domenica 6 marzo 2016

I due risvegli

Quando guardiamo un film, ridiamo e piangiamo, e proviamo tante altre emozioni. Se ci aggiungessimo il tatto, il sapore e l’olfatto, non ci sarebbe più nessuna differenza rispetto alla realtà.
Allora non ci sarebbe più nessuna differenza tra il film e la vita.
In effetti, noi viviamo in una specie di film allucinatorio che si svolge nella nostra mente e che ci fa provare le solite emozioni. Siamo come drogati.
Ma l’uomo ha (o avrebbe) la capacità di staccarsi da questo film che gli passa interiormente e vedersi mentre guarda ed è immerso in una simile rappresentazione di immagini, suoni, odori, sapori, contatti, ecc. In altre parole può essere cosciente di ciò che gli succede.
Può guardarsi mentre è immerso in questo film e può rendersi conto che anche lui è uno dei tanti personaggi (o persone) che si agitano nello spettacolo generale. Ecco una prima forma di risveglio.
A questo punto, però, è necessario fare un ulteriore passo avanti e diventare consapevoli del luogo – il teatro o il cinema - in cui si svolge la tragicommedia della vita.

Questo luogo, questo contenitore, non è qualcosa di esterno, ma è il suo stesso sé. Ecco il secondo risveglio.

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