosciente per "esistere" (è al di là tanto dell'essere quanto del non essere, tanto della conoscenza quanto dell'ignoranza). E' la trascendenza che non può essere descritta a parole.

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    1. Grazie. Ma è la stessa trascendenza dalla quale può vivere il testimone ancora in vita, prima della morte?

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  3. Sì, la trascendenza c'è sempre, perché non è toccata né dalle contorsioni della vita né dalle tragedie della morte.

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